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Social Media e censura

I Social Media ci danno gioie e dolori. Milioni di italiani sono utenti attivi, passano (alcuni) ore e ore alla tastiera del Pc, smanettano allegramente o furiosamente sui loro smartphones: postano, condividono, vendicchiano, propongono eventi, etc… Una parte di questi usa i Social Media per promuovere le proprie idee, lanciare nuovi partiti, sostenere o azzannare alla gola leaders politici e alcuni (sempre più) vengono censurati, bannati (chiusura degli account), impossibilitati a monetizzare.

I sostenitori del libero pensiero, della libera espressione, della democrazia digitale, gridano allo scandalo e sbandierano la Costituzione, salvo poi rimanere impotenti, inchiodati dal famigerato “I accept” che li costringe a sottostare ai Termini e Condizioni d’Uso che non avevano letto al momento dell’iscrizione. Ma che sta succedendo? Come mai i giovanotti di Silicon Valley che si erano presentati come grandi alfieri della Libertà ora arruolano “segnalatori” crudeli che vigilano sui contenuti “scomodi” e ti condannano al silenzio?

Poniamoci 3 domande essenziali!

  1. Chi possiede oggi in Borsa l’azionariato di FB, Alphabet/Google/YT, Twitter and Co.? Ed esercita grazie alle quote possedute il “diritto di voto” nelle assemblee?
  2. Per chi lavorano oggi i Social Media?
  3. In che modo esercitano il loro potere sugli Utenti ?

Andiamo su un sito che fornisce informazioni finanziarie (per esempio Yahoo! Finance) e scopriamo che:

Tutti i Grandi Social media: Youtube, Facebook, Twitter, LinkedIn… ma anche Amazon, Pay Pal, Cisco, Apple, Microsoft e altri Giganti digitali tra cui il cinese Ali Baba, hanno visto negli ultimi 10 anni salire e raggiungere posizioni di “controllo”, all’interno del proprio azionariato in Borsa, 2 Macro Soggetti: Investitori Istituzionali e Fondi comuni d’Investimento USA/UK based.

Quindi “il controllo” è sfuggito ai Fondatori originali e oggi spetta ad altri. A Chi? Il controllo è finito nelle mani dei Re della Gestione Patrimoniale (Asset Management) che gestiscono nel mondo cifre astrali e che sono – grazie a incroci proprietari – l’uno Socio dell’altro. Una cupola, un’oligarchia, un’elite planetaria che è origine e fine ultimo del capitalismo finanziario. Gente che non conta più nè milioni, nè miliardi di dollari o euro, ma solo TRILIONI (migliaia di miliardi).

I primi 4 nella classifica mondiale si chiamano: Vanguard, Blackrock detta la FED ombra (7 trilioni di dollari USA gestiti), State Street e Fidelity. Per avere un ordine di grandezza, diciamo che “i 4 partners, insieme” hanno gestito nel 2019 cifre oscillanti tra 15 e 20 trilioni di dollari e che tale cifra è destinata a salire fino a 40 trilioni nel 2030. A quel punto sarà equivalente a 1/2 dell’intero PIL del Mondo.

Mappa del capitalismo finanziario

Nella classifica che li riguarda – per fare un paragone – la nostra Generali, con il suo rispettabile 1/2 trilione di dollari gestiti, è al 38° posto. Questi 4 Conglomerati Finanziari investono e tentano di orientare qualsiasi attività umana “collocata” in Borsa , cioè TUTTO… ma nel caso dei Social Media sono particolarmente presenti (limitiamoci agli investimenti in Facebook e Google):

  • di Facebook – che vale in Borsa 536 MLD $, cioè l’equivalente di TUTTE le 231 Aziende Italiane quotate a Milano – i 4 posseggono il 30% delle azioni;
  • di Alphabet/Google – che vale in Borsa 817 MLD $, cioè l’equivalente del PIl di Portogallo, Danimarca e Ungheria messe assieme – posseggono il 20% delle azioni;

Sono pacchetti di controllo molto pesanti in grado di orientare qualsiasi scelta strategica. In sostanza i 4 decidono le politiche aziendali. Ora facciamoci un’altra domanda chiave.

Con quali soldi operano i Fondi e comprano queste azioni?

