Salvini e Morisi
“Prima il Nord”, poi “prima gli italiani»” e ora “prima gli amici da aiutare”.
Luca Morisi, il social manager e braccio destro di Matteo Salvini è finito nei guai perché consuma droga e la spaccia.
La Lega è, insieme a Fratelli d’Italia, il partito che ha sempre condannato non solo la droga e gli spacciatori, ma anche i consumatori.
La dichiarazione di solidarietà di Salvini è umanamente comprensibile e perfino commovente. Come usa fare il capo della Lega ha affidato le sue parole ai social, quindi non è un messaggio privato ad un amico che ha sbagliato, ma l’espressione di una posizione pubblica.
In molti ricordano le parole di Salvini, sul caso Cucchi: “la vicenda testimonia che la droga fa sempre male”, o di quando, a Bologna, suonò al citofono di un presunto spacciatore minorenne, “ovviamente” immigrato. Salvini tempo fa disse che gli spacciatori dovrebbero finire ai lavori forzati, incatenati a una palla di ferro, ma se lo spacciatore è Luca Morisi è “un amico da aiutare”. Il più classico due pesi e due misure!
Siamo alle solite: da anni in parlamento siedono uomini politici e “cittadini” del M5S che dichiarano (o dichiaravano) la loro avversità alla Casta ma poi nominano eredi figli e parenti oppure alla Di Maio si circondano di amici e compaesani. Degni eredi dei lanciatori di monetine, di craxiana memoria, o di quel leader del PCI che invocava l’occupazione della Fiat mentre praticava il compromesso storico, scambiando la politica con la morale e aprendo così la strada alla crisi della Repubblica, al potere dei magistrati, ai vaffanculisti di Beppe Grillo, ai populisti di ogni razza.
Sinceramente non se ne può più di questo doppiogiochismo, questo essere infiltrati nel governo, di “no green pass” e “free vax”, di quota 100 e di reddito di cittadinanza. La Politica di cui si sente il bisogno è un’altra cosa, e Salvini con i suoi atteggiamenti finisce per screditare persino il Berlusconi campione del moderatismo nostrano o quella santa donna della Meloni, con tutti i loro candidati sindaci nelle maggiori città italiane, e dare al centrodestra italiano l’immagine di una compagnia di giro. Complimenti Capitano! (ma Capitano di chi e di che cosa? Ndr)
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