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Coronavirus: i risvolti politici dell’epidemia

Una misura costrittiva di cui la giustizia ha fatto, secondo molti addetti ai lavori, molto uso e talora abuso è stata quella degli arresti domiciliari. L’epidemia del Coronavirus (in termini scientifici: covid 19) scoppiata in Cina, ma insediatasi nel Bel Paese con un numero di contagiati superiore a quello di ogni altro Paese al mondo ha costretto ad arresti domiciliari sui generis tutti i cittadini italiani.

Naturalmente, sui social circa la drammatica vicenda si è fatta molta “dietrologia”, altrimenti detta “fantapolitica”. Sono stati immaginati “complotti” ideati o da misteriose Spectrefleminghiane, o da laboratori di ricerca, secondo le vedute politiche dei narratori, ora cinesi, ora americani, ora addirittura multinazionali, e ciò sia per l’origine sia per la propagazione del morbo.

V’è stato chi ha tentato soltanto di capire se non vi fosse qualche interesse “a cavalcare la tigre” della paura popolare, se, cioè, si fosse voluto provocare un eccesso di terrore (pur comprensibile nelle sue motivazioni) per raggiungere altri, misteriosi e inafferrabili obiettivi, economici o politici.

Poi s’è capito che si stava effettivamente vivendo un momento di rischio reale: almeno sotto il profilo dell’inadeguatezza del servizio sanitario nazionale a far fronte alle necessità di terapie intensive che il covid 19 richiedeva; certamente, in misura maggiore rispetto a una normale influenza (e anche a polmoniti virali causate da altri ceppi).

L’Italia ai tempi del coronavirus (pixabay.com)

Coronavirus: i risvolti politici dell’epidemia

Nessuno ha tratto da una tale esperienza altre suggestioni e timori; né si è posto altri interrogativi di natura politica.

Eppure, la prima domanda che ci si doveva porre era se l’essere membro dell’Unione Europea avesse comportato, negli ultimi decenni, l’impossibilità di adeguare il servizio sanitario nazionale italiano alle esigenze di un pianeta che galoppa verso gli undici miliardi di abitanti. E se la necessità di liberarsi dalla camicia di Nesso sul pareggio di bilancio e sull’austerity, avrebbe dovuto imporre ai governanti degli Stati Membri di chiedere con determinazione all’Unione Europea di rivedere le norme dei Trattati Europei, non lasciando solo nelle mani dell’Ultradestra tale importante battaglia di libertà e democrazia.

Il presupposto della richiesta era abbastanza chiaro: se avessimo potuto investire più fondi per avere un sistema sanitario in grado di soddisfare le più consistenti richieste di terapie intensive, l’epidemia di corona virus rispetto ai ceppi degli anni precedenti sarebbe rimasta pur sempre di maggiore gravità ma non avrebbe messo il Paese letteralmente in ginocchio.

La seconda domanda che ci si doveva porre riguardava la necessità di chiedere e ottenere lo sforamento della percentuale del 3% oltre i limiti della richiesta fatta dal Governo all’Unione Europea; la presenza di una calamità come quella del coronavirus lo imponeva. Il semplice buon senso avrebbe dovuto fare ritenere inconcepibile che uno Stato non potesse neppure garantire la salute dei propri cittadini perché a vietarglielo erano i tecnocrati di Bruxelles. Non si trattava di “nazionalismi” risorgenti e di ritorno all’Europa degli anni Trenta ma di “sovranità” senza la quale uno Stato, che voglia dirsi tale, non ha alcuna ragione di essere.

Per fortuna, il sospetto che l’eco mass-mediatica e l’allarmismo sociale arrivato a vertici mai visti prima, servisse a far toccare il diapason alla crisi mondiale della nostra civiltà “industriale” (fabbriche ferme tranne quelle che producono disinfettanti e altri prodotti per contenere l’epidemia o beni e servizi adatti a una lunga conservazione tra le mura domestiche di cibi, oltre quelle dei fabbricanti di cyclette e tapis roulant, dei sistemi di comunicazione digitale, soprattutto per la telemedicina) si rivelava sempre più un boomerang per il capitalismo finanziario. Se attraverso la stampa loro asservita, Wall Street e la City intendevano cavalcare la tigre del coronavirus per determinare una situazione di arresto drastico e clamoroso della produzione industriale (oltre a cadute azionarie a ripetizione) non avevano avuto molto di cui rallegrarsi.