CON I RISPARMI DI UNA PARTE DEGLI ABITANTI DEL PIANETA, che li li affidano a loro sperando di avere vantaggi economici. Che comunque ci sono… eccome. Perchè i 4 sono – fra l’altro – bravissimi a produrre Valore di scambio e viaggiano ad una media di +10% l’anno negli ultimi 10 anni. Forti soprattutto dei sostegni finanziari dei 4, FB e Alphabet-Google prosperano in Borsa.

Per chi lavorano ormai i Social Media?

Ma, al dunque, per chi lavorano ormai i Social Media? Non certo per i loro Utenti che sono solo una merce da scambiare. E qui entriamo nell’argomento bollente. Lavorano soprattutto per:

  • Fondi (Asset Management) che considerano i Social media uno “stetoscopio del mercato” e che hanno puntato sulla Internet Generation considerandola la “massa di umani” che dovrà scegliere in futuro come investire, cosa comprare e cosa votare;
  • Servizi Segreti USA (la NSA) alla quale forniscono i nostri Big Data (in ottemperanza al Patrioct Act – una Legge USA del 2001 che impone a chiunque tratti Big Data di fornirli al Governo per prevenire il terrorismo);
  • Cartello delle multinazionali della Pubblicità e delle Corporations, alle quali “affittano” i nostri Big Data per le campagne targhettizzate e per conto delle quali inseriscono messaggi pubblicitari… Dove? In gran parte all’interno dei Contenuti Generati dagli utenti stessi.

E qui si chiude il cerchio di quella – che da molti analisti – è considerata la più Grande Truffa della Storia del Pianeta ai Danni dei Popoli. In sostanza:

  1. Con i soldi dei risparmiatori mondiali… cioè di parte dei popoli, si tengono in piedi mirabilmente i grandi Gestori di Patrimoni che investono (anche) nei Social network;
  2. Con i Big Data e i Contenuti degli Utenti (che ammontano a 2,5 Bn)… cioè 1/3 della popolazione mondiale, si effettua il Controllo Sociale sugli stessi Utenti e si organizzano Consumi e Stili di Vita favorevoli alle Elites;
  3. Contemporaneamente i lobbisti dei diversi poteri coinvolti impediscono la formulazione di norme favorevoli agli Utenti e alla Società Civile.

E questa era solo la prima fase, che è durata fino alla Brexit e all’ingerenza nelle Elezioni USA.

LA NUOVA FASE : IL SETACCIO DELLA INTERNET GENERATION

Nella fase attuale – dopo i noti scandali e su chiamata dei Governi – i Social media sono chiamati ad agire come Inquisitori/Valutatori della nostra libertà di pensiero e di espressione e a censurare – se vogliono – ogni forma di possibile dissenso democratico. In sostanza: in progress fuori dalle palle tutti i dissidenti! Una caccia alle Streghe digitali che è solo agli inizi. Un’inquisizione algida e occulta che prima ti ha invitato a manifestare liberamente il tuo pensiero, ti ha messo nel mirino e ora ti manda al rogo.

Effetto finale: i risparmiatori, proprietari originali dei Capitali e gli Utenti, proprietari dei contenuti e dei propri dati, e quindi idealmente comproprietari anche della Rete, sono tenuti a catena corta e trattati da servi della gleba digitale da un gruppo di dominus (quasi sempre occulti). Eppoi ci si meraviglia se il dibattito democratico in rete si riduce ad una tifoseria da Stadio?

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Glauco Benigni

Glauco Benigni, laureato in Sociologia, giornalista-scrittore. 20 anni da inviato e media editor presso il quotidiano La Repubblica, poi 15 anni in Rai, dove è stato responsabile delle relazioni con la Stampa Estera e della Promozione di Rai International. Autore-conduttore di programmi tv e consulente di grandi aziende (Eutelsat, Rai Trade, Sipra, Fininvest). Insegna Global Communication. Ha fatto più volte il Giro del Mondo. Google fornisce 18.000 documenti che lo riguardano direttamente. Gestisce 2 canali Youtube, un Blog e 2 pagine Facebook. Tra i suoi libri : Re Media, Apocalypse Murdoch, Youtube-The story, Gli Angeli Custodi del Papa (tradotto in diverse lingue) e la quadrilogia Web Nostrum.

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