Quanto accaduto a Giampaolo e Fabrizia è da giorni sui quotidiani locali e nazionali. Non abbiamo volutamente scritto, un po’ per rispetto, un po’ perchè è nello stile di Moondo non inseguire le notizie, ma fare approfondimento. Avremo tempo e modo per farlo, con calma, per raccontare come la malavita arrivi anche in una provincia ritenuta tranquilla e che invece tranquilla non lo è più, se non agli occhi di chi non vuole (o fa finta) vedere. Dalla redazione, dai collaboratori e dai lettori un abbraccio al Direttore ed a Fabrizia, attraverso le parole di Tiziana Buccico (NdR).
Come tutti i giornali avremmo dovuto raccontare l’accaduto, il famoso diritto di cronaca. Questa volta no, nessuna cronaca, hanno già scritto tutto giornali autorevoli e cronache locali.
I fatti sono dolorosi, sono crudi e toccano il cuore. Ma altra cosa è la rabbia e la paura di chi li ha vissuti. Non potendoci sostituire agli inquirenti, e ormai civilizzati da non pensare ad indagini personali, ciò che resta è l’abbraccio che credo tutti noi vogliamo dare al nostro Direttore e a Fabrizia, quell’abbraccio caldo che in certi momenti ti fa volare lontano dalle sofferenze terrene.
Ma anche perdonatemi la voglia di ribadire che esistono dei diritti sacrosanti, dei valori che neanche la pandemia e i vari DPCM possono cancellare, il diritto di vivere dove si vuole, il diritto di avere cose belle, di avere una bella casa.
Questo mondo bizzarro per non dire orrendo non ci permette di vivere come vogliamo con le cose che con fatica abbiamo conquistato. Nessuno e dico nessuno può sottrarci quello che è nostro, minacciandoci, immobilizzandoci, nessuno. Non ci sono giustifiche e non ci sono circostanze che possano indurre a usare ma e però. Dovremmo poter godere della vita senza paure, senza ansie, senza temere per la propria vita.
E allora come sempre non riuscendo a tacere voglio non solo manifestare il mio affetto, la mia amicizia a due persone speciali, ma vorrei che Giampaolo e Fabrizia potessero cancellare quei lunghi momenti e ritornare ad amare quella terra che era per loro una figlia, quella terra che li ha resi entusiasti, che amano con sincerità e cura, che la paura possa con il tempo lasciare spazio alla voglia più forte e più consapevole di vivere dove hanno scelto di custodire il loro amore e accogliere i parenti e gli amici con quel calore che solo un luogo speciale può fare.
Non sarò stata una buona cronista, non era questo il mio intento, della cronaca dei sentimenti mi importa più dei fatti, i fatti non posso cambiarli ahimè.
“Viviamo nella paura ed è così che non viviamo” come dare torto a questa frase di Buddha!
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