Diario di una quarantena

Chi meglio della morte può rivelarci la vita?

Di Giusy Marrazzo

Quest’ultimo periodo, il più tragico e terrificante che la generazione del XXI secolo abbia mai vissuto, oltre a generare panico, collassi economici ha portato tanto, forse troppo dolore! La maggior parte delle famiglie italiane e del mondo si è dovuta rassegnare al fatto di perdere i propri cari nel giro di qualche giorno, ha dovuto accettare di sentirsi impotente, ha dovuto sopportare il dolore della MORTE.

La paura de “l’unica cosa certa nella vita” (così come la chiama mia nonna)l e nuove generazioni, soprattutto quelle occidentali, non l’avevano mai sentita sulla propria pelle e nessuno si era mai preoccupato di chi, più sfortunati, si trovavano dall’altra parte del globo; nessuno, mentre godeva il proprio comodissimo divano, di fronte ad una Smart tv, al caldo di un plaid e sorseggiando una tisana alle erbe, pensava mai a chi in quel momento dovesse fronteggiare lo strazio delle guerre, degli sfruttamenti minorili, della fame, del freddo o della sete.

Addirittura si era presuntuosamente certi di essere immuni alle tragedie della vita come se nulla di brutto ci potesse mai accadere, come se si potesse fare di tutto ed essere sempre certi di avere la fortuna dalla propria parte. E così, mentre da qualche parte del mondo qualcuno implorava di poter vivere, lottava contro la guerra e violenze feroci, da noi accadeva che un adolescente, magari ubriaco o soltanto eccitato, “giocherellava” a mantenere la sua moto su una ruota, ignorando del tutto il pericolo e senza attribuire il giusto valore alla VITA.

Adesso si respira un clima diverso, pare di essere immersi in una società bagnata di altruismo, di solidarietà; anche i valori sembrano essere “ritornati di moda”. Qualcuno si sarà chiesto il perché?
Sicuramente ciò che più ha avuto un impatto forte sulla società odierna è stato innegabilmente il terrore della morte, la paura di dover troncare la propria vita, di vedere sfumati i propri progetti, di dover fare a meno dei propri affetti ma soprattutto di sentirsi tutti fragili La morte ha rivelato il valore della vita. Anche la quarantena ha fatto la sua parte: ha messo, come mai prima, il mondo difronte ad una dura realtà, quella di dover riflettere. È inevitabile riflettere quando è l’unica cosa che ti rimane per trascorrere le giornate.

Chissà, forse l’uomo sta cominciando a capire che sulla terra è un ospite, che nulla gli è dovuto e che deve sapersi tenere ciò che gli è offerto, perché è un dono prezioso e che siamo tutti uguali.

Magari riscoprirà piano piano anche il valore della fortuna “di nascere in un posto anziché in un altro e quindi diventerà più solidale, più altruista! Ciò che è certo è che questa pandemia ci ha cambiato e nulla sarà più come prima!

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