Ci sono regioni in Italia la cui diaspora é molto servita e riverita, tipo Sicilia e Calabria. Poi ci sono altre regioni, come ad esempio l’Abruzzo, i cui residenti all’estero vengono regolamente ignorati dalle amministrazioni regionali e provinciali, e che ottengono solamente qualche riconoscimento a livello comunale.
Questo nonostante export e turismo in Abruzzo dipendano fortemente dai suoi residenti all’estero e da operatori originari dalla regione. Da tener presente che l’Abruzzo conta 1,28 milioni di abitanti, mentre all’estero ci sono 1,3 milioni di persone di origini abruzzesi.
Il problema é che i politici abruzzesi sono troppo occupati con il carosello delle loro poltrone per poter dedicare un po’ del loro tempo ai corregionali all’estero, dopotutto questi non votano.
Ed ecco il vero problema, un modo per risolverlo é far votare i residenti abruzzesi all’estero ed iscritti all’AIRE, cioé la loro anagrafe all’estero facente capo all’ultimo Comune di residenza in Italia.
Attualmente i cittadini italiani iscritti all’AIRE possono votare per le elezioni che si svolgono nelle loro regioni, ma solo se si recano alle urne in Italia; mentre possono votare per corrispondenza solamente per le elezioni politiche, esercizio di scarsa utilitá sotto vari punti di vista, tra cui la poca influenza che i pochi eletti all’estero esercitano in Parlamento.
Cosa diversa sarebbe se gli iscritti all’AIRE potessero votare per corrispondenza anche per le elezioni regionali e locali (queste ultime sono chiamate “amministrative”).
Nel caso dell’Abruzzo i cittadini iscritti all’AIRE sono 189.720 (dati del 2018), di questi si stima che potenzialmente gli elettori qualificabili siano 132.000, il che rappresenterebbe il 17,1% dei votanti totali, che nel 2019 in Abruzzo sono stati 643.287.
Il fatto di poter votare per corrispondenza per le varie elezioni regionali, darebbe anche un aiuto a tanti piccoli comuni dove il numero degli iscritti all’AIRE supera o è vicino al numero dei residenti. Mettere nelle condizioni gli iscritti all’AIRE di votare potrebbe incidere fortemente sull’esito equo delle elezioni amministrative. Tra l’altro nei piccoli comuni (sotto 500 abitanti) attualmente ci si puó trovare di fronte ad una votazione distorta, spesso determinata dall’influenza di qualche famiglia.
É chiaro, comunque, che la spinta a votare per corrispondenza per le elezioni regionali dovrá venire non dalla Regione, ma dal mondo economico-finanziario interessato allo sviluppo dell’Abruzzo.
La procedura potrebbe essere semplice, le schede elettorali verrebbero inviate dai Comuni a spese della Regione, con l’arrivo delle schede elettorali pre-annunciato da una cartolina. La Regione dovrebbe anche far leva sulle sue associazioni all’estero per allertare le comunitá. Nel caso dell’Abruzzo, la spesa di spedizione e di stampa si stima a circa 600.000 euro per elezione regionale. Il costo per il re-invio della scheda al Comune sarebbe a spesa dell’elettore (dopotutto anche andare alle urne in Italia avrebbe un costo). Un controllo iniziale a cura dei Comuni potrebbe abbinare i codici sulle buste ai riferimenti AIRE prima di inviare le schede allo scrutinio. I risultati verrebbero poi inviati ai Comuni per controllare che il numero di votanti corrisponda al numero di schede elettorali.
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