Di Marta Cavaliere
In questa primavera insolita, diversa da tutte le altre, mi ritrovo a pensare spesso. Ho molto più tempo libero e inevitabilmente inizio a vagare tra mille pensieri. In queste giornate monotone, tutte uguali, che quasi non hanno un senso, l’unica cosa positiva è osservare dalla finestra un pesco fiorito. Che peccato però poterlo guardare solo da lontano e non poter sentire il profumo dei suoi fiori.
In queste ultime settimane è diventato difficile anche semplicemente sorridere quando prima quasi non potevo farne a meno. La mia vita si è fermata a quel prima, quando mi lamentavo di ogni cosa e desideravo tanto una pausa da tutto ciò che mi teneva impegnata. La pausa è arrivata, ma qualcosa è andato storto: non la immaginavo così, non mi sarei mai aspettata qualcosa come una pandemia.
Quanto mi pento ora di aver vissuto con inerzia molto del mio tempo. Che poi alla fine non era nemmeno vivere quello, ma soltanto far passare le giornate, non facendo caso alle cose belle che mi capitavano. Ora, passo la giornata a pensare, ascoltando musica e osservando la poca gente che passa per strada con la mascherina. La mia mente è strapiena di pensieri: ci sono giorni felici da ricordare che per un attimo mi strappano un mezzo sorriso, ma poi mi catapultano in una sensazione di malinconia mai vissuta prima.
Penso a quanto bello sarebbe andare al mare, fare quelle lunghe passeggiate che tanto mi piacciono; tornare a scuola, scherzare e ridere con i compagni, lamentarsi insieme di avere parecchio da studiare, chiacchierare con i professori quando la lezione finisce un po’ prima; uscire con gli amici del paese, andare al bar e soprattutto abbracciare le persone che amo e ridere felice. Purtroppo devo accontentarmi di schiacciare il tasto di chiamata sul telefono o di un banale messaggio.
Chi l’avrebbe mai detto che proprio il giorno del mio compleanno avrei visto per l’ultima volta i miei amici, i miei parenti, le persone di cui ho realmente bisogno. L’avessi saputo prima, avrei vissuto ancora più a pieno tutti quei momenti felici, che ora mi mancano e di cui ora mi rimane solo il ricordo. Sono passati quaranta giorni da quando tutto si è bloccato, sembra invece passata un’eternità, e ancora manca del tempo perché tutto ritorni alla normalità.
Uno dei pensieri fissi è proprio questo: cosa farò quando tutto questo finirà?
Forse l’unica cosa che veramente riesce a farmi sorridere, è proprio immaginare quel giorno. In particolare immagino il giorno in cui il mio sguardo si poserà su quello di qualcun’altro e sarà motivo della mia più grande felicità. Per ora posso solo sperare che quel momento arrivi in fretta . Sarà una vera e propria rinascita, per ognuno di noi. Impareremo a fare il miglior uso della nostra vita: ora che abbiamo capito quanto è fantastico e bello il nostro mondo, ritorneremo a sorridergli.
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