Gente di Moondo

The Oddroots, Oscar Mayer è il loro singolo di esordio dopo la vittoria a LAZIOSound

Si chiamano The Oddroots e hanno vinto la categoria Jazzology dell’ultima edizione di LAZIOSound programma promosso dalle Politiche Giovanili della Regione Lazio e rivolto ai giovani artisti under 35. LAZIOSound ha scandagliato il territorio alla ricerca dei giovani talenti dando loro la possibilità di proporsi in una delle cinque categorie: Urban, God is a Producer, Songwriting Heroes, I love Mozart e Jazzology.

Fabrizio Ballistreri, Andrea Paoloemili, Giorgia Giusti, Lorenzo Caciotta, Alessio Carbone, Andrea Ceccarelli, Riccardo Alexander, Luca Masotti, questi gli otto componenti del gruppo che abbiamo incontrato per conoscerli meglio.

Da poco è uscito il vostro nuovo singolo Oscar Mayer un brano che vuole ricordare a tutti di non lasciarsi schiacciare dai messaggi negativi del vivere moderno cosa vi ha spinto a scriverlo?

Il periodo di isolamento e clausura ha fatto ribollire in noi la voglia di reagire e affrontare il nostro mondo con tutti i suoi problemi. Nonostante siamo consapevoli degli aspetti paradossali e apparentemente insuperabili che regolano il nostro vivere all’interno di questa società, vogliamo credere – o forse sperare – di poter trovare gli strumenti per affrontare quella che nel testo chiamiamo la “global mass distraction”. La musica è sicuramente uno di questi strumenti!

Questo singolo arriva dopo la vittoria nella categoria Jezzology di LAZIOSound; che esperienza è stata e cosa vi ha lasciato?

È stata una bellissima esperienza che ci ha dato forza e consapevolezza. Possiamo dire che sia stato il nostro “debutto in società”, la prima volta che abbiamo ottenuto un riconoscimento esterno al nostro lavoro. Nonostante l’unico riconoscimento che davvero ci sta a cuore sia quello del nostro pubblico – possibilmente dal vivo ai concerti – LAZIOSound ha rappresentato certamente un passo importante all’inizio della nostra carriera come band.

The Oddroots significa letteralmente ‘le strane radici’ e le vostre sonorità affondano le radici (perdonate il gioco di parole) in tanti mondi sonori diversi. Come nasce la vostra musica?

Il gioco di parole è voluto ed è lì che risiede il concetto del gruppo. In questo caso nel nostro nome è racchiusa l’unione di tante esperienze ed ispirazioni diverse che confluiscono in un tronco unico, come le radici confluiscono nell’albero. Siamo 8 persone e musicisti diversi che hanno deciso di gettare una base comune e cercare, a partire da questa, un linguaggio e delle sonorità nuove e originali.

E i The Oddroots come nascono?

Se dobbiamo trovare un momento decisivo nella nascita del gruppo sicuramente lo possiamo individuare in un concerto di quattro anni fa, quando io (Andrea, sax tenore) e Bizio (Fabrizio Ballistreri tromba) suonammo in apertura ai New York Ska-Jazz Ensemble ad Acrobax. Quel giorno in noi prese forma la necessità di fondare una nostra band che potesse seguire quel sound di cui siamo stati sempre innamorati. Da lì nacque la prima formazione con Andrea Ceccarelli (tastiere) e Alessio Carbone (chitarra), seguiti negli anni dal resto dei componenti: Lorenzo Caciotta (sax alto), Giorgia Giusti (voce), Riccardo Alexander (basso) e Luca Masotti (batteria).

Il brano vede un’ulteriore contaminazione musicale, grazie alla collaborazione del rapper $uru the gem$. Come si è sviluppata questa collaborazione?

Abbiamo avuto la fortuna di conoscere Suru tramite il nostro batterista Luca. Sono bastate poche ore di lavoro in studio alla pre-produzione per trovarci magnificamente in sintonia. È insieme a lui che abbiamo sviluppato la “maschera” Oscar Mayer. La sua personalità e il suo talento hanno permesso di dare un’ulteriore dimensione al brano e lo hanno veramente elevato.

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