Lo smartphone e la tecnologia hanno ormai unito tutte le generazioni che per consuetudine sono ancora divise in base alla data di nascita.
Ancora oggi i piani marketing delle aziende nazionali e internazionali si basano sull’osservazione costante di target “anagrafici” per inventare e vendere prodotti e servizi che attirino il loro interesse. I più monitorati e osservati sono i Millenial e la Generazione X, perché si crede che queste due generazioni rappresentino il futuro economico del mondo intero; di loro ormai sappiamo tutto.
Questo modo di operare rappresenta, secondo me, il passato perché con l’avvento del marketing empatico il capitale umano si rivela essere la maggior ricchezza delle imprese e delle nazioni. Il nuovo mondo online non raggruppa le persone per età anagrafica, ma in base ai loro gusti e acquisti. Il brand assume così una forte identità basata sulla verità e sul rapporto umano che coinvolge tutte le leve di marketing dell’azienda, che suonano insieme la stessa armonia, sia all’interno che all’esterno, ed il direttore d’orchestra è il marketing empatico.
Perennial è una parola coniata da una visionaria imprenditrice tecnologica, Gina Pell, che nel 2016 introduceva una nuova visione sul mondo generazionale. Come tutti i visionari era troppo in anticipo sui tempi, ma io ne ero rimasto subito affascinato fino a chiamare il mio team di Empathy Designers “Perennial”. Ho così incominciato due anni fa a spiegare alle aziende alle quali mi presentavo il perché del nome, a chi si riferiva, ed i valori delle persone Perennial, parola che non ha niente a che fare con l’età. La maggior parte degli interlocutori alla fine della spiegazione mi dicevano che anche loro volevano unirsi al mondo dei Perennial, perché ne condividevano la filosofia e l’umanità.
Prendo le parole da uno dei primi articoli apparsi in Italia: “I Perennial siamo tutti noi, di tutte le età. I Perennial non hanno età perché lavorano sui valori della vita che sono patrimonio di tutti e operano allo stesso modo usando la tecnologia. I loro acquisti vengono fatti sia nel fisico sia nel digitale.
Certamente per alcuni prodotti e servizi vengono ancora tenute in considerazione delle divisioni in base all’età anagrafica, ma ormai le classi generazionali sono così mischiate e confuse tra loro che il marketing richiede un profondo ripensamento. Amazon e Netflix, per esempio, suggeriscono ai loro clienti (15-80 anni) ormai profilati, prodotti e titoli di film NON IN BASE ALL’ETA’, ma ai loro gusti, tendenze, abitudini e passioni. Il vero Marketing Empatico non pensa ad una generazione, perché gli stereotipi generazionali vengono ignorati a favore dei dati comportamentali.
I Perennial hanno riscoperto i dischi in vinile, il piacere della solidarietà e della sostenibilità, della condivisione; hanno spesso adottato un modo di comperare ”fashion” nei temporary etici delle onlus, riutilizzano le merci invece che buttarle, hanno riscoperto gli artigiani, il piccolo negozio sotto casa, la piacevole sensazione di voler essere utili alla società e premiano i Brand che seguono questa loro filosofia di vita.
Noi Perennial siamo anche influencer di piccoli o grandi masse, ma non tanto per quello che comperiamo o indossiamo, bensì per quello che il nostro cuore sa raccontare. La voce del cuore non conosce la menzogna quando racconta e per questo i Perennial si uniscono in masse e in movimenti con l’aiuto della tecnologia che li chiama a raccolta.
Quando ci salutiamo non ci stringiamo la mano, ma ci abbracciamo per sentire il profumo dell’anima dell’altro come il popolo degli Innuit. Noi Perennial “siamo esseri umani in perenne fioritura”, interessati, gente di tutte le età, che vive nel presente, che sa che cosa accade nel mondo, che è sensibile ai problemi dell’altro, che si tiene aggiornata sulle evoluzioni della tecnologia, dei social, delle App. Viviamo nel presente e ne sentiamo lo sviluppo, siamo aggiornatissimi sui cambiamenti di tutti i settori. Siamo gente coinvolta, curiosa, collaborativa, interessata agli altri e capace di aiutarli a crescere.
Siamo appassionati, entusiasti, visionari, creativi, fiduciosi verso i nostri collaboratori che sappiamo difendere con coraggio quando si trovano in difficoltà. Sappiamo mettere l’umanità al primo posto tra i nostri valori, siamo di mentalità aperta, capaci di assumerci i rischi senza dare la colpa agli altri in caso di fallimento, non facciamo parte di nessun decennio specifico perché non abbiamo età anagrafica, ma solo affinità elettive.
I Perennial, come me e come tanti altri, sono persone comuni che si sentono di condividere gli stessi valori empatici. I Perennial siamo tutti noi, uniti nei valori e da quella umanità che ci rende unici.
Insieme agli amici di Moondo condividiamo questi valori e con grande piacere inauguriamo la rubrica “Perennial Social Club“, la porta è aperta! Chi si vuole unire?
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