E’ vero che l’evento del morbo avrebbe costretto tanta gente a indebitarsi e le Banche avrebbero tratto vantaggio (non a caso, si stavano già adoperando per “attrezzarsi” in misura adeguata). Vi sarebbe stato anche l’effetto dell’apertura di molti gli occhi foderati di prosciutto. L’idea di utilizzare l’occasione dell’epidemia (e del terrore che essa provocava) per dare un colpo mortale al sistema industriale e rafforzare il capitalismo finanziario, come ultima spesa di sopravvivenza mi sembra che abbia perduto colpi.

Resta il fatto, però, che l’epidemia ha consentito di sperimentare, per un tempo prolungato, la possibilità di far cambiare radicalmente le abitudini della gente, riducendo la sua presenza in luoghi di lavoro produttivo comune e o di consumo collettivo nonché i contatti interpersonali (diradandoli drasticamente).

Lo stile di vita dei cittadini, anche dopo la fine dell’epidemia, non sarà verosimilmente più lo stesso che si era sviluppato nella civiltà industriale. Esso favorirà quel ritorno all’”arroccamento” e alla chiusura in “compartimenti stagni” che fu proprio del feudalesimo e che potrebbe tornare utile anche alla rinascita di quel medioevale fenomeno socio-economico nella sua “modernissima” e “avveniristica” (secondo i suoi fautori) versione finanziaria.

Intanto nel mondo, a parte Trump (e probabilmente Johnson, ma i segnali non vi sono ancora) i leader politici erano restati tutti in surplace. E molti di essi certamente senza loro danno.

