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Se rischia la vita in patria, l’immigrato, anche se assassino, non può essere espulso

La Corte europea dice che gli immigrati, che rischiano la vita o la persecuzione in patria, non possono essere espulsi neanche se commettono un reato grave. Il caso riguarda un ivoriano, un congolese, e un ceceno che si sono visti revocare dal Belgio e dalla Repubblica Ceca lo status di rifugiato, perché considerati una minaccia alla sicurezza o condannati per un reato particolarmente grave.

Se rischia la vita in patria, l’immigrato, anche se assassino, non può essere espulso (pixabay.com)

Una sentenza che cozza con il Decreto Sicurezza dove si prevede il rimpatrio per tutti gli immigrati condannati per una serie di reati. Appena saputa la notizia, il ministro dell’Interno ha commentato: «Ecco perché è importante cambiare questa Europa, con il voto alla Lega del 26 maggio. Comunque io non cambio idea e non cambio la legge: i “richiedenti asilo” che violentano, rubano e spacciano, tornano tutti a casa loro. E nel Decreto Sicurezza Bis norme ancora più severe contro scafisti e trafficanti».

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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