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Il mini condono che ha agitato il governo

I rapporti tra Lega e M5s continuano a essere difficili. Cremonesi sul CdS: «Il sospetto di Matteo Salvini: “I 5 Stelle hanno cambiato strategia: vogliono farci male”. L’indicatore più affidabile della tensione tra Lega e M5S è nella frase del vicepremier leghista, che sbotta in mattinata: “La Lezzi si occupi delle regioni del Sud, che hanno bisogno di qualcuno che lavori a tempo pieno”. La Lezzi aveva bocciato la flat tax».

Poi c’è la storia del mini condono edilizio: «Nelle chat dei parlamentari ieri ha iniziato a girare una norma dello sblocca-cantieri la cui paternità è stata subito attribuita alla Lega. Una mini-sanatoria sulle piccole irregolarità sui vecchi edifici (porte e finestre spostate rispetto ai documenti tecnici, piccole difformità), che si fatica a verificare nelle carte delle costruzioni avviate prima del 1977. Una misura che però, non piace al M5S. La polemica è montata immediatamente. E il Carroccio è stato costretto a smentire. “La Lega”, hanno fatto sapere fonti del partito, “è contraria a ogni condono, la notizia è infondata”. Ma le distanze restano. E sono tante. Come per la vicenda dei commissari sblocca-opere. Il Carroccio ne vorrebbe uno solo, che ai Cinquestelle suona come un commissariamento del ministro Toninelli» [Bassi-Franzese, Mess].


Con un articolo pubblicato da Repubblica, il premier Conte propone, tra l’altro, il salario minimo europeo. «Va affrontata la priorità centrale del lavoro. Il nostro continente ha tassi di disoccupazione giovanile che rallentano le prospettive di sviluppo e mettono a rischio la prossima generazione di europei. L’Europa deve perseguire con vigore e urgenza una efficace tutela della dignità della persona. Una tutela che protegga sia il salario dei cittadini sia i disoccupati, prevedendo ad esempio un’assicurazione europea contro la disoccupazione, come pure l’introduzione di un salario minimo europeo, così come proposto, peraltro, da esponenti del nostro governo». A sua volta, Di Maio s’è fatto intervistare da Emanuele Buzzi del Corriere della Sera: «abbasseremo le tasse, noi come M5S abbiamo un progetto per l’abbassamento delle aliquote e il coefficiente familiare. Bisogna aiutare le famiglie con ogni strumento possibile».

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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