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Trump: «La Ue è un nemico»

Trump: «La Ue è un nemico»

Consiglio dato da Donald Trump a Theresa May durante la sua prima visita ufficiale in Gran Bretagna: fare causa all’Unione europea. L’ha rivelato la stessa premier britannica, intervistata dalla Bbc: «Mi ha detto che dovrei citare in giudizio l’Ue. Non entrare in trattative, ma fargli causa. Ma in realtà, no: noi tratteremo con loro». In un’intervista alla Cbc, Trump ha affermato che gli Usa hanno «molti nemici», compresa la Ue: «Non lo si crederebbe dell’Ue, ma sono un nemico». Il presidente statunitense ha indicato anche la Russia come un nemico «in certi aspetti», e la Cina «economicamente». Su quest’ultima ha precisato: «Non vuol dire che sono cattivi. Non vuol dire nulla. Vuol dire che sono concorrenti».

La stravaganza della regina che ha accolto da sola il presidente americano si spiega con il rifiuto dei principi Carlo, William e anche del principe consorte Filippo a incontrare Trump, assai sgradito alla famiglia reale [Ippolito, CdS].

Francia campione del mondo

Vent’anni dopo il primo successo, la Francia è campione del mondo per la seconda volta nella sua storia. A Mosca la nazionale allenata da Didier Deschamps ha battuto in finale la Croazia per 4-2. Nel primo tempo autorete di Mandzukic, poi i gol di Perisic e Griezmann su rigore (assegnato con la Var); nella ripresa in gol Pogba, Mbappé e Mandzukic. «A fine primo tempo la Croazia aveva tirato 7 volte verso la porta della Francia, due delle quali nello specchio. La squadra di Deschamps una sola. E stava vincendo 2-1, perché il gol del primo vantaggio l’aveva segnato Mario Mandzukic, toccando di testa nella propria porta un calcio di punizione di Griezmann. A fine partita, quando la Francia diventa campione del mondo per la seconda volta nella sua storia, i tiri sono diventati 8, ma quelli nello specchio sono ben 6. Contro i 3 (su 15) della Croazia. Molto della finale dei Mondiali di calcio 2018 è tutto qui, in un numero che racconta chi ha fatto la partita e chi l’ha vinta, così come racconta come ha vinto questo Mondiale: senza cioè regalare mai uno spettacolo indimenticabile, ma giocando un calcio di spietata efficacia» [Pellizzari, CdS]. «È la finale delle prime volte: primo autogol, primo rigore con Var, niente prima volta croata. Ma nella partita del Luzhniki si rispettano anche le tradizioni di questo torneo russo: quindi c’è qualcuno che la mette nella sua porta (12° autogol) e c’è la Francia che passa grazie a un colpo di testa dopo un calcio piazzato» [Clari, Gazzetta]. Deschamps è diventato ieri il terzo di sempre – dopo Zagallo e Beckenbauer – a vincere il Mondiale sia da giocatore che da allenatore.

Ong

Gino Strada ha raccontato che la Ong maltese Moas – guidata dalla miliardaria Regina Catrambone – chiedeva a Emergency un contributo di 230 mila euro per ammetterla sulla sua nave. Ha poi fatto salire, grazie a un contributo di 400 mila euro, la Croce Rossa .

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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