Bastava una telefonata per installare sul vostro cellulare Pegasus, uno spyware, un software in grado di raccogliere tutte le informazioni e i dati presenti sul dispositivo. E non era neanche necessario rispondere perché il virus si attivasse. Una società israeliana, la Nso Group, è riuscita a bucare la crittografia end to end di WhatsApp, finora invalicabile. Questa storia, scovata dal Financial Times, è stata confermata dal portavoce di Facebook, l’azienda che possiede l’app.
Neanche la Nso, che l’ha inventato, ha negato l’esistenza di Pegasus, ma assicura che è stato prodotto per uso esclusivo di agenzie governative e forze di polizia impegnate nella pubblica sicurezza e nella lotta al terrorismo: «Nso non ha mai voluto, né potuto, usare la propria tecnologia per prendere di mira persone od organizzazioni».
Google, che a Monaco di Baviera ha inaugurato il Gsec, il nuovo centro ricerca dedicato alla sicurezza globale, ha lanciato un fondo da 10 milioni di euro per supportare aziende no profit, università e istituzioni di ricerca a sviluppare progetti legati a privacy e sicurezza.
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