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Il crollo dell’export italiano

A marzo l’export italiano al di fuori dell’Ue è calato del 12,7% su base annua e del 13,9% su base mensile. È il dato peggiore da oltre vent’anni. Un crollo, sottolinea l’Istat, che «riflette gli effetti economici dell’emergenza Covid-19 e delle misure di contenimento adottate nel nostro Paese e nei principali paesi di destinazione». In calo a doppia cifra per il made in Italy sono quasi tutti i mercati, con l’eccezione degli Stati Uniti, i cui acquisti crescono ancora dello 0,9%, contribuendo a rendere meno drammatica la media. In drastica diminuzione anche le importazioni, con una flessione sul mese del 12,4% e sull’anno del 19,8%.

A giugno la nuova Alitalia con 90 aerei
La nuova Alitalia pubblica sarà costituita «entro le prime settimane di giugno» e potrebbe fare parte di una nuova alleanza, non più con Delta e SkyTeam ma con Lufthansa. Sono le novità annunciate dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli nell’audizione alla commissione Trasporti della Camera. Il ministro ha negato che la nuova compagnia sia molto più piccola dell’attuale: «Il range di aeromobili che transiteranno immediatamente alla newco è superiore ai 90, dai 113 di oggi».
«Patuanelli non ha detto di quanti soldi avrà bisogno Alitalia per sopravvivere. I 400 milioni di euro iniettati a Natale (che hanno portato il totale dei fondi pubblici durante il commissariamento a quasi 1,5 miliardi) sono ormai esauriti. Secondo il ministro “i 400 milioni ci consentono di arrivare alla fine di maggio, segno che il commissario ha lavorato bene nonostante le enormi perdite subìte nell’ultimo mese e mezzo”. In gennaio Patuanelli e Leogrande avevano detto però che i 400 milioni sarebbero bastati per tutto il 2020. Il decreto Cura Italia ha stanziato 500 milioni. Patuanelli ha detto “che i 500 milioni serviranno per tutte le compagnie che hanno subito danni dal Coronavirus e poi per la Newco”. In realtà per come è scritta la norma, art. 79 del decreto, i 500 milioni andrebbero solo ad Alitalia» [Dragoni, Sole].

Ryanair non volerà con i posti vuoti
A Ryanair non piace affatto l’ipotesi di riprendere a volare mantenendo un posto vuoto tra i sedili per consentire la distanza tra i passeggeri. Intervistato dal Financial Times, il numero uno della compagnia Michael O’Leary ha spiegato di aver già avvertito il governo irlandese che, se intende introdurre questa regola, «o pagherà lui per il posto di mezzo oppure semplicemente non si volerà più perché non è possibile avere un profitto con un tasso di riempimento del 66%». Per O’Leary poi lasciare vuoti i posti di mezzo non garantisce comunque una distanza sufficiente, quindi «è un’idea idiota che non porta a nulla».

Il risarcimento a 40 anni da Ustica
Il ministero della Difesa e quello dei Trasporti sono stati condannati a pagare 330 milioni di euro di risarcimento alla compagnia aerea Itavia, proprietaria del Dc-9 che il 27 giugno del 1980 esplose in volo nel cielo sopra Ustica. Nella strage morirono 81 persone fra passeggeri e membri dell’equipaggio. A stabilire la condanna è stata la Corte d’Appello di Roma con una sentenza pubblicata mercoledì e che, su richiesta della Cassazione, quantifica l’ulteriore danno subito dalla società a causa del fermo della flotta aerea e della revoca della concessione successiva alla strage. Nel 2018 il risarcimento dovuto dai due ministeri italiani era stato quantificato in 265 milioni da una sentenza definitiva, che però risarciva solo il danno per la caduta del Dc-9. Gli amministratori straordinari avevano fatto causa ai ministeri che sarebbero quindi colpevoli, secondo la sentenza, di non aver garantito la sicurezza dei cieli. Il 10 dicembre 1980 avvenne la sospensione delle attività di volo [Reggio, Sole].
Per quanto riguarda le cause della strage, l’unico processo penale, quello a carico di quattro generali dell’Aeronautica accusati di depistaggio (Lamberto Bartolucci, morto nel febbraio scorso, Franco Ferri, Zeno Tascio e Corrado Melillo), si è concluso con l’assoluzione definitiva e l’esclusione di un abbattimento in volo del DC-9 da parte di un missile, mentre i procedimenti civili sono giunti alla conclusione opposta, quella di un missile che avrebbe centrato in pieno l’aereo di linea [il Post].

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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