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Luigi Mazzella

- Vice Presidente emerito della Corte Costituzionale - Ex Ministro per la Funzione Pubblica - Avvocato Generale dello Stato emerito - Scrittore e giornalista ATTIVITA’ SVOLTE: 1 – Direzione di pubbliche istituzioni nazionali e regionali svolta in modo autonomo: a) Commissario Straordinario alla Gestione Autonoma dei Concerti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dal 1974 al 1978 (nominato dal Ministro dello Spettacolo On. Adolfo SARTI). b) Commissario Governativo dell’Accademia Nazionale d’Arte drammatica “Silvio d’Amico” dal 1979 al 1986 (nominato dal Ministro della Pubblica Istruzione Sen. Giovanni SPADOLINI). c) Commissario Straordinario dell’IDISU (poi ADISU) Università di Tor Vergata di Roma, dal 1993 al 1997, nominato dalla Regione Lazio. d) Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione della Banca Nazionale del Lavoro – Sezione Autonoma di Credito Cinematografico (SACC) dal 1984 al 1990. e) Vice Presidente del Consiglio Direttivo dell’Accademia Filarmonica Romana, plurisecolare istituzione musicale di rilevanza nazionale. f) Membro del Consiglio Direttivo dell’Ente Autonomo “La Biennale di Venezia” per due mandati consecutivi. 2 – Incarichi direttivi in Gabinetti Ministeriali: a) Vice Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 1970 al 1973 (Vice Capo di Gabinetto). b) Ministero dei lavori pubblici dal 1973 al 1975 (Capo dell’Ufficio Legislativo). c) Ministero della difesa dal 1979 al 1983 (Consigliere Giuridico del Ministro). d) Ministero per il turismo e lo spettacolo dal 1983 al 1985 (Capo di Gabinetto). e) Ministero dell’ambiente dal 1986 al 1987 (Capo di Gabinetto) f) Ministero delle aree urbane dal 1987 al 1993 (Capo di Gabinetto). 3 – Attività svolte in organismi internazionali e altri organismi interni: a) Membro del Comitato per i Pubblici Appalti della allora CEE a Bruxelles dal 1973 al 1975. b) Membro del Comitato Giuridico dell’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO-OACI) a Montreal dal 1983 al 1985. c) Membro del Comitato per gli Affari Urbani dell’OCSE a Parigi dal 1987 al 1993. d) Membro della delegazione della Cassa per il Mezzogiorno dal 1973 al 1975. e) Membro del Consiglio Superiore delle Forze Armate dal 1981 al 2002. f) Membro del Consiglio di Amministrazione dei Monopoli di Stato. g) Giudice della Commissione Tributaria Centrale dal 1992 al 2002. 4 – Attività ulteriori: a) Presidente o Membro di Commissioni di studio istituite dalla Pubblica Amministrazione (Commissione Giannini per il riordino delle forze armate, Commissione per la rilocalizzazione dei Ministeri in Roma Capitale ed altre). b) Presidente o Membro di commissioni di esame (Avvocatura dello Stato, INPS ed altre). c) Autore di saggi ed articoli su riviste giuridiche (Rassegna dell’Avvocatura dello Stato e numerose altre) e su riviste di studi politici e di cultura (“Specchio Economico”, “Politica e Mezzogiorno” “Minerva” ed altre). d) E’ iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti (Ordine interregionale del Lazio e del Molise) dal 1992. 5 – Onorificenze: a) Cavaliere di Gran Croce – Ordine al Merito della Repubblica Italiana – data di conferimento 28 gennaio 2002 b) Cavaliere di Gran Croce al Merito dell’Ordine Sovrano Militare di Malta c) Accademico dell’Accademia Filarmonica Romana. d) Salernitano illustre – Camera di Commercio di Salerno e) Cittadino Onorario di Eboli - Amministrazione Comunale f) Insignito del Premio Capalbio “per lo stile nel Governo” 6 – Autore di libri: A) SAGGI SOCIO-POLITICI 1. "Cinquanta proposte di buon governo” - Marsilio Editore - 1992; 2. “L’irresistibile vento dell’ovest” - Menzione speciale al Premio Internazionale di saggistica “Salvatore Valitutti”; Minerva Editrice - 2001; 3. “Recondite armonie di riforme diverse” - Premio Presidente Provincia Salerno al premio internazionale di saggistica “Salvatore Valitutti” - Maggioli Editore - 2004; 4. “Le utopie possibili. Bel Paese e Buon Governo” - Premio alla carriera al Premio internazionale di saggistica “Salvatore Valitutti” 2005 - Maggioli Editore - 2005; 5. “Le probabilità ragionevoli” - 2006; 6. “La passione della ragione” - Avagliano Editore - 2008; 7. “Dall’impegno al distacco” - Avagliano Editore - 2007; 8. “Casta Italia” - Avagliano Editore - 2009; 9. “Nessun dorma” - Avagliano Editore - 2010; 10. “Le luci spente dell’illuminismo” - Avagliano Editore - 2010; 11. “La forza e la frode” –Avagliano Editore 2012 12. “Il dispotismo indulgente” – Avagliano Editore - 2013 13. “EUROCRASH – Cinquanta ipotesi d’incerto futuro” – Curcio Editore 2014 14. “Debole di costituzione” – Editore Mondadori 2014 15. “Europa mia, benché il parlar sia indarno” Avagliano Editore, 2017 16. " Il decennio nero degli Italiani – Dal Porcellum al Rosatellum – Avagliano 2018 17. "Elogio del pensiero libero – Genesi Editrice 2019 B) SAGGI CINEMATOGRAFICI 18. “Il bello nel cinema” - Saggi di estetica cinematografica - Seam Editrice - 2000; 19. “Il Leone e gli Oscar” - Saggi di estetica cinematografica - Eagle Pictures editrice - 2001; 20, “Fermo immagine” - Saggi di estetica cinematografica- Premio al Festival Cinematografico di Salerno - Minerva editrice - 2001; 21. “Il cinema tra irrisione e riflessione” – critiche cinematografiche -Avagliano Editore, 2011. 22. “Voce fuori campo” – critiche cinematografiche – Avagliano Editore 2014. 23. “L’Orso e la Palma” – Istituto culturale del Mezzogiorno. 217 24. “50 film da rivedere” – Istituto Culturale del Mezzogiorno - 2018 25. "Federico Fellini- realista e visionario – Ist.Cult.Mezzogiorno 2019 C) NARRATIVA E POESIA 26. “Un gioco malandrino di finestre e balconi” - Romanzo - Premio Speciale Grinzane Cavour Cesare Pavese - Avagliano Editore - 2006; 27. “Il Chiodo nella sabbia” - Romanzo – Menzione speciale al Premio Roma - Avagliano Editore - 2008; 28. “La baia del dubbio” - Romanzo – Premio per la narrativa del Centro di psicologia Salvatore Valitutti di Salerno - Avagliano Editore - 2009; 29. “La verità dietro l’angolo – Romanzo – Premio speciale Capri 2011 - Avagliano Editore - 2011 30. “I pazzi e le smorfie” – Versi e Aforismi – 3 Edizione - Genesi Editrice 2011 31. “La Grimpeuse – Confessioni di una rampante” – Genesi editrice - 2013 32. “Grigio senza sfumature” – Romanzo – Avagliano Editore 2014 33. “ In fuga dall’intimità” – Romanzo – Avagliano Editore 2015. 34. “Canzoniere satirico” – Versi e Aforismi – Genesi Editrice 2015. 35. “Vissi d’arte” – Romanzo – Avagliano Editore 2018 36. “Fake-off” – Romanzo – Avagliano Editore 2919 37. “Tutti promossi a fine-anno” 38. “L’albero dell’ignoranza” Romanzo (in prep.)

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