Brava gente

Ignazio La Russa può parlare

Durante un recente dibattito televisivo Ignazio La Russa, attualmente Vice Presidente del Senato eletto nelle liste di Fratelli d’Italia e membro del Parlamento da 27 anni (ed ex ministro della difesa, 2008) ha duramente ammonito il suo interlocutore: se intendeva fare valutazioni politiche era necessario che prima si facesse eleggere.

La Russa questa volta sembra proprio aver ragione, anche se a dire la verità la necessità da lui sostenuta la sottolinea ormai da tempo quel maestro di Democrazia che risponde al nome di Matteo Salvini. Per parlare di politica, del governo del paese, di istituzioni, è indispensabile aver avuto un preciso mandato da parte degli elettori. In questa chiave va riletta la Costituzione Repubblicana, in particolare l’articolo 21, che sancisce la libertà di manifestazione del pensiero per tutti i cittadini. Tutti possono esprimere liberamente le proprie idee, persino i propri convincimenti politici, ma devono avere una sorta di abilitazione con le elezioni ad una carica pubblica.

Ignazio La Russa

Queste cose Ignazio La Russa, figlio di Antonio che negli anni quaranta fu segretario politico del Partito Nazionale Fascista di Paternò, le ha apprese fin da bambino ed ha fatto una lunga esperienza prima di occuparsi di questioni politiche. Appare persino in un comizio della maggioranza silenziosa (monarchici, democristiani, missini e liberali) a Milano del 1971, quando aveva solo 24 anni. Una persona con quasi mezzo secolo di esperienze politiche, 7 volte eletta al parlamento, 2 volte al Consiglio Regionale della Lombardia, non può essere contraddetto da uno qualunque, anche se titolare di una carica pubblica non elettiva, che vorrebbe mettersi sullo stesso piano del popolo degli eletti.

Se non ci sono norme che lo vietano, se anzi la libertà è partecipazione (lo cantava Giorgio Gaber ma forse si sbagliava) ci sono ragioni per proteggere la democrazia dagli improvvisatori, da gente che non ha conseguito con le elezioni la patente necessaria per parlare di questioni riservate a chi invece quella patente l’ha ottenuta e la rinnova da quasi 30 anni!

Quando daranno ad Ignazio La Russa la medaglia per i benemeriti della democrazia?

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Mario Pacelli

Mario Pacelli è stato docente di Diritto pubblico nell'Università di Roma La Sapienza, per lunghi anni funzionario della Camera dei deputati. Ha scritto numerosi studi di storia parlamentare, tra cui Le radici di Montecitorio (1984), Bella gente (1992), Interno Montecitorio (2000), Il colle più alto (2017). Ha collaborato con il «Corriere della Sera» e «Il Messaggero».

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