Sfogliando il New York Times

Sabato sera a New York, 4 luglio 2020

Anche questo sabato, New York e’ tutta chiusa per spettacoli con pubblico, per timore che addensandosi la folla, si passi facilmente il contagio. 

Ma questo e’ un sabato speciale, e’ il 4 luglio, festa dell’indipendenza, il giorno festivo piu’ importante d’America. Tradizionalmente citta’ grandi e piccole preparavano spettacoli di fuochi d’artificio a cui accorrevano enormi folle. Il piu’ famoso era quello di New York, organizzato da Macys (grande catena di negozi), con la folla sparsa soprattutto lungo un’autostrada urbana che corre lungo la parte orientale di Manhattan. Quest’anno saranno in TV, come tutto il resto. 

Non cosi’ , naturalmente, Trump che ha deciso di andare a tenere un discorso alla base del Mont Rushemore, la famosa montagna scolpita con le effigi di Washington, Jefferson, Lincoln e Theodore Roosvelt, invitando apertamente gli spettatori a non portare la mascherina e a non rispettare le distanze di sicurezza. Siamo alla follia. Stati e contee fanno di tutto per limitare il contagio, contando proprio su mascherine e distanze, e il presidente fa e dice il contrario.  E nel discorso siamo arrivati a inventare il concetto di “fascismo di estrema sinistra”. Ne cito testualmente due passaggi: “ La nostra nazione sta vivendo una campagna senza pieta’ per cancellare i nostri valori e indottrinare i nostri bambini”. “Non fate, non fate errori, questa rivoluzione culturale di sinistra e’ disegnata per cancellare la rivoluzione americana”. 

Scrivo queste cose con un forte senso di nausea, e torno quindi al sabato sera a New York.

Come sempre ieri sera venerdi’, a cinema chiusi, hanno aperto, in TV, i nuovi films della settimana. !2 titoli, di cui uno di Werner Herzog “The family romance”, un ibrido fra documentario e film; uno “ The truth” con Catherine Deneuve (sempre bellissima) e Juliette Binoche, diretto da un regista coreano alla sua prima esperienza fuori dalla Corea; uno “Welcome to Chechnya” sulla persecuzione degli omosessuali in Chechnya.; due documentari cinesi sulla Cina; uno “Skyman” che si puo’ vedere anche – dove ci sono – nei cinema con spettatori nelle loro automobili;  degli altri sei,  cinque americani e uno tedesco.

Ed e’ arrivato in TV, proprio ieri sera, Hamilton, grandissimo successo a Broadway nelle scorse stagioni, quando tutti i teatri erano aperti e affollati, filmato con pubblico in sala nel 2016 e tenuto da parte per quando il musical cominciasse a perdere pubblico e giustamente messo in TV adesso che il pubblico e’ zero.

E molti programmi TV, alcuni dedicati all’arte, girati appositamente per il momento.

E i ristoranti, fondamentali per la vita sociale cittadina. Molti hanno riaperto col permesso di servire solo all’aperto. E col bel tempo, le strade cittadine si sono rianimate soprattutto di giovani.

 Sperando che sabato prossimo le cose vadano un po’ meglio, e mi consentano di invitarvi in piu’ posti, non proprio solo in TV

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Umberto Bonetti

Umberto Bonetti, nato a Torino nel 1938, laureato in legge e scienze politiche Carriera: RAI di Milano (1962/1967), RAI di Montevideo (Uruguay) (1968/1974), RAI CORPORATION (1974/2000) a New York e Los Angeles. . Dal 2000 in pensione, con vari incarichi di consulenze. Volontariato: Peace Corps in El Salvador, United Nations in Sudan, Unesco in Afghanistan, Unione Europea in Bangladesh. A New York: Metropolitan Museum, Meals on Wheels (distribuzione pasti).

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