Alcuni anni fa a Abidjan mi imbattei in un ristorante italiano prelibato, proprio da stelle Michelin. Come mai l’autore di tanta squisitezza opera in Africa subequatoriale e non a Milano, Parigi o Londra? Mi spiegò l’oste: “Io, meridionale, qui mi sento bianco”. Da allora ho sempre gioito dell’immigrazione proveniente da un sud più profondo del nostro. Un po’ per il senso di ospitalità e accoglienza che ci ha sempre contraddistinto, ma soprattutto perché, aiutandoli, mi sono sentito più bianco. Ora gruppi di vigliacchi li aggrediscono senza rendersi conto che, così, si diventa più negri di loro.
Non siamo tifosi solo nello sport. Ci appassiona sempre l’agonismo, persino in politica. Archiviate le ultime campagne elettorali altre sono imminenti. Tra poco ci contenderemo il successo nelle rimanenti regioni d’Italia. L’entusiasmo con cui seguiamo i confronti tra partiti, ha indotto il legislatore a non concentrarle tutte in un election day, ma a diluirle in diversi gli appuntamenti. Così la tensione rimane sempre viva, aumentano le spese, i giornali possono aizzare i lettori e il governo dedicarsi alla ricerca del successo, anziché alla buona gestione del paese, cui non siamo molto interessati.
Si tagliano alberi a centinaia a Zagarolo. Peccato. È un patrimonio prezioso. Solo Ursula Andress si scandalizza. Gli altri residenti si adeguano al crimine ambientale. Il sindaco spiega che è tutto in regola, ci sono le autorizzazioni. L’abuso è legittimo. Se i butta giù una foresta in piena campagna è per lo sviluppo del territorio. L’attrice continua a ripetere che è un crimine. Evidentemente non ci sta più con la testa. Crede di essere ancora in Svizzera. Non si rende conto che è in Italia, dove i misfatti sono corredati da documentazioni impeccabili. Siamo ladri – non ricordi, Ursula? – mica scemi.
Del diario di Anna Frank si vendono ormai poche copie. Eppure da quelle parole innocenti prorompe il dramma della crudeltà e della follia. L’apparire qua e là di croci uncinate e scritte antisemite non può predire una recrudescenza di nazismo né di quel fascismo. Nessuno vuole essere spettatore di un tremendo orrore che oggi non si può nemmeno concepire. È probabile che l’ignoranza associata a una rabbia inconscia crei un diversivo alla noia che caratterizza questa generazione. Hanno quasi tutto, tranne ideali e sentimenti. Basterebbe una maggiore immissione di cultura.
Francesco e i suoi fan si aspettavano che, avendo abdicato per motivi di salute, Benedetto XVI intendesse ritirarsi in un eremo per curarsi e dedicarsi a tempo pieno alla preghiera. Invece, è in piena forma ed è rimasto in Vaticano, col fiato sul collo del successore. Ora assieme al cardinale Robert Sarah, 74 anni, guineano, dell’ala più conservatrice del clero, ha persino scritto un libro, “Dal profondo del nostro cuore”. Il tema è il celibato dei sacerdoti ed è trattato in maniera imbarazzante perché del tutto opposta al pensiero del Papa in carica. Da qui il suggerimento di togliersi dai piedi.
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