Il Giro d’Italia del 2020 partirà da Budapest. «Con gli amici ungheresi faremo un grande lavoro», dice il direttore Mauro Vegni. «E gli amici ungheresi, vestiti a festa, annuiscono. “Una notizia storica — gongola Mariusz Revesz, segretario del governo per il programma Ungheria attiva —, un’enorme opportunità per promuovere in mondovisione il nostro Paese”. Gli organizzatori di Belfast, grande partenza 2014, confermano: per ogni euro speso nella corsa più bella del mondo, ne tornano indietro (almeno) due. «Un orgoglio — conferma la fascinosa ministro dello Sport, Tunde Szabo —, la promozione dello sport e della nostra ricchezza culturale avrà effetti a lungo termine».
Ospitare il Giro, insomma, è un affare e non c’è da stupirsi se Budapest ha festeggiato la vittoria su Marsiglia come un gol al Mondiale. Ma il business è anche del Giro, la cui promozione in Ungheria comincerà già quest’anno dalla crono di Bologna in poi: «Ne trarremo entrambi vantaggio» chiosa l’ad di Rcs Sport Paolo Bellino […] L’Ungheria promette forti investimenti sullo sport nei prossimi tre anni (Mondiali di scherma e Coppa Cev di volley donne 2019, Europei di nuoto e pallanuoto 2020 più quattro partite degli Europei di calcio itineranti, apertura di tre velodromi)» [Piccardi, CdS]
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