Se vi piace viaggiare o se siete persone curiose (o entrambe le cose), vi consiglio di leggere il libro “THE LONG ROAD TO CULLAVILLE“. Ci sono diversi modi in cui possiamo viaggiare e uno di questi è viaggiare con la nostra mente soprattutto quando leggiamo un buon romanzo che ci porta in un altro paese e/o avanti o indietro nel tempo.
Parlando di viaggiare con la mente leggendo un libro, con “LA LUNGA STRADA PER CULLAVILLE” Boris Kester fa proprio questo, ci porta con sé nei suoi lunghi ed avventurosi viaggi.
Leggendo le pagine del libro sembra di essere lì con lui mentre visita l’antica città di Sana’a con le alte e strette case di terra con le loro facciate decorate, quando conosce Nana, quando fa jogging a Isfahan, quando con altri compagni di viaggio si imbatte in un banchetto di nozze a Samarcanda o quando visita il centro di Mogadishu in Somalia o scende il fiume Sepik in Papua Nuova Guinea su canoe che trasportavano noci di areca (che sono molto popolari per i loro effetti psicoattivi).
Sono molte le storie che mi hanno affascinato, le mie due preferite sono il viaggio in Yemen e quello in Papua Nuova Guinea quando Boris Kester scrive 《the journey is the adventure, the experience, the highlight that I have come for and the destination is becoming increasingly unimportant.》
Le parole che usa alla fine del libro quando ha raggiunto l’obiettivo di visitare tutte le nazioni del mondo sono parole che sottolineano l’importanza della curiosità nella vita: 《I may have visited all the countries now, but there are many places I still want to see and things I want to do. The curiosity that made me want to travel on and on is still as strong as it was before.》
Più in piccolo rispetto alle sue avventure sicuramente, ma quando Boris scrive nel capitolo finale che spesso è andato fuori dal sentiero battuto alla ricerca di avventura mi ha fatto tornare alla mente tutte quelle volte che da piccolo viaggiando con i miei genitori e mio fratello Andrea spesso arrivavamo in posti dove eravamo i primi italiani (e a volte fra i pochi turisti stranieri) ad aver visitato un posto.
Questo libro parla anche dell’importanza del fato nelle nostre vite a partire da dove nasciamo e chi sono i nostri genitori e se loro ti trasmettono, come nel caso dell’autore, un assaggio di avventure.
Viaggiando e prendendosi dei rischi Boris Kester ha concesso al fato ogni occasione di fargli vivere ogni sorta di avventura.
Non è un invito ad essere spericolatə, ma di aprirsi all’essenza del viaggiare che è per sua natura sconosciuta ed imprevedibile.
Il libro è un invito ad affrontare la realtà che 《i rischi fanno parte della vita e del viaggiare》 e che possiamo vivere 《le più belle avventure se siamo prontə ad accettare anche i potenziali rischi connessi.》
La vita ci può riservare esperienze bellissime se ci apriamo veramente e la viviamo a pieno riscoprendo e coltivando la curiosità, lasciando i propri pregiudizi a casa assieme agli stereotipi e ai clichés.
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