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Haftar sta perdendo. Ventimila migranti pronti ad attraversare il Mediterraneo

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In Libia Haftar sta perdendo

Venerdì le forze fedeli al maresciallo libico Khalifa Haftar appoggiate dai russi hanno subìto una pesante sconfitta in Tripolitania. Hanno perso il controllo di Tarhouna, a un centinaio di chilometri a sudest della capitale Tripoli. La città è stata riconquistata piuttosto facilmente dalle milizie che combattono per Fayez al Serraj, capo dell’unico governo libico riconosciuto dall’Onu e aiutato militarmente dalla Turchia. Quella a Tarhouna è stata l’ultima di una serie di sconfitte subite nelle ultime settimane nell’ovest della Libia dalle truppe di Haftar, costrette a ritirarsi verso la Cirenaica controllata da al Serraj. È finita di fatto l’offensiva militare contro Tripoli iniziata ad aprile dello scorso anno.

Ieri Tripoli ha respinto il tentativo di mediazione dell’Egitto che prevedeva il cessate il fuoco a partire da oggi. Il governo «non ha tempo per guardare le assurdità di Haftar in tv», hanno fatto sapere dal comando militare della capitale. Era stato Haftar, appoggiato dalla Russia, a cercare la mediazione dell’Egitto per contenere le perdite di fronte all’avanzare delle truppe di al Serraj. Haftar continua a controllare l’Est e parte del Sud della Libia.

«La Russia ha finora sostenuto Haftar anche sul campo, con l’invio di almeno un migliaio di mercenari, ufficialmente ingaggiati dal Wagner group di Yevgeniy Prigozhin e dotati di caccia di costruzione russa e di dubbia origine. Ed è difficile immaginare che Vladimir Putin rinunci ai suoi piani di influenza in Libia: per ottenere vantaggi nello sfruttamento dei giacimenti petroliferi e per avere un ruolo nella ripresa economica dell’Africa settentrionale, anche in opposizione all’Europa e alla Nato. La Russia deve tuttavia fare i conti con il nuovo ruolo della Turchia che nel novembre del 2019 ha raggiunto un’intesa con Serraj per la realizzazione di Zone economiche esclusive in Libia, allargando così il suo raggio d’azione dall’area mediorientale al Mediterraneo» [Veronese, Sole].

Ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente egiziano al Sisi si sono parlati al telefono. Al Sisi s’è proposto per mediare una pace tra al Serraj e Haftar: «Qalsiasi tentativo di mediazione in Libia non può non includere Erdogan, da novembre il maggior sostenitore di Serraj. Ma qui i giochi si fanno difficili. Erdogan è legato al campo dei Fratelli Musulmani, ossia ai massimi nemici di al-Sisi, che questi defenestrò con il colpo di stato contro l’ex presidente Mohammed Morsi nel 2013. Egitto e Turchia rappresentano in poche parole i due poli opposti che da tempo si fanno la guerra nel campo sunnita. Ancora una volta i libici devono fare i conti con forze che operano al di fuori dei loro confini» [Cremonesi, Cds].

Clamoroso

Libro più venduto nel periodo 24-30 maggio secondo i dati Nielsen: Cristina Fogazzi – Enrico Motta Guida cinica alla cellulite Mondadori. 6.898 copie contro le 2.750 del saggio sul Covid di Ilaria Capua. D’Alema, Calasso ecc. stanno tra le 800 e le 900 copie [Sacchi, Giornale].

In prima pagina

• In Libia Haftar sta perdendo. Ha abbandonato la Tripolitania e il governo di al Serraj ha respinto il cessate il fuoco e la mediazione dell’Egitto
• Ventimila migranti pronti a salpare dai porti libici. L’Italia chiede aiuto alla Ue
• Sei regioni senza nuovi contagi ieri, uno solo in Veneto. Zero casi a Bologna. Il 63,4% dei tamponi positivi è stato in Lombardia. Due milioni di italiani hanno scaricato l’app Immuni, oggi parte la sperimentazione in quattro regioni
Report ha scoperto che l’azienda del cognato e della moglie di Fontana ha ottenuto un contratto da 513 mila euro per fornire camici alla Regione Lombardia. Il governatore ha diffidato la trasmissione Rai dal mandare in onda il servizio e ha querelato il Fatto che aveva anticipato la notizia
• Un italiano su due boccia il governo, sei su dieci l’opposizione
• Il numero dei contagi da coronavirus ha superato quota 7 milioni. I morti sono più di 400 mila. Il Brasile ha smesso di pubblicare i numeri totali sull’epidemia. L’Arabia Saudita ha superato i centomila casi. Riapre New York. Altre due settimane di chiusura per i campi profughi in Grecia.
• Trump ha ordinato il ritiro della Guardia nazionale da Washington perché le proteste per l’uccisione di George Floyd «sono sotto controllo». Però ieri in migliaia si sono riversati sulle strade della capitale. Manifestazioni anche a New York, Chicago e Atlanta. Oggi Joe Biden andrà a trovare la famiglia di Floyd.
• Colin Powell ha dichiarato che voterà per Joe Biden. Cresce la fronda dei repubblicani che non appoggiano Trump. Tra loro anche Mitt Romney e l’ex presidente George W. Bush
• A maggio la Cina ha registrato il surplus commerciale più alto di sempre grazie al crollo delle importazioni e alla tenuta delle esportazioni
• A causa del coronavirus un imprenditore su dieci è esposto all’usura, dice un report di Confcommercio
• Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, promette che la cassa integrazione verrà pagata entro il 12 giugno.
• All’ospedale Molinette di Torino un fegato e due reni sono stati tenuti in vita artificialmente per quasi un giorno prima del trapianto
• Migliaia di israeliani sono scesi in piazza a Tel Aviv per protestare contro le annessioni in Cisgiordania decise dal governo Netanyahu. Una decina di arresti
• Il maltempo torna a far danni nel Nord Italia. La Coldiretti parla di perdite per 14 miliardi
• Scrive la Bild che la Uefa ha deciso di assegnare la Champions a Lisbona: terminati gli ottavi ad agosto le squadre rimanenti disputerebbero nella capitale portoghese quarti, semifinali e finali
• La riabilitazione di Roger Federer è lenta e stando al un suo tecnico «non sta andando come speravamo». Il tennista svizzero s’è operato al ginocchio lo scorso febbraio
• Ronaldo è il primo calciatore e il terzo sportivo ad aver guadagnato un miliardo di dollari nella sua carriera
• Il lottatore irlandese Conor McGregor ha annunciato il ritiro
• È morta l’ultima persona che ancora riceveva una pensione per la Guerra civile americana

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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