Valeria Cagnina, classe 2001, appena diciottenne è l’italiana più promettente nel campo della tecnologia dell’innovazione e della robotica, tanto da essere inserita da Forbes nei 100 under 30 che secondo la rivista guideranno il futuro del paese.
La sua storia ha dell’incredibile:
“Cerchiamo di stravolgere il metodo scolastico tradizionale, facendo imparare attraverso il gioco e il divertimento anziché con lezioni frontali nozionistiche, conciliamo attività hi-tech e robotiche con altre non tecnologiche”, racconta Cagnina, “perché le persone che partecipano agli incontri appartengono a mondi diversi anche molto lontani dalla robotica, perciò mescoliamo la parte educativa con la narrazione, il gioco e lo sport. Vogliamo dimostrare che si può trasformare la propria passione in lavoro e che questo si può fare a tutte le età, indipendentemente dal background culturale e dalle diversità di genere”.
“Continua a stupirmi che ai bambini di 3 o 4 anni si faccia soprattutto colorare, mentre se stimolati con i giusti canali di comunicazione potrebbero già imparare persino un po’ di robotica. Nella nostra scuola notiamo che fino a 7/8 anni i corsi sono misti, poi man mano che si sale con l’età e che i programmi si focalizzano sul coding, i maschi prevalgono. Lo stereotipo è radicato nelle famiglie e nelle scuole”.
Nel frattempo studia Valeria, come tutti i suoi coetanei, anche se anticipa un po’ i tempi, come scrive sul suo sito: “Ho passato alla fine della 4° superiore i test di ammissione al Politecnico di Milano alla facoltà di Ingegneria. Ho studiato in autonomia per la maturità da privatista (dopo essere stata costretta dalla scuola ad abbandonarla perché non tollerava che avessi un’azienda oltre alla scuola, nonostante i miei ottimi voti). Oggi sono iscritta al Politecnico di Milano alla Facoltà di Ingegneria Informatica”. Piccola parentesi, la scuola italiana invece di favorire ed incoraggiare un piccolo prodigio ne ostacola la crescita, questo dovrebbe far riflettere…
Oggi la base della scuola di Valeria è ad Alessandria ma in futuro vorrebbe aprirne altre in Italia: “Vorrei allargare il panorama d’azione della scuola ad ambiti non solo formativi, includendo anche una vera e propria area di ricerca e sviluppo dedicata alla robotica”.
In bocca al lupo Valeria!
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