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Placido Domingo, altro caso di giustizia senza processo

Giustizia sommaria, colpevolezza senza processi? E’ diventato ormai usuale, distruggere carriere,famiglie, persone in maniera sommaria e arbitrale.

Questa volta è il grandissimo tenore Placido Domingo al centro dell’attenzione o per meglio dire sul patibolo. Per i media mondiali è già stato processato e condannato e nessuno si è schierato dalla sua parte e neanche a favore di una giustizia che dovrebbe prima vagliare i fatti e constatare le responsabilità. Placido Domingo è stato accusato da una ventina di donne di molestie sessuali, il 78enne artista ha negato di aver esercitato potere e ricatto, rispondendo che tutti i rapporti sono stati consensuali. Il cantante ha dovuto annullare la sua esibizione prevista nell’aprile 2020 in vista delle Olimpiadi di Tokyo, dopo aver rinunciato alla direzione dell’Opera House di Los Angeles, ruolo che ricopriva dal 2003. E così per Domingo è iniziato un fuoco di fila, infatti molti teatri hanno cancellato le date dei suoi concerti e delle partecipazioni. Una voce straordinaria che ha incantato pubblico e critica, un uomo sorridente e sempre pronto a collaborare con iniziative benefiche e grande protagonista di eventi mondiali.

Due giorni fa Andrea Bocelli, dagli Stati Uniti in un’intervista all’ Associated Press ha dichiarato:”Mi hanno insegnato che prima di una sentenza definitiva c’è un processo e non mi risulta ci sia un processo a carico di Placido Domingo. E’ assurdo che diversi teatri abbiano cancellato le sue esibizioni”. La voce di Bocelli , famosa per il timbro inconfondibile e per il perfetto connubio tra lirica e pop, interrompe il silenzio sulla vicenda, la prima star a prendere le difese di Domingo:”Una dice: mi ha molestato. E hai un uomo distrutto”, Bocelli così si è opposto alla deriva del #MeToo: “Sono sconvolto da quanto è accaduto a Placido Domingo. Non capisco come una signora possa dire semplicemente: 10 anni fa Bocelli mi ha molestato, e da quel giorno nessuno vuole più esibirsi con me né i teatri dell’opera mi chiamano più. Le persone dovrebbero distinguere tra la moralità delle figure pubbliche e la loro arte”. 

Si accendono , così, i riflettori su una vicenda che nell’ultimo periodo ha interessato altri noti personaggi come Kevin Spacey e Fausto Brizzi. Incolpiamo i media, i social e il mondo della comunicazione, e dimentichiamo che in questo modo vanifichiamo il potere giudiziario, che nonostante, archiviazioni , false accuse e strumentalizzazioni, vede sminuito il lungo e delicato lavoro. Forse dovrebbero essere proprio avvocati, pubblici ministeri, investigatori e giudici a fare chiarezza su ciò che accade, le macchine del fango diventano incontenibili e spettacolarizzano la giustizia. Le accuse al tenore spagnolo verranno accertate ma per adesso Domingo non canterà alle Olimpiadi di Tokyo,Kevin Spacey non ha continuato la celeberrima serie “ House of Cards” e Brizzi non ha potuto comparire in tv e sui mezzi di informazione per la promozione del suo film natalizio.

Tutto questo fa parte di un tritatutto che è diventato la passione della gente, è la perdita dei valori è lo stordimento che generano i social è l’ informazione alla portata di tutti? E soprattutto ha ragione Bocelli quando parla di distinguere sulla moralità: il giudizio morale della persona dovrebbe essere distinto da quello artistico?

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Tiziana Buccico

Tiziana Buccico, napoletana verace, classe 1969, da sempre appassionata di politica, cultura e Medio Oriente. Un passato di uffici stampa tra cui l’Istituto italiano per gli Studi filosofici. Poi giornalista di pagine di cultura e società, come “moscone” per i quotidiani “La Città” e "il Corriere del Mezzogiorno”. Ha lavorato per uffici stampa politici e istituzionali (Regione Lazio e Consiglio Regionale del Lazio), organizzando eventi e campagne elettorali. Pezzi di vita vissuti tra Gottingen, Vienna e Parigi, viaggi avventurosi e curiosi. Per otto anni, sino al 2017, è stata in Iran per seguire marito e famiglia ma occupandosi a tempo pieno della Scuola Italiana “Pietro della Valle” di Teheran, come Vice Presidente . Da allora la passione per i viaggi e le culture diverse è cresciuta e si è anche trasformata in una rubrica Treccani dal titolo “Via della Seta”. Rientrata in Italia si occupa di social, politica, giornalismo ed eventi culturali mantenendo così un filo diretto con quella parte del mondo che le ha cambiato la vita. Social media manager dell’Istituto Garuzzo per le Arti Visive.

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