Bastava una telefonata per installare sul vostro cellulare Pegasus, uno spyware, un software in grado di raccogliere tutte le informazioni e i dati presenti sul dispositivo. E non era neanche necessario rispondere perché il virus si attivasse. Una società israeliana, la Nso Group, è riuscita a bucare la crittografia end to end di WhatsApp, finora invalicabile. Questa storia, scovata dal Financial Times, è stata confermata dal portavoce di Facebook, l’azienda che possiede l’app.
Neanche la Nso, che l’ha inventato, ha negato l’esistenza di Pegasus, ma assicura che è stato prodotto per uso esclusivo di agenzie governative e forze di polizia impegnate nella pubblica sicurezza e nella lotta al terrorismo: «Nso non ha mai voluto, né potuto, usare la propria tecnologia per prendere di mira persone od organizzazioni».
Google, che a Monaco di Baviera ha inaugurato il Gsec, il nuovo centro ricerca dedicato alla sicurezza globale, ha lanciato un fondo da 10 milioni di euro per supportare aziende no profit, università e istituzioni di ricerca a sviluppare progetti legati a privacy e sicurezza.
CLICCA QUI e ricevi gratuitamente anteprima completa via mail per un mese
Apollo e Dafne (Ovidio, Metamorfosi, libro I). “Fer pater… opem… qua nimium placui mutando figuram!”.…
Il LinkedIn Top Post di oggi è di Marco Loguercio che ci introduce al tema…
L’autore ci svela il suo segreto, non è stata la conoscenza a portarlo in alto,…
Negli ultimi anni è cresciuto un sentimento contrario alla produttività sempre più diffuso tra i…
Si conclude domani a Roma, alle ore 10.30, presso l'Archivio di Stato, Sala Alessandrina -…
Avete mai immaginato un'interazione con l'AI ancora più intuitiva e creativa? ChatGPT 4o, ora nella…