Greta Thunberg è salpata per raggiungere il summit sul clima delle Nazioni Unite di New York in barca a vela dal porto di Plymouth, nel Regno Unito.
Per due settimane veleggerà su una barca a vela da regata Malizia II, di 18 metri, guidata da un esperto e appassionato velista e anche membro della famiglia regnante di Monaco, Pierre Casiraghi, affiancato dallo skipper tedesco Boris Hermann. Polemiche, cattiverie e molto altro, il solito parlare senza pensare che ormai è regola sul web e non solo.
Facciamo un po’di chiarezza, la durata del viaggio sarà di due settimane e attraverseranno l’Atlantico, la 16enne attivista svedese è attesa il 23 settembre a New York, non proprio una passeggiata e come lei stessa ha dichiarato “soffro un po’ il mal di mare, ma sono solo due settimane.. ”, con lei viaggerà anche il padre e un documentarista. 3000 miglia da solcare, all’incirca 13 giorni, saliranno verso la Groenlandia poi diretti verso la costa orientale del Canada e del New England.
L’imbarcazione a ‘emissioni zero’ non ha né cucina né bagno e niente doccia, faranno uso di un secchio e si nutriranno di cibo liofilizzato, per la giovane Greta sono previsti kit vegani ad hoc. Il suo viaggio ecologico a impatto zero proseguirà in Canada e Messico e si concluderà per la Conferenza ONU sul clima “Cop 25” in programma dal 2 al 13 dicembre a Santiago del Cile.
Il Malizia II, ha una sua storia, Malizia era il soprannome di Francesco Grimaldi colui che espugnó la Rocca di Monaco nel 1297. Una favola che è parte integrante della storia del Principato, Pierre è degno erede di Alberto I, chiamato il “principe navigatore”, che agli inizi del 900 mise insieme un prototipo di Società delle Nazioni, proprio a Monaco, infatti, riunì principi e re per condividere intese e accordi. L’antenato del giovane Pierre veleggia per più di sei mesi l’anno con scienziati e ricercatori. Pierre, per metà italiano e per metà monegasco, è anche il figlio di un grande appassionato del mare, Stefano Casiraghi. È molto diretto nel rispondere alla domanda, postagli in un’intervista del Corriere della Sera, sul perché proprio Greta: “Perché lei è l’ambasciatrice di un messaggio fondamentale diretto sia alla nostra società sia alle future generazioni: convincere governi e istituzioni internazionali proteggere in modo legale la biodiversità e l’esistenza stessa del genere umano è la partita decisiva per l’umanità”.
Il rifiuto di viaggiare in aereo per non contribuire all’inquinamento climatico è stato così commentato dalla Thunberg: ”sono una delle poche persone al mondo che può farlo, quindi ho dovuto cogliere l’occasione.” Senza dubbio grande pubblicità, molte congetture e retro pensieri, ma lei sul molo prima di salire sul tender che l’avrebbe portata alla sua nuova casa sul mare, ha abbracciato la madre e i parenti, diciamo compassata in stile nordico, senza lacrime e tentennamenti. Ma invece violenti e immotivati gli attacchi anche sotto gli ombrelloni, inizia Il pseudo filosofo e tuttologo Diego Fusaro su Twitter :”Inizia il viaggio di Greta, in barca a vela sull’Atlantico verso New York. “Devo portare un messaggio “La grande presa in giro dell’élite, che vi presentano come rivoluzionari i loro manichini in barca a vela“.
Sui social gli haters imperversano, offese da terrapiattisti, e commenti banali per un momento di notorietà. Il Giornale, la definisce ”smorfiosetta”, insomma Greta calamita ogni tipo di reazione, e fa parlare di sé e del problema che solleva. Fatto sta che la “ Thunberg è la “chiara favorita” per il premio Nobel per la pace di quest’anno: lo sottolinea il quotidiano tedesco Die Welt basandosi sui dati dei sette allibratori britannici che accettano scommesse sul riconoscimento norvegese.“ E così prosegue l’Ansa: “le quotazioni danno la giovanissima attivista per il clima in testa con distacchi crescenti rispetto ad altri candidati di spicco. L’impresa britannica di gioco d’azzardo e scommesse Ladbrokes ad esempio già a inizio giugno prevedeva il Nobel a Greta con un 33% delle probabilità e ora promette di pagare due sterline a chi ne punta una: quindi siamo sul 50%. Gli altri maggiori candidati sono invece in calo, nota la Welt. La premier neozelandese Jacinda Ardern che a marzo si era velata per onorare le vittime musulmane della strage di Christchurch é scesa dal 17% di inizio giugno a un 14% attuale. Calano le possibilità, dall’11 al 9%, anche per l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e per Reporter senza frontiere (da 9 a 8%). Lo stesso viene segnalato per la coppia di premier Alexis Tsipras e Zoran Zaev, protagonisti della riconciliazione greco-macedone (ormai al 6% rispetto all’8% di tre mesi fa).”
La candidatura della sedicenne Thunberg era stata proposta in primavera da tre parlamentari norvegesi in segno di riconoscimento per il suo impegno contro la crisi climatica e il riscaldamento globale. Vincerà o non vincerà l’ambito riconoscimento, finalmente si parla di cambiamento climatico, di inquinamento, di plastic free, il suo merito è immenso, nel bene e nel male iniziamo tutti ad esserne consapevoli e forse questo ci salverà.
Jovanotti durante i suoi #JovaBeachParty ha definito i nuovi rivoluzionari coloro che si occupano dei problemi dell’ambiente, mentre il nostro Governo boccia l’emergenza climatica e non firma l’accordo sull’azzerare l’emissione dei gas serra entro il 2050.
E dire che già negli anni 80 tra i pionieri di un ambientalismo condiviso e non integralista, Valerio Zanone, liberale e tra i primi ministri dell’Ambiente teorizzava che non fosse fondamentale un partito ambientalista e verde perché l’ambiente e la sua salvaguardia sarebbero dovuto essere nell’agenda di tutte le forze politiche nessuna esclusa. Un tema centrale in anni in cui ancora non si paventava l’emergenza climatica.
Siamo davvero indietro e irresponsabili, l’Elezioni europee hanno dimostrato che l’onda verde è una realtà in gran parte dei paesi, l’Italia su questi temi rimane fanalino di coda. Una delle grandi sfide di questo secolo è proprio il clima e le innumerevoli questioni che lo riguardano, deridere Greta e non affrontare i problemi climatici ci renderà tutti colpevoli di fronte al futuro.
Il 27 settembre si ritorna in piazza con il terzo sciopero generale globale per il clima, #fridaysforfuture chiama all’appello tutti, in tutte le città del mondo. Far passare la questione del clima, dell’inquinamento un problema di pochi, di radical chic, di élite, non meriterebbe neanche commenti, il problema è di tutti e raccontare bugie non ci salverà certo. Buon viaggio Greta!
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