Polemiche per l’ecotassa sulle auto, prevista dalla manovra che arriva oggi alla Camera e su cui il governo dovrebbe mettere la fiducia: si tratta di «incentivi da 1.500 a 6mila euro per l’acquisto di auto elettriche, ibride o piccole auto a metano o diesel e di una tassa da 150 a 3mila euro (proporzionale al livello di emissioni) per chi compra modelli inquinanti. Il meccanismo “bonus malus” per tassare l’acquisto di auto inquinanti e incentivare quelle “green” sarà in vigore dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2021; interesserà anche gli acquisti in locazione finanziaria» [Mobili-Rogari, Sole]. «Se venisse approvato l’emendamento, sostengono i rappresentanti dei venditori di automobili, il mercato dell’auto rischierebbe una nuova frenata. Il prezzo medio delle vetture salirebbe di oltre 300 euro con picchi di mille euro e oltre. Perché si lamentano costruttori e rivenditori? Gli incentivi riguardano un potenziale di vendite complessive intorno alle 150 mila macchine, pari all’8,5 per cento del mercato. Le imposte invece colpirebbero circa un milione e 350 mila acquirenti» [Donelli, CdS]. Fra le altre novità della manovra, le modifiche ai congedi di maternità e paternità: la mamma potrà lavorare fino al nono mese e prendere tutti e cinque i mesi di astensione dopo il parto, mentre il papà avrà cinque giorni (uno in più) dopo la nascita. Inoltre il bonus nido aumenta a 1.500 euro l’anno. La Lega ha imposto un suo emendamento che esclude dalla carta-sconti le famiglie di immigrati.
«L’effetto è quello delle più famigerate imposte dell’800, come la tassa sul sale o sul macinato: colpire gli acquisti dei più poveri per favorire i consumi dei più ricchi. Se davvero la tassa sull’anidride carbonica emessa dalle auto nuove, inserita all’improvviso ieri nella Finanziaria, dovesse diventare legge si otterrebbe questo paradossale risultato: chi da gennaio dovesse acquistare una Fiat Panda da 8/9.000 euro andrà a pagare 150 euro in più mentre chi dovesse comprare una lussuosa Tesla elettrica da 120.000 euro di listino otterrà uno sconto di 6.000 euro. Se si considera che da gennaio a novembre di quest’anno sono state vendute in Italia 113.724 Fiat Panda – di gran lunga il modello preferito dagli italiani – e solo 47 Tesla si comprende il gigantesco effetto Robin Hood al contrario di questa norma che ieri ha lasciato di stucco l’intero mondo dell’automotive italiano, dalla Fiat all’ultimo concessionario passando per i sindacati metalmeccanici dei circa 300.000 addetti alla filiera. La tassa è fatta in modo tale da colpire in modo progressivo, da un minimo di 150 ad un massimo di 3.000 euro, le auto nuove – anche quelle euro6 – sulla base della quantità di anidride carbonica che producono» [Pirone, Mess].
Interrogato dai cronisti sull’irritazione di Marco Minniti, candidato alla segreteria dem che doveva essere appoggiato dai renziani, ieri mattina Matteo Renzi ha risposto così: «Come sapete non mi occupo del congresso Pd». Minniti ha quindi annullato tutte le partecipazioni a radio e tv, ufficialmente «per un fortissimo mal di schiena», e ieri sera, nonostante il sostegno assicuratogli da Luca Lotti e Lorenzo Guerini, ha fatto sapere che non parteciperà alla corsa per la segreteria. A Claudio Tito, di Repubblica, ha detto: «Quando ho dato la mia disponibilità alla candidatura sulla base dell’appello di tanti sindaci e di molti militanti che mi hanno incoraggiato e che io ringrazio moltissimo, quella scelta poggiava su due obiettivi: unire il più possibile il nostro partito e rafforzarlo per costruire un’alternativa al governo nazionalpopulista. Resto convinto in modo irrinunciabile che il congresso ci debba consegnare una leadership forte e legittimata dalle primarie. Ho però constatato che tutto questo con così tanti candidati potrebbe non accadere. Si è semplicemente appalesato il rischio che nessuno dei candidati raggiunga il 51 per cento. E allora arrivare così al congresso dopo uno anno dalla sconfitta del 4 marzo, dopo alcune probabili elezioni regionali e poco prima delle europee, sarebbe un disastro. Se noi accettassimo l’idea di eleggere un segretario non “eletto” dalle primarie allora accetteremmo anche l’idea di un partito che sia solo una confederazione di correnti. Il mio è un gesto d’amore verso il Pd». Tito gli ha chiesto se ne avesse parlato con Renzi. Minniti ha risposto: «Non ci siamo sentiti». A Monica Guerzoni del Corriere Minniti ha poi fatto sapere che non seguirà Renzi nel suo nuovo partito.
«L’accelerazione di Matteo Renzi verso la creazione di un nuovo soggetto politico comincerà a prendere forma con una sua lista per le Europee che verrà annunciata a gennaio: così raccontano i suoi deputati visibilmente irritati, che temono di restare al palo se il loro leader dovesse davvero rompere gli ormeggi per una navigazione verso nuovi lidi. Un’accelerazione che ormai viene data per scontata al Nazareno e che alcuni attribuiscono a una sorta di scelta obbligata, perché “Matteo deve sbrigarsi se non vuole che Calenda parta prima di lui occupando lo stesso spazio politico”» [Bertini, Sta].
CLICCA QUI e ricevi gratuitamente anteprima completa via mail per un mese
Avete mai immaginato un'interazione con l'AI ancora più intuitiva e creativa? ChatGPT 4o, ora nella…
L'otite è un'infiammazione che può colpire diverse parti dell'orecchio, tra cui l'orecchio esterno (otite esterna),…
Il consiglio di lettura di oggi è “Frontiera” di Francesco Costa,《un libro frastagliato e non…
Le auto moderne sono dotate di una serie di sistemi volti a proteggere il conducente…
L’almanacco di Naval Ravikant è una raccolta dei pensieri, dei twits, delle interviste dell’autore incastonate…
Greg Hoffman è un brand leader a livello globale, ex Chief Marketing Officer di NIKE,…