Un anno fa eravamo chiusi in un lockdown surreale e oserei dire paralizzante, per me ha rappresentato di per sé un momento che mi auguro rimanga unico, perché per caso e per gli strani giochi della vita la nostra famiglia si è divisa in due, privandomi non solo delle uscite, della socialità e di mille altre cose ma anche della compagnia quotidiana di mia figlia e mio marito..ma per fortuna diciamo che ritrovarsi è stato meraviglioso. Oggi proprio riflettendo su la surrealità di questa nuova vita a cui tutti bene o male ci siamo abituati, abbiamo deciso con due amiche di fare “un viaggio”, si proprio un viaggio ma improvvisato, un last minute molto particolare. Da Roma Nord a Roma Sud, un’ora e poco più di macchina per attraversare la Città eterna. E con estrema sorpresa ci siamo riscoperte turiste, guardando con stupore il Colosseo ( quello vero non quello di Nimes dell’ultima gaffe della Raggi), il Circo Massimo, Castel Sant’Angelo, S. Giovanni in Laterano, le Mura e gli Acquedotti romani, insomma tanta bellezza in una sola città, tanta magnificenza in pochi chilometri, millenni di storia dietro un finestrino, la voglia di vedere solo il bello e di viaggiare nella città in cui vivi. Ma il “ viaggio” ha in sé un altro “ viaggio”, Frederieke, io, Lou ed Anna siamo dirette in Giappone, si esatto ci dirigiamo verso il Sol Levante sulla Tuscolana.
Ha aperto da pochi giorni “ MINISO” , il primo negozio in Italia, per chi è stato in Giappone , la catena di cui vi racconto è un “must”. Ci ritroviamo in fila sotto una leggera pioggia per entrare in uno dei paesi più incredibili al mondo. Il mio amore e la mia curiosità per il Giappone è antico, e l’anno scorso proprio agli inizi della pandemia, quando quella parte del mondo era l’epicentro del virus, ho trascorso dei giorni indimenticabili tra Tokyo, Kyoto, Nara, un viaggio in un mondo antico e al tempo stesso ultramoderno, ipertecnologico eppure così legato alle tradizioni. E così oggi, senza valigia, carta d’imbarco e passaporto mi sono ritrovata catapultata in quell’arcipelago da favola, le mie compagne di viaggio adolescenti sono felici i loro occhi brillano nonostante la mascherina, la mia compagna di viaggio coetanea è la prova che girare il mondo arricchisce di bellezza interiore ed esteriore. Attraverso Fred (diminutivo di Frederieke) la mia curiosità per la “terra dei ciliegi in fiore” si è concretizzata anche a Roma, olandese di origine ha vissuto per gran parte della sua vita in Giappone , parla tante lingue ma il giapponese è la lingua delle emozioni della gioventù, cucina divinamente tutto ciò che viene da Oriente e rappresenta la mia enciclopedia sul Sol Levante. Tutto facile da “ MINISO”, peccato manchi il sushi che adoro, tutti in mascherina, ma sarebbe stato lo stesso a Tokyo, a Kyoto, a Osaka etc anche se non ci fosse stata la pandemia. Ci immergiamo nel mondo dell’essenziale ma al tempo stesso del particolare, degli oggetti che rappresentano spesso il grande senso di civiltà della cultura nipponica. Grande cura per il corpo, per il trucco, per gli oggetti minimal che però rendono la vita più facile, più comoda, e poi quaderni, penne, gadget di ogni tipo,peccato non ci siano gli origami che ho conservato come tesori preziosi. Tra gli scaffali bianchi ci sono i supereroi della Marvel: gli Avengers, ovunque in tutte le forme e dimensioni, Capitan America, Iron Man, Hulk , Thor e anche Spider-Man, gli eroi di quell’America che ha sganciato la bomba nucleare su Hiroshima e Nagasaki. Ma gli eroi, forse non hanno nazionalità, ci fanno sognare e servono a far dimenticare momenti difficili come questi, ed ognuno di noi ha il suo preferito non solo da bambino ma anche da adulto.
Usciamo felici, sorridenti, con qualche busta, cose utili e cose inutili, souvenir di un “ viaggio”, ricordi di un momento e di un desiderio. Siamo sempre a Roma senza jet lag, ritorniamo alla base dall’altro lato della città, ma Google Maps ci conduce in un altro “viaggio inaspettato”, un fuori programma, temendo di perderci ci troviamo a costeggiare gli antichi acquedotti. E’ una delle strade del Giubileo, scopro con sorpresa e ammettendo l’ignoranza, un lungo tratto dell’ acquedotto Felice, appoggiato alle antiche arcate dell’acquedotto dell’Imperatore Claudio, tra Via del Mandrione e Via Casilina Vecchia. Un quartiere definito pittoresco dalle guide, amato da Moravia e Pasolini, per anni in passato, una baraccopoli con case precarie per famiglie povere, oggi un suggestivo insieme di bar, ristoranti, artigiani,campi coltivati e linee ferroviarie che si intersecano negli archi dell’acquedotto. Fotografo tutto, ci sentiamo delle turiste e siamo felici, felici di vedere cose nuove, di viaggiare, non è il nostro quartiere, non è la stessa prospettiva, non è lo stesso panorama, vedere cose nuove ci basta a regalarci gioia.
Quelle famose piccole cose, che da quando portiamo le mascherine e ci consumiamo le mani con il disinfettante, sono diventate importanti, determinanti, il motore della vita. “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” come dare torto a Marcel Proust, dopo una giornata come questa!
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