Ron DeSantis, governatore repubblicano dello stato della Florida, si é attirato le ire dell’ex presidente Usa Donald Trump per non avere escluso una sua candidatura a presidente degli Usa nel 2024 (DeSantis ha accumulato un tesoretto di $67 milioni con donazioni da tutti i 50 Stati). Ora Trump (che risiede in Florida) dice che DeSantis ha una “personalitá spenta, noiosa” e che non ha nessuna possibilitá di vincere contro di lui.
Secondo lo stratega repubblicano Mac Stipanovich, DeSantis é un personaggio “meno terrorizzante di Trump”, mentre gli editorialisti hanno individuato 10 repubblicani che sarebbero pronti a sfidare Trump alle prossime elezioni presidenziali. Due di questi sono di origini italiane, anzi…abruzzese.
Al secondo posto della lista (dopo Trump) vi é DeSantis, mentre al settimo posto c’é Mike Pompeo, ex Segretario di Stato sotto l’amministrazione di Trump.
La famiglia di DeSantis é originaria di quattro paesi in Abruzzo, sia da parte di padre che di madre (Bugnara, Cansano, Pacentro e Pratola Peligna), mentre le origini abruzzesi di Pompeo sono legate al solo lato paterno (Pacentro).
Naturalmente tra gli abruzzese ci sarebbe anche Nancy Pelosi, presidente della Camera dei Deputati (originaria di Montenerodomo), ma é del partito Democratico e a 81 anni é considerata un pó anziana per affrontare una campagna presidenziale, anche se attualmente é al secondo posto nella linea di successione presidenziale (dopo la vice presidente).
In confronto, DeSantis ha 44 anni e Pompeo 59. A 75 anni, Trump non é veramente nel fiore degli anni, ma é piú giovane dell’attuale presidente Joe Biden (79 anni).
Da considerare anche il fattore “italianitá”, non tanto apprezzato alle elezioni presidenziali americane. In America, gli italiani possono aspirare a qualunque carica dello stato, come governatore, deputato, senatore, segretario di stato, e perfino giudice della Corte Suprema Federale (Antonin Scalia: 1936-2016), ma non alla presidenza.
Basti ricordare la sfortunata candidatura a vice presidente di Geraldine Ferraro (1935-2011) alle elezioni del 1984. Questo senza contare la corsa alla presidenza degli ex sindaci di New York City: Rudy Giuliani nel 2008 e Bill De Blasio nel 2020. Corse entrambe fermate al primo stadio.
Poi c’é l’esempio di Mario Cuomo, il popolare governatore dello stato di New York, che aveva sempre rifiutato (senza spiegare il motivo) una candidatura a presidente, nonostante le numerose richieste. Ultimamente si é osservato il bombardamento di accuse ad Andrew Cuomo, il governatore dello stato di New York (e figlio di Mario), appena aveva accennato ad una candidatura a presidente a seguito della popolaritá nazionale (ed internazionale) ottenuta con i suoi “briefing” quotidiani sull’andamento della pandemia a New York. Magicamente, tutte le accuse sono state archiviate 146 giorni dopo le sue dimissioni da governatore (senza scomodare il tribunale).
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