Milano, 03/11/2020 – Il mercato finanziario italiano attribuisce un diverso valore alle banche in funzione del loro modello di business, tra banche generaliste o specializzate. E così, nel periodo che va dal 2017 al primo semestre 2020, il valore di mercato delle banche quotate, dal quale dipende il rendimento totale per gli azionisti, non è variato solo in relazione al loro ROE, l’indicatore che misura la profittabilità della banca, pari in Italia in media allo 0,3% nel primo semestre 2020, ma anche in base ad altri due elementi: 1 – il livello di specializzazione della Banca, con l’indicatore P/BV (price/book value) delle banche reti di consulenti finanziari quotate 9,5 volte di più rispetto a quello delle banche generaliste, indipendentemente dall’andamento del ROE delle singole banche; 2 – il livello di maturità digitale della banca, con alcune come Fineco o Banca Generali che, malgrado dividendi distribuiti non superiori rispetto ai loro competitor diretti (Mediolanum e Azimut), tuttavia riescono ad ottenere migliori valorizzazioni del mercato. Anche a seguito del dispiegarsi sui mercati degli effetti della crisi Covid-19, le banche reti di consulenti finanziari quotate in media sono riuscite a mantenere meglio il loro valore di mercato, che, fatto 100 il valore a gennaio 2018, hanno registrato un valore di 108 al primo semestre 2020, rispetto alle banche generaliste, che, fatto 100 il valore a gennaio 2018, hanno conseguito un valore di 60 al primo semestre 2020.
È quanto sostiene una ricerca di Excellence Consulting, che ha analizzato i bilanci delle principali banche italiane. Le generaliste: Intesa San Paolo, Unicredit, Banco Bpm, UBI Banca, MPS, BPER, Credem, Banca Popolare Sondrio, Creval, Banco Desio; le specializzate (banche reti di consulenti finanziari): Mediolanum, Fineco, Banca Generali, Azimut; e altre specializzate: Mediobanca, Banca Profilo, Banca Sistema, Banca Ifis, Banca Farmafactoris, Banca Finnat.
In Europa sarebbero a rischio il 30% dei bancari perché il loro costo non sarebbe sostenibile data la profittabilità attuale delle banche espressa dal loro ROE. Secondo l’Osservatorio “Banca Impresa 2030” in seno a Liuc, nel primo semestre 2020 questa è la classifica di quanto generato dalle banche sotto forma di ROE: Francia (2%), Germania 1,5%, Olanda 0,8%, media europea (0,75%), Belgio (0,6%), Italia (0,3%) tra le ultime. La ricerca di Excellence mira a cambiare il paradigma: bisogna valutare gli effetti potenziali della crisi Covid-19 sulle banche in considerazione degli effetti sulla loro valorizzazione di mercato, la quale determina in larga parte il rendimento per gli azionisti. E la valorizzazione di mercato non dipende solo dal ROE. Da inizio 2018 al primo semestre 2020 il confronto tra gli indici P/BV (prezzo/valore di libro) di tutte le banche italiane quotate evidenzia un premio per le banche specializzate in termine di stabile maggiore valutazione di mercato nell’ordine di un fattore 9,5. In particolare, il best performer tra le specializzate, Fineco, considerando i valori medi a fine 2017, 2018, 2019 e primo semestre 2020, ha registrato un P/BV pari a 5,49, mentre il miglior risultato di P/BV delle banche generaliste, è quello di Intesa San Paolo, che si ferma a 0,66. Questo anche se quest’ultima è stata capace di distribuire dividendi in misura largamente maggiore rispetto a tutte le altre banche, con i dividendi/prezzo di mercato al 2018 per ISP pari al 10,2% contro il 3,5% di Fineco.
Il rapporto dividendi/prezzo medio negli anni 2017 e 2018, per le banche reti di consulenti quotate è stato rispettivamente 4,9%, 7,6%, mentre per le banche generaliste del 2,4%, 3,6%. Nel dettaglio per le banche di consulenti: Mediolanum rispettivamente 5,5%, 8,1%; Fineco 3,3%, 3,5%; Banca Generali 4,5%, 6,9%; Azimut 4,7%; 12,6%. Per le banche generaliste: Intesa San Paolo 7,3%, 10,2%; UniCredit 2,1%, 2,7%; UBI Banca 3%, 4,7%; BPER 2,6%, 5,7%, Credem 2,8%, 4%. Per la lettura dei dati, da ricordare che, a causa della pandemia, la Bce ha impedito il pagamento dei dividendi di pertinenza dell’anno 2019.
“Abbiamo cercato di fornire una nuova chiave di interpretazione degli effetti della crisi Covid-19 sulle banche – spiega Maurizio Primanni, CEO Excellence Consulting – cercando di uscire dalla “trappola del ROE”. Abbiamo evidenziato che non è solo questione di ROE. Abbiamo guardato al ritorno totale per gli azionisti delle banche quotate, il quale non dipende dal ROE, ma dai dividendi distribuiti e da come il mercato nel tempo valorizza ogni singola banca. Abbiamo scoperto che le banche specializzate godono di una migliore valorizzazione da parte del mercato, indipendentemente dai loro risultati specifici di ROE. Abbiamo inoltre verificato che le banche specializzate si sono dimostrate più resilienti rispetto agli effetti della crisi Covid-19, con in particolare alcune banche a maggiore vocazione digitale come Fineco e Banca Generali che sono riuscite a mantenere o addirittura migliorare la loro valorizzazione di mercato pur durante la fase più acuta della pandemia”.
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