L’analisi dei bilanci delle principali banche italiane dimostra che l’obiettivo principale è recuperare redditività, ma per cogliere questo obiettivo ci sono significative differenze: quasi tutte le banche puntano al taglio dei costi eliminando sportelli e quindi personale (-944 filiali per Unicredit, i cui sportelli in Europa occidentale passeranno da 3.809 a 2.865; -279 filiali per Ubi, i cui sportelli in Italia passeranno da 1.529 a 1.250; – 355 filiali per Banco Bpm, i cui sportelli in Italia passeranno da 2.417 a 2.082; -2.086 filiali per Intesa San Paolo, i cui sportelli in Italia passeranno da 5.386 a 3.300).
Altre banche hanno scelto una strada diversa puntando su un rinnovato rapporto con i clienti, secondo Maurizio Primanni, CEO di Excellence Consulting: “crescono le banche che sanno trasformarsi in wealth management company, facendosi carico del benessere finanziario dei clienti, interessandosi a 360 gradi del loro patrimonio e dei loro asset, sia per quanto riguarda la sfera personale e familiare che relativamente alla sfera professionale e imprenditoriale”.
Un modello simile a quello delle banche di credito cooperativo, che negli ultimi anni hanno accompagnato la loro attività con una campagna di comunicazione il cui motivo di fondo è stato “la mia banca è differente”. Una “differenza” che i dipendenti e il management praticano nella relazione con il cliente, considerato in primo luogo come “persona”; anche perché per le banche di credito cooperativo la clientela è il primo bacino di reclutamento di nuovi soci. Così il cliente diviene socio e quindi proprietario e testimone dell’impresa cambiando la natura stessa del suo rapporto con la banca che si concretizza attraverso molteplici strumenti e interventi di promozione della partecipazione alla vita aziendale e incentivazioni di carattere bancario.
Un esempio per tutti la BCC di Roma: l’assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2017 che evidenzia un utile netto di 21 milioni di euro. Un risultato eccellente ma che certamente non è una novità! Infatti malgrado la lunga recessione e la difficile crisi economica questa banca è stata capace di generare ricavi costantemente. Ciò si deve ai valori e agli scopi che caratterizzano questo sistema unitamente ad una guida della banca che crede nella sua missione: la banca di credito cooperativo ha la propria origine nella necessità di una cooperazione tra i soci-aziende per il perseguimento di finalità comuni di sviluppo in un determinato territorio facendo perno sulla mutualità. I soci come primi portatori di interesse della banca, le risorse raccolte e accanto15nate dalla banca restano a disposizione del territorio per le esigenze delle imprese e per sostenere un progressivo sviluppo, sono valori che nella cooperazione valgono più delle garanzie sostanziali rappresentate da beni e depositi bancari. Gli anni di crisi che sono alle nostre spalle hanno dimostrato, con il gravoso carico delle sofferenze bancarie, quanto poco valgono le garanzie tradizionali.
Nel sistema del credito cooperativo, che conta 289 banche locali indipendenti, la BCC di Roma è la maggiore per dimensioni, volumi intermediati e patrimonio. Una posizione di assoluto prestigio frutto di una somma di valori che vanno da quello dell’ambiente a quello della comunità e del territorio, ma soprattutto il valore delle persone, cioè la costante valorizzazione delle competenze dei dirigenti e del personale come dimostra l’investimento in formazione di 748mila euro nel 2017.
Si tratta in generale di impegni che tutte le banche di credito cooperativo hanno l’obbligo di assumere, anche perché nella loro missione si fanno garanti dello sviluppo economico e sociale del territorio e dell’occupazione. Ma ciò è oggi ancora più vero: la legge n.49 dell’8 aprile 2016 ha riformato il sistema del credito cooperativo con l’obiettivo di integrare maggiormente le BCC italiane e rispondere in maniera adeguata ai nuovi contesti di mercato oltre che alle sollecitazioni normative che vengono dall’Europa. L’ICREA, che è chiamata ad associare la maggioranza di queste banche e che dovrà svolgere un’azione di direzione e di controllo, sarà capace di estendere, nella nuova dimensione territoriale che la riforma gli assegna, la capacità di servizio al cliente e la mutualità tra i soci e soprattutto l’efficienza e l’efficacia di un modello di gestione come quello della BCC di Roma?
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