Il Pensiero Libero

In caduta libera

Per un Paese come l’Italia, che da oltre duemila anni ha rinunciato, al fine di risolvere i propri problemi politici di comunità organizzata, sia all’uso della razionalità e sia alla sperimentazione di soluzioni logiche, dire che, oggi, abbia smarrito la ragione sarebbe un vero non senso. Si perde solo un qualcosa che prima si aveva; non ciò che non si è mai avuto.

Di là del gioco terminologico, è indubitabile che l’irrazionalità oggi abbia da più di venti secoli attraversato la nostra storia patria: Il “Bel Paese” ha conosciuto regimi assolutistici di vario genere (dalla teocrazia, alla monarchia, dalla dittatura e alle oligarchie anche di poteri interni dello Stato, fortemente autoritarie) sempre su input irrazionali ed emotivi. I fideismi religiosi e/o i fanatismi ideologici (soprattutto fascismo e comunismo) hanno sempre occupato l’intero campo della politica e ancora oggi l’azione di tutte le forze politiche che aspirano ad ottenere il governo del Bel Paese sono inquadrabili in quelle categorie (in proporzioni variabili, sulla base degli umori prevalenti).

Rebus sic stantibus, la scelta che gli Italiani di oggi possono compiere è destinata a essere priva di ogni efficacia per il miglioramento della vita nazionale, collettiva, civile, sociale ed economica; come tutte le precedenti, nessuna esclusa. Per capire meglio che cosa significa seguire la “razionalità” in politica ed essere capaci di far seguire ad alcune premesse, ipotizzate come realistiche, comportamenti adeguati a eliderne gli effetti ritenuti nocivi, è utile raffrontare la nostra vita politica con quella dei Paesi anglosassoni, Gran Bretagna e Stati Uniti d’America.

Per molti decenni, i Governanti di quei due Stati hanno lasciato le briglie sciolte sui tycoon del grande capitale, finanziario e industriale, e non si sono resi conto (o non hanno trovato conveniente rendersi conto) che i rapporti tra le due ali dell’economia Occidentale, si andava trasformando. Con la cosiddetta “globalizzazione”, il polo industriale recedeva e ad andare avanti era solo quello monetario.

A parte l’industria delle armi, strategica e sempre florida (soprattutto per i plurisecolari focolai di guerra alimentati dalle tre irriducibili religioni mediorientali), la produttività manifatturiera calava per una duplice convergente ragione: la concorrenza dei prodotti occidentali con i Paesi autoritari o in via di sviluppo era resa impossibile dagli alti costi della mano d’opera e dalle spese per il welfare che le lotte sindacali avevano prodotto. Gli imprenditori occidentali, per rendere meno alti i prezzi delle loro merci, erano costretti a “delocalizzare” i propri opifici in luoghi con mano d’opera a più bassi salari, impoverendo il Paese, in tal modo, sotto l’aspetto industriale. Tutto ciò, però, non dispiaceva al mondo del credito: le Banche scoprivano una doppia occasione di guadagno: potevano offrire i loro mutui sia alle imprese che entravano in difficoltà per il loro gap sia a quelle che decidevano di trasferire altrove i loro impianti. Naturalmente, cambiavano radicalmente i rapporti del mondo del credito con quello della politica, che d’altronde, senza il sostegno economico e mass-mediatico (controllato dal denaro) faceva fatica a muoversi. Lo scotto era alto: le Autorità statali erano sospinte a bloccare le spese per gli investimenti industriali e per le infrastrutture utili alla produzione e al commercio.
E ciò non tanto per impedire la ripresa della produzione dello smercio dei manufatti tradizionali quanto per tenere sempre a disposizione, nei bilanci statali, una cospicua quantità di entrate tributarie al fine di “ripianare” gli eventuali deficit degli istituti di credito (per mancate riscossioni dei ratei di mutui o per errori e “bolle” di vario tipo) e per favorire l’immigrazione di lavoratori a basso costo dal Continente nero, come aiuto alle imprese per continuare a “zoppicare” senza cadere definitivamente.

Certo, l’operazione aveva i suoi costi, per così dire, di esercizio. Tra le spese ulteriori che l’Alta Finanza doveva affrontare v’erano fondi segreti sia per il sostegno dei movimenti ecologisti e ambientalistici (che dovevano convincere gli Occidentali sui pericoli per la salute che un capitalismo produttivo di manufatti con fabbriche e ciminiere fumanti poteva provocare) sia per l’aiuto economico continuativo a uomini politici da utilizzare (prevalentemente di orientamento sinistrorso per la politica da fare con larga messe di sussidi, bonus, cunei fiscali, redditi di cittadinanza o similia, oltre che di misure ambientalistiche) nella battaglia per impedire ogni possibile ripresa di produzione industriale dei Paesi.

Le cose sono andate bene per i magnati della Finanza, fino a quando il malessere dei cittadini inglesi e nordamericani, educati da secoli a vedere le cose senza i fronzoli del sogno religioso e/o del fanatismo ideologico, non si è trasformato in un voto (detto dispregiativamente “di pancia”) che ha portato, in progressione temporale, alla Brexit, all’elezione di Donald Trump e, infine, a quella di Boris Johnson.

