Al castello sforzesco di Milano Lionardo, la più grande opera fu proprio la sua eredità con Michele Placido nei panni di Leonardo da Vinci e suo figlio Brenno in quelli del suo allievo Francesco Melzi. Il Giornale: «Ma chi era esattamente Melzi? Nato a Vaprio d’Adda nel 1491, fu pittore pupillo di Leonardo; dopo aver conosciuto il maestro in occasione del suo secondo soggiorno milanese (1508-1513), gli rimase accanto fino alla morte, nel maggio 1519. […]
Con un dialogo serrato, contemporaneo e comprensibile, si potranno scoprire alcuni segreti di una mente speciale proprio con l’aiuto del brillante Melzi. Fra i protagonisti nasce un’amicizia basata sulla stima reciproca e sul desiderio di condividere e fare della propria vita uno strumento di conoscenza, trasformando la loro vicenda in un modello di relazione maestro-allievo. L’obiettivo di questo spettacolo è rendere omaggio al genio di “Lionardo” e alla grandezza di Melzi, [che dopo la morte del maestro archiviò i suoi documenti e li organizzò sotto forma di codici]»
Apollo e Dafne (Ovidio, Metamorfosi, libro I). “Fer pater… opem… qua nimium placui mutando figuram!”.…
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