Sfogliando il New York Times

I parlamentari danno stoccate agli “imperatori” della tecnologia dalle due parti

Sfogliando il New York Times del 30/07/2020

5 ore di deposizione dai responsabili massimi di Amazon (Bezos), Apple (Cook), Facebook (Zuckenberg), Google (Pichai). 
E’ stata la prima volta in cui democratici e repubblicani sembravano uniti, ma lo erano per motivi diversi: i democratici criticavano le manovre per far fuori gli avversari, i repubblicani per il presunto appoggio alle idee politiche dei democratici. Poche risposte concrete, ma unanimi promesse di non approfittare del loro potere per dominare totalmente il mercato. Cita le parole di un democratico: ” Queste piattaforme hanno il potere di scegliere i vincitori e i perdenti…..I padri fondatori non si inchinavano ai re. Noi non dobbiamo inchinarci agli imperatori dell’economia virtuale”.

PRIMA PAGINA

–      Gli stati Uniti e l’Oregon d’accordo sul ritiro degli agenti federali. Il vice-presidente Pence ha guidato la trattativa. La data dipende dalla messa in sicurezza del tribunale federale. Per giorni, Trump ha fatto campagna contro i dimostranti chiamandoli “malati e squilibrati, anarchici e agitatori” che hanno minacciato “di lasciare Portland bruciata e completamente distrutta”. Ma intanto il vice-presidente (noto negli anni passati per non essere altro che un’ombra muta del presidente senza alcuna funzione concreta) stava negoziando un accordo con il governatore Brown. Che ieri ha annunciato che oggi sarebbe iniziato il ritiro delle truppe federali, da completarsi nei prossimi giorni. Complimenti a Pence e Brown, chiudono uno dei capitoli più tristi e inutili della crisi nazionale, tipica prova di forza di Trump e del suo servitor sciocco Barr, ministro della giustizia.

–      Gli insegnanti spingono per aver voce in capitolo sulla riapertura delle scuole.  Mentre il paese si avvia a una riapertura caotica, senza accordi sulle date e sulle modalità (aule all’antica o insegnamento on line?), i sindacati degli insegnanti lottano per una prolungata chiusura, per più strette misure di sanità e per mettere limiti a quello che devono fare se l’insegnamento fosse virtuale. Sono sotto pressione perché sanno che solo con scuole funzionanti i genitori potranno tornare al lavoro.

–      L’epidemia si sparge in tanti pezzi mortali. Gli Stati Uniti, un gigante ferito, lottano contro un nemico che risorge. L’epidemia è di nuovo in crescita, e gli americani si rendono conto che per adesso è inarrestabile e nessun angolo del paese ne sarà risparmiato. Il New York Times ha intervistato 20 esperti, non solo di sanità ma anche storici e sociologi, con la conclusione che il contagio è alimentato dal comportamento umano tanto quanto dal virus stesso. Mentre non c’è intenzione di una chiusura nazionale, le regolamentazioni locali devono essere rinforzate e governatori e sindaci devono avere identici obiettivi.

–      Il sussidio di 600 dollari permetteva a molti lavoratori di arrivare a fine mese. E adesso? Circa 30 milioni di americani ricevono sussidi di disoccupazione di entità diverse ma sempre lontane da garantire di poter pagare le spese di base: cibo, affitto, mutuo. Con i 600 in più, che era un extra temporaneo, ce la potevano fare. Ma adesso il parlamento ha ridotto quel sussidio a 200, sostenendo che i 600 erano un incentivo a non cercar lavoro. Che forse era vero per alcune famiglie, ma certamente non per tutte. Non c’è una soluzione in vista, ma in parlamento se ne discute ancora.

–      In fondo alla prima pagina, uno spazio incorniciato con la foto di John Lewis e queste scritte: LE ULTIME PAROLE DI JOHN LEWIS. Il leader dei diritti civili, morto il 17 luglio, aveva chiesto al New York Times di pubblicare il giorno del suo funerale un suo saggio da cui sono tratte queste parole: “Anche se non posso essere qui con voi, vi spingo a rispondere alla più alta chiamata del vostro cuore e a lottare per ciò in cui credete davvero”.

PAGINE INTERNE

–      Da capo della polizia a candidata vice-presidente? La parlamentare Val Demings è nella lista di Biden per la vice-presidenza. Può il suo passato di capo della polizia di Orlando (Florida) contare in questo momento?

–      Un arresto a New York suscita domandeIl video di un dimostrante trascinato dalla polizia in un veicolo senza insegne, ha provocato richieste alla polizia di dare spiegazioni.

–      Test positivo preoccupa il parlamento. I risultati per il deputato Louie Gohmert suscitano domande sulla trasmissione del contagio in Parlamento.

–      No discussione sulle ricompense. Trump ha detto che non ha chiesto chiarimenti a Putin durante la loro ultima telefonata sull’argomento delle “mance” cash ai Talibani per ammazzare soldati americani.

–      La Banca Centrale mette in guardia da una ripresa lenta.  Ha lasciato il tasso degli interessi quasi a zero e ha predetto un ripresa molto lunga.

–      Come scappare l’orbita delle grandi. Google, Amazon, Apple e Facebook controllano la maggior parte del mondo digitale. Ma ci sono passi concreti che possiamo fare  per sostenere anche “i piccoli”. 

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Umberto Bonetti

Umberto Bonetti, nato a Torino nel 1938, laureato in legge e scienze politiche Carriera: RAI di Milano (1962/1967), RAI di Montevideo (Uruguay) (1968/1974), RAI CORPORATION (1974/2000) a New York e Los Angeles. . Dal 2000 in pensione, con vari incarichi di consulenze. Volontariato: Peace Corps in El Salvador, United Nations in Sudan, Unesco in Afghanistan, Unione Europea in Bangladesh. A New York: Metropolitan Museum, Meals on Wheels (distribuzione pasti).

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