Due petroliere sono state attaccate nel golfo dell’Oman. La norvegese Front Altair, che stava trasportando nafta in Giappone, sarebbe stata colpita da un siluro. L’altra, la Kokuka Courageous, proprietà della società giapponese Kokuka Sangyo, è stata danneggiata in un “sospetto attacco” che ha aperto uno squarcio nello scafo sopra la linea di galleggiamento. Entrambe le imbarcazioni sono andate in fiamme. Tutti i 44 membri degli equipaggi sono stati tratti in salvo dalle marine iraniana e americana. L’attacco non sembra casuale. In questi giorni il premier giapponese Shinzo Abe è a Teheran per tentare una mediazione tra Iran e Stati Uniti e il fatto che entrambe le petroliere siano legate al Giappone lascia pensare che qualcuno voglia stroncare il tentativo sul nascere. Gli Usa hanno già puntato il dito sull’Iran. La Russia ha chiesto di non trarre conclusione affrettate. Intanto ieri sera il consiglio di sicurezza dell’Onu, su richiesta degli Stati Uniti, ha tenuto una riunione di emergenza a porte chiuse. Questi attacchi alimentano il focolaio di forti tensioni geopolitiche tra Usa e Arabia Saudita da un lato, Iran e gli sciiti dall’altro.
Gli osservatori mettono le mani avanti: non è l’inizio di una guerra. Però poi aggiungono: è così che potrebbe iniziare. Anche perché le esplosioni a bordo di due petroliere a Est dello Stretto di Hormuz non sono più un caso isolato, bensì parte di una catena di eventi regionali che si mescolano a sfide globali. E di mezzo ci sono l’economia, la libera navigazione, la partita mai finita tra Iran e Usa, con il seguito di alleati interessati. […] In questi ultimi anni i contendenti della regione hanno cercato di dotarsi di materiale per la guerra subacquea. Gli iraniani si sono rivolti ai nordcoreani anche se in passato sembra che abbiamo fatto buona pesca anche da noi. Gli sceicchi sunniti, grazie a budget generosi, hanno comprato in Occidente, Italia compresa. I militanti sciiti partner di Teheran in Medio Oriente – Houti yemeniti e Hezbollah libanesi – hanno sviluppato unità agguerrite. Chiunque, se lo vuole, può creare problemi al traffico civile, una ripetizione di quanto avvenne negli anni Ottanta durante il conflitto tra Saddam e Khomeini» [Olimpio, CdS].
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