Di Ilaria Iuliano
Il tempo sembra ripetersi in un fluire distinto di minuti uguali.
I giorni, sospesi nella precarietà , vengono scanditi dalle stesse azioni e pensieri.
Da quanti giorni è domenica?
Da quanti giorni la prigionia regna sovrana?
Quanti libri hai letto? Quanti film hai visto?
Quante volte ti sei sporcata di farina preparando dolci?
E quante volte hai detto “da domani dieta!” posticipando ogni allenamento.
Quante persone sono diventate ormai parte di uno schermo?
Quante volte ti sei truccata indossando l’abito più bello per poi infilare il pigiama?
E quante volte hai immaginato come sarà domani? Come sarà uscire respirando la vita a pieno cuore?
È la mattina del 4 Maggio, è ufficialmente iniziata la Fase 2. Il popolo italiano freme, non vede l’ora di varcare la porta di casa e anche io dopo quasi due mesi di reclusione esco entusiasta per la prima volta. Sento il calore del sole sulla pelle accarezzata da un vento leggero, il fruscio delle foglie, osservo il volteggiare delle rondini nel cielo azzurro che accresce la bellezza primaverile.
Sono felice perché avverto le pulsioni della vita, riesco a percepire il battito della natura che inarrestabile promuove la rinascita infondendo nelle sue creature una spinta vitalistica. La natura risponde alla morte, alla paura, all’asfissia sprigionando energia. Osservo i passanti irriconoscibili, la mascherina copre il volto rivelando solo gli occhi. Adesso gli occhi costituiscono l’elemento di distinguo tra gli uomini. Non si assiste più a discriminazioni di genere, razza o credo religioso le mascherine rendono tutti i cittadini uguali, vittime innocenti di un nemico comune. Solo gli occhi, specchio dell’anima, consentono di intuire l’identità dell’altro sperimentando la dimensione dell’oltre l’apparenza, dell’essere scorgendo il fascino dell’autenticità.
Saluto le persone rispettando il metro di distanza, il sorriso è nascosto dalla mascherina ma il mio sguardo lascia trasparire speranza. Percorrendo le strade del mio paese ammiro la bellezza della natura che mi circonda mentre prima correndo ignoravo tutto ciò.Il mondo era distratto dalla frenesia e non sapeva apprezzare il valore della libertà ma soprattutto non sapeva compiere un cammino di perfezionamento all’insegna del bene. L’uomo era costantemente impegnato a costruire muri e ordigni per allontanare e annientare l’altro sacrificando la vera salvezza che si guadagna credendo nella solidarietà. Arrivo a casa convinta che presto l’umanità rinascerà con una nuova consapevolezza, attribuirà importanza alla vita e all’uomo guardandolo negli occhi e scoprirà il valore dell’autenticità.
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