Da scarti e sottoprodotti si arriva a ingredienti che potranno così essere riutilizzati per la produzione di nuovi prototipi alimentari, mangimistici, nutraceutici, cosmetici o farmaceutici di elevata qualità, più sostenibili e più efficaci.
Un consorzio internazionale di diciassette membri ha presentato a giugno il progetto “Ingreen” che intende puntare alla riconversione di scarti e sottoprodotti dell’industria agroalimentare e delle acque di cartiera in nuovi ingredienti bio-based da utilizzare in ambito industriale. Alla fine del 2018 la Commissione Europea ha lanciato la nuova strategia sulla bioeconomia con l’obiettivo di migliorare e incrementare l’uso sostenibile di risorse rinnovabili al fine di far fronte a sfide mondiali e locali quali il cambiamento climatico e lo sviluppo sostenibile.
Tra i partecipanti il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari dell’Università di Bologna, il Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie e il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali. L’azione è finanziata con oltre 6,3 milioni di euro nell’ambito della Bio-Based Industries Joint Undertaking (Horizon 2020) e fa parte dei numerosi progetti che si stanno lanciando nell’ambito della Bioeconomia. La sfida che parte con “Ingreen” è arrivare a generare nuove catene di valore bio-based tra settori molto distanti tra loro: da quello alimentare, dei mangimi e dei cosmetici, fino a quello farmaceutico, nutraceutico e dell’imballaggio. Altro obiettivo è incrementare la conoscenza e la consapevolezza della società sui benefici e sulle opportunità dell’economia circolare.
La dottoressa Rosalba Lanciotti, coordinatrice del progetto, ha spiegato che “Ingreen” genererà cinque nuove catene di valore e molteplici interconnessioni tra diversi settori industriali e prodotti bio-based innovativi e funzionali, rispondenti in sicurezza e qualità alle normative europee più stringenti. Saranno elaborati anche standard e requisiti più recenti per le nuove categorie d’ingredienti e prodotti che si potranno ottenere che sarà fondamentale per la creazione di una nuova base normativa per i prodotti biobased. Da scarti e sottoprodotti spesso “problema” si arriva a ingredienti che potranno così essere riutilizzati, in ambiente industriale, per la produzione di nuovi prototipi alimentari, mangimistici, nutraceutici, cosmetici o farmaceutici di elevata qualità, più sostenibili e più efficaci rispetto ai prodotti di riferimento oggi in commercio. Un altro obiettivo è riuscire a produrre, a partire da reflui ad elevatissimo impatto ambientale come le acque di cartiera, un film completamente biodegradabile a base di poli-idrossialcanoati (polimeri poliesteri termoplastici completamente biodegradabili ) da utilizzare in contenitori innovativi ed ecocompatibili, idonei al confezionamento di prodotti alimentari, nutraceutici o farmaceutici.
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