Appelli e lettere, la Rai è al centro di un dibattito acceso, si parla di un’eccessiva attenzione all’audience e poco alla cultura, si immagina una Rai come volano e motore propulsore di una Fase 2, dopo quest’emergenza che ci ha resi tutti più dipendenti dalla comunicazione e dai suoi mezzi.
Intanto io che sono affezionata a Mamma Rai, e che oggi più di ieri vorrei difendere tutto ciò che è italiano, devo dare onore al merito ad un programma che seguo da sempre e che in questo periodo è una delle cose più piacevoli e interessanti che vanno in onda. Su Rai 2 il martedì sono incollata, da anni o meglio da sempre, davanti allo schermo per “Pechino Express”, con l’unico e inimitabile Costantino Della Gherardesca. Due ore e più in cui , io nomade per natura e per lavoro, posso viaggiare, sorridere, conoscere il mondo e la natura umana.
Oggi che i viaggi sembrano solo un ricordo, oggi che uscire sul ballatoio è come un week end esotico e arrivare al portone è diventata un’avventura, io viaggio con Costa e con i concorrenti di un format che mi allontana dal divano e così anche io zaino rosso in spalla viaggio in terre meravigliose, mi scopro con la fantasia a fare l’autostop in strade deserte o su autostrade affollate. Quest’anno Pechino è ancora più tosto, si svolge in quella parte di mondo che abbiamo visto in tv al centro della pandemia, e grazie al programma Rai le immagini non sono quelle di una Cina spettrale, ma di un paese bellissimo, di paesaggi incredibili, di città futuristiche e antiche tradizioni. Che bellezza immaginarsi in quelle terre, con poche cose e tanta voglia di conoscere, curiosità da scoprire e avventure da affrontare.
Vorrei non finisse mai, una boccata di libertà e poi il piacere di liberarsi anche solo per poco di tanta incertezza e preoccupazione. La Rai con Costantino fa bingo anche negli ascolti , sempre sul podio e superato solo dalla saga di Harry Potter e dalla rete ammiraglia. Un fenomeno social la trasmissione con i suoi blog ed i gruppi dedicati per commentare le tappe e le coppie di Pechino, dispute nelle famiglie sul chi verrà eliminato o chi vincerà la prova immunità, ma finalmente senza televoto, senza numeri da comporre e senza sms da inviare.
Dipendente dal cellulare, il martedì sera lo lascio e mi dedico a Rai 2 e volo in giro per il mondo, tifando e esplorando angoli della terra non tutti ancora visitati. Come farò tra una settimana senza Costa, senza la sua ironia un po’ british e un po’ partenopea, la sua eleganza, il suo total black, le sue espressioni di sorpresa, il suo sarcasmo, i suoi raffinati rimproveri e quella vena di malizia che colpisce sempre? Un perfetto Caronte, uno sherpa, un personaggio televisivo che “ce ne fossero”. Mamma Rai questa tv mi piace moltissimo, una tv che intrattiene e fa cultura, un misto di geografia, storia, scienza, spettacolo, cucina e molto altro senza muri, barriere e soprattutto tutti uguali e tutti diversi, tutti in gioco. Niente luci e riflettori, niente tuttologi, niente liti create ad arte, niente show fine a se stesso, in Pechino Express lo spettacolo sono i luoghi, i popoli che si incontrano, le esperienze umane, i caratteri, i difetti , i pregi di chi gareggia, e anche le lingue locali.
Non ultimo il piacere di vedere la tempra, tutta italiana eccetto qualche eccezione, dei viaggiatori, la capacità che abbiamo di cavarcela, di recitare quando occorre e di sorridere, per non parlare della mimica quando l’italiano non serve e quando l’inglese non basta, e con orgoglio, quello che dovrebbe sempre accompagnarci, la gioia delle popolazioni locali di ospitare e aiutare “italiani”. Giusto dare una scossa al nostro servizio pubblico perché se vogliamo sappiamo fare grandi cose, con maestria ed ingegno. La bandiera rossa di Pechino Express è il simbolo di una televisione che diverte e informa, che fa riflettere e intrattiene.
Ieri sera nella semifinale in Corea del Sud, la più giovane tra le concorrenti, Nicole, ha dichiarato che per lei ogni coppia ha un messaggio da dare, credo che abbia proprio ragione, c’è anche questo ognuno partecipa raccontando una storia, mettendosi a nudo, mandando un messaggio, le difficoltà di un viaggio lungo senza soldi e senza comodità ci regala anche uno spettacolo umano che non ha per forza uno schema, una regola da seguire, le emozioni escono fuori come nella vita di tutti i giorni senza filtri.
In attesa della finale che incoronerà i vincitori a Seul martedì prossimo, aspetto con impazienza gli 84 km che separano le tre coppie dall’ultima bandiera rossa da raggiungere, non vedo l’ora di sorridere con intelligenza ai commenti di Costantino Della Gherardesca e di premiarlo con la mia presenza in un applauso virtuale, in attesa che il virus ci permetta di realizzare al più presto una nuova edizione di Pechino Express.
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