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Uruguay, è evaso dal tetto del carcere il boss della ‘ndrangheta Rocco Morabito

È riuscito a evadere Rocco Morabito, il super boss della ‘ndrangheta arrestato nel 2017, dopo 23 anni di latitanza e che era recluso in Uruguay. Con lui sono scappate altre tre persone.

Rocco Morabito

Originario di Reggio Calabria, Morabito, 52 anni, era detenuto nel carcere Central di Montevideo in attesa dell’estradizione. In Italia è stato condannato a 30 anni in contumacia per un vasto traffico di cocaina tra il Sud America e Milano. A marzo poi il tribunale uruguaiano aveva dato il via libera per l’estradizione. I legali però avevano presentato un ricorso alla Corte Suprema. A sorprendere il fatto che fra pochi mesi, grazie a un cavillo procedurale, Morabito, stando al Corriere della Sera, sarebbe tornato libero. L’estradizione era dunque inutile? Morabito era arrivato in Uruguay nel 2002. Lì il boss calabrese, con un passaporto brasiliano e il nome di Francisco Antonio Capelletto, viveva serenamente in una lussuosa villa con piscina a Punta del Este.

Quando lo avevano arrestato gli avevano trovato in casa carte di credito, assegni, denaro in contanti, 13 telefonini, armi e, parcheggiata fuori, anche una Mercedes. L’altro ieri Morabito s’è fatto ricoverare con i suoi complici nell’infermeria del carcere. La loro fuga è avvenuta nella notte attraverso un passaggio scavato fino al tetto. Da lì i quattro si sono calati in una fattoria. Hanno rubato del denaro alla proprietaria Elina Ituarte, 80 anni, e sono svaniti nel nulla.

Con Morabito sono fuggiti dal penitenziario uruguagio Leonardo Abel Sinopoli Azcoaga, condannato per falsificazione di documenti e furto su richiesta della giustizia brasiliana, Matías Sebastián Acosta González, in attesa della sua estradizione in Brasile, e Bruno Ezequiel Díaz, in cella su richiesta argentina per omicidio.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha definito la fuga sconcertante: «Mi prendo due impegni. Primo: fare piena luce sulle modalità dell’evasione, chiedendo spiegazioni immediate al governo di Montevideo. Secondo: continueremo a dare la caccia a Morabito, ovunque sia, per sbatterlo in galera come merita».

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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