La gestione degli imballaggi e dei rifiuti derivati è un tema centrale. E allora carta al posto della plastica, anche per prodotti freschi o surgelati. Grazie alla ricerca italiana individuato un packaging riciclabile al 100%, compostabile e biodegradabile.
La crescita dei consumi, lo sviluppo economico e sociale, il modificarsi della composizione dei nuclei famigliari, il frazionamento dei pasti e la diffusione del commercio moderno sono tutti fattori che comportano una crescita degli imballaggi circolanti il cui consumo, infatti, evolve in tutti i paesi a un ritmo leggermente superiore a quello del PIL. La gestione degli imballaggi e dei rifiuti da essi derivati è divenuta un aspetto centrale nella tematica della gestione di essi e del loro ridimensionamento.
All’ultimo MedFEL, Fiera professionale del settore ortofrutticolo mediterraneo a Perpignano, è stato presentato un nuovo tipo di carta nell’ambito della ricerca di alternative alla plastica per gli imballaggi di alimenti. Si tratta della Paper Bag e Paper Pack, inventata da Giuseppe Merloni di Policarta e dal suo team. Il prodotto è riciclabile al 100% in carta, compostabile e biodegradabile e questi imballaggi sono interamente realizzati in carta kraft. Paper Bag è adatto per confezionatrici verticali da 500 g a 2,5 kg, mentre il Paper Pack è stato progettato per macchine orizzontali da 250 g a 1 kg. La carta può essere sigillata termicamente tra i 150 e 250 °C, senza elementi chimici e i componenti che consentono la saldatura si degradano naturalmente nell’acqua. Un altro aspetto interessante di questo imballaggio è rappresentato da una finestra trasparente d’idrato di cellulosa che consente di vedere il prodotto contenuto. Con la certificazione ufficiale Aticelca MC 501-1 la carta è riciclabile in tutta Europa. Dopodiché essa è rigorosamente tracciabile, provenendo dalle foreste scandinave, gestite in modo sostenibile. Un altro importante vantaggio di questi prodotti, come affermato dagli inventori, è che non è necessario acquistare confezionatrici speciali, in quanto con alcune modifiche le macchine già presenti sul mercato sono in grado di confezionare prodotti freschi o surgelati con questa carta; quindi non è necessario alcun investimento e, a seconda del prodotto in questione, il costo dell’imballaggio non risulta sensibilmente maggiore. Poi si deve evidenziare il vantaggio in termini di conservabilità del prodotto confezionato, grazie alla carta che, per sua natura porosa consente al prodotto di respirare, a differenza della plastica che lo blocca se non è perforata. Dopo aver depositato due mesi fa il brevetto dell’innovazione, Policarta ha avviato con Ulma Packaging una collaborazione finalizzata a sperimentare l’impiego della nuova carta nelle macchine di confezionamento. “Il risultato dei test è stato superiore alle attese – ha evidenziato Merloni – Abbiamo capito che sono necessari solo piccoli accorgimenti per far convogliare il materiale dentro le linee di lavorazione, senza che esso subisca danni – Ulma, di conseguenza, ha sviluppato un kit per tagliare e saldare la carta che tutti i confezionatori di ortofrutta possono montare su qualsiasi tipo di macchina attrezzata con tecnologie di controllo della temperatura e della pressione delle barre saldanti”.
Intanto sul tema degli imballaggi e del packaging, l’Istituto Italiano Imballaggio, associazione no profit, ha cercato di porre rimedio alla poca informazione sul tema da parte dei consumatori con la stesura di una “Carta etica” declinata in dieci punti, redatta in collaborazione con l’Unione nazionale dei consumatori. Il documento parte da un dato di fatto, ovvero che il packaging è dappertutto: ogni anno, ognuno di noi entra in contatto con almeno 8000 imballaggi. Inoltre, per promuovere imballaggi virtuosi e sostenibili, l’Istituto Italiano di Imballaggio, in collaborazione con Conai, anche quest’anno ha promosso il concorso del “Best Packaging”, che premia le migliori soluzioni lanciate sul mercato.
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