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Banksy e i suoi topi durante il coronavirus

Banksy non poteva mancare all’appuntamento, il più famoso street artist si fa vivo nonostante il lockdown, e naturalmente dove avrebbe potuto farlo se non in casa, la sua casa, scegliendo il bagno come muro dove creare un’opera.

La sua genialità, il suo tratto provocatorio, le sue denunce riappaiono nel bagno di casa e ricompaiono i suoi ratti, i topi a lui tanto cari. In quarantena l’artista anonimo si supera, rivelando che lo smartworking può dare effetti devastanti.

Tutti i suoi ammiratori ed addetti ai lavori erano in attesa di un suo commento sul terribile periodo che stiamo condividendo, proprio lui che ha lasciato traccia della sua arte in giro per il mondo, in luoghi simbolo, provocando reazioni contrastanti e scatenando commenti e ammirazione. La sua ultima opera risale a San Valentino, su un muro della sua Bristol.

E così come è sua abitudine pubblica la sua opera su Instagram con il commento” Mia moglie odia quando lavoro a casa, e raccoglie in 12 ore mezzo milione di like. E come dare torto alla moglie dello street artist, 9 topolini mettono a soqquadro il bagno, ognuno coinvolto in un’azione di distruzione di un luogo sacro. Chi si appende all’allarme, chi scrive con il rossetto i giorni della quarantena sullo specchio sorretto da due compari e un altro sulla cornice, chi schiaccia il tubetto del dentifricio dondolandosi al gancio del portasciugamani, chi srotola, più come un criceto, che come un topo il rotolo della carta igienica e chi impunito non centra il wc sporcando tutto, un altro sulla mensola tenta di far cadere il sapone… la tana dei topi dispettosi è dietro la porta. Il bagno diventa un campo di battaglia, topi costretti a convivere h24 con gli uomini, appena possono mettono sottosopra il bagno, l’unica stanza in cui la privacy è consentita anche di questi tempi. I ratti sono sempre stati un soggetto prediletto per l’artista, il più famoso “Love Rat” da poco andato in asta online da Sotheby, in una seduta dedicata solo allo street artist.

Ma dopo l’invasione dei topi nella sua casa un’altra opera è apparsa modificata. Banksy ha violato la quarantena? Nessuna rivendicazione su Instagram, nessuna conferma. Qualcuno ha ritoccato sulla facciata di un edificio di Hanover Place, sempre a Bristol, il murales “Place The Girl with the Pierced Eardrum” (La ragazza con il timpano trafitto) del 2014, così la ribattezzò dopo aver sostituito il celebre orecchino con un allarme del sistema di sicurezza ADT. Una grande mascherina azzurra è apparsa nella notte tra il 21 e il 22 aprile sul volto della bella fanciulla, rielaborazione in chiave street art del famoso dipinto di Johannes Vermeer, La ragazza con l’orecchino di perla.

Place The Girl with the Pierced Eardrum

L’arte non si ferma è uno degli hashtag più usati in questo periodo, Banksy ne è la prova e come sempre ci sbalordisce, ci sorprende, il suo bagno oggi potrebbe valere una cifra altissima, da capogiro, 9 topi che conquistano la ribalta dei social e del mondo dell’arte contemporanea. Ma perché i topi, mi domando, perché un animale che per lo più spaventa e provoca fastidio e molto altro? Perché i topi sono invece protagonisti e comprimari di molti cartoni animati e di film celebri di Walt Disney?

I topi fuggono dai palazzi che crollano e dalle tane prima di un terremoto e saccheggiano le dispense più impenetrabili, la storia dell’umanità è anche la storia dei topi – come scrive Francesco Santoianni nel suo saggio – un animale perfetto, rapido nel riprodursi, onnipresente e indesiderato, tenebroso e affascinante; il topo d’altro canto, è stato fin dall’antichità protagonista quotidiano delle vicende umane, influenzando, più di quanto si possa immaginare, perfino la nostra storia.

Forse la risposta ce la regala Albert Einstein “L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma non esiste topo al mondo che inventerebbe la trappola per topi”.

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Tiziana Buccico

Tiziana Buccico, napoletana verace, classe 1969, da sempre appassionata di politica, cultura e Medio Oriente. Un passato di uffici stampa tra cui l’Istituto italiano per gli Studi filosofici. Poi giornalista di pagine di cultura e società, come “moscone” per i quotidiani “La Città” e "il Corriere del Mezzogiorno”. Ha lavorato per uffici stampa politici e istituzionali (Regione Lazio e Consiglio Regionale del Lazio), organizzando eventi e campagne elettorali. Pezzi di vita vissuti tra Gottingen, Vienna e Parigi, viaggi avventurosi e curiosi. Per otto anni, sino al 2017, è stata in Iran per seguire marito e famiglia ma occupandosi a tempo pieno della Scuola Italiana “Pietro della Valle” di Teheran, come Vice Presidente . Da allora la passione per i viaggi e le culture diverse è cresciuta e si è anche trasformata in una rubrica Treccani dal titolo “Via della Seta”. Rientrata in Italia si occupa di social, politica, giornalismo ed eventi culturali mantenendo così un filo diretto con quella parte del mondo che le ha cambiato la vita. Social media manager dell’Istituto Garuzzo per le Arti Visive.

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