Italia ed Ue in caduta libera? Photo credit: Pixabay

Coerentemente con le premesse da cui partiva la loro azione politica, Repubblicani Statunitensi e Conservatori-liberali inglesi hanno, in buona sostanza, deciso, per contrastare la natura prevalentemente monetaria del capitalismo:

a) di recuperare gli spazi di sovranità finanziaria e territoriale, in pratica sottratti al potere politico da quello economico;

b) di chiudere i loro confini, all’immigrazione clandestina (falsamente giustificata con motivi umanitari) e concentrare la loro politica sull’interesse precipuo della polis;

c) di istituire dazi doganali per proteggere la produzione industriale dei loro Paesi dalla concorrenza di Stati autoritari e in via di sviluppo favoriti dai bassi costi della mano d’opera.

A seguito dell’iniziativa anglosassone, l’egemonia del Capitalismo monetario s’è trovata in difficoltà (gli attacchi mediatici forsennati a Trump e a Johnson, ne sono una prova) e ha dovuto restringersi nei confini degli Stati membri dell’Unione Europea (facendo diventare quest’ultima “nemica” dell’Occidente anglo-americano).

L’ignoranza diffusa tra gli Italiani dopo decenni di abbandono (volontario e calcolato) della scuola pubblica in favore dei “diplomifici” ecclesiastici e di privati speculatori, gli effetti deleteri della sovrapposizione del potere giudiziario agli altri due poteri dello Stato (tale situazione si ripete solo in Israele) con il conseguentemente allontanamento dalla vita politica di tutte le persone competenti e “per bene”, la corruzione diffusa tra tutti gli strati della popolazione (in primis, della borghesia salottiera), l’incapacità di capire le conseguenze prodotte dalla mancanza di ogni politica volta a favorire la ripresa degli investimenti necessari alla ripresa dell’industria manifatturiera, fanno sì che l’Italia si trovi nel pieno di una situazione produttiva che la vede precipitare, in caduta libera e progressivamente, verso il baratro.

Naturalmente, un esame della situazione senza paraocchi ideologici e suggestioni interessate, potrebbe fare capire agli Italiani quali sono le misure che la spingono verso il fondo del baratro che sono, sostanzialmente, due:

a) il blocco del pareggio di bilancio e la cosiddetta austerity, imposte dai tecnocrati di Bruxelles, per mantenere l’industria manifatturiera in condizioni di sopravvivenza claudicante (o per spingere gli imprendotori a delocalizzare le proprie fabbriche);

b) la politica (suggerita dalle teste d’uovo di Wall Streete della City ai gauchisti senza più futuro) di panem et circenses.

L’irrazionalità maggiore e più preoccupante della situazione italiana è che non si scorge un fil rouge tra chi vuole il mantenimento dello status quo e tra chi intende cambiarlo, seguendo eventualmente l’esempio dei due Paesi Anglosassoni. Tanto per fare qualche esempio su quota-cento se a sinistra si sente (come sembra ovvio) uno squillo, alla destra risponde (con minore coerenza) uno squillo; sul reddito di cittadinanza il silenzio da una parte e dall’altra è assordante e distruttivo; di cuneo fiscale parla, com’è ovvio il governo giallo-rosso ma ne parlava inspiegabilmente anche quello precedente giallo-verde.

Inoltre la pavidità nel contrastare l’immigrazione, utile soltanto a favorire la restituzione dei mutui, se è comprensibile nei movimenti e nei partiti sorretti dal sistema mediatico in mano alle banche, diventa del tutto contraddittorio per chi invoca recuperi di sovranità finanziaria e territoriale per il Bel Paese.
Per l’Italia, quindi, “caduta libera” non è soltanto un folle promo di Gerry Scotti.

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Luigi Mazzella

- Vice Presidente emerito della Corte Costituzionale - Ex Ministro per la Funzione Pubblica - Avvocato Generale dello Stato emerito - Scrittore e giornalista ATTIVITA’ SVOLTE: 1 – Direzione di pubbliche istituzioni nazionali e regionali svolta in modo autonomo: a) Commissario Straordinario alla Gestione Autonoma dei Concerti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dal 1974 al 1978 (nominato dal Ministro dello Spettacolo On. Adolfo SARTI). b) Commissario Governativo dell’Accademia Nazionale d’Arte drammatica “Silvio d’Amico” dal 1979 al 1986 (nominato dal Ministro della Pubblica Istruzione Sen. Giovanni SPADOLINI). c) Commissario Straordinario dell’IDISU (poi ADISU) Università di Tor Vergata di Roma, dal 1993 al 1997, nominato dalla Regione Lazio. d) Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione della Banca Nazionale del Lavoro – Sezione Autonoma di Credito Cinematografico (SACC) dal 1984 al 1990. e) Vice Presidente del Consiglio Direttivo dell’Accademia Filarmonica Romana, plurisecolare istituzione musicale di rilevanza nazionale. f) Membro del Consiglio Direttivo dell’Ente Autonomo “La Biennale di Venezia” per due mandati consecutivi. 2 – Incarichi direttivi in Gabinetti Ministeriali: a) Vice Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 1970 al 1973 (Vice Capo di Gabinetto). b) Ministero dei lavori pubblici dal 1973 al 1975 (Capo dell’Ufficio Legislativo). c) Ministero della difesa dal 1979 al 1983 (Consigliere Giuridico del Ministro). d) Ministero per il turismo e lo spettacolo dal 1983 al 1985 (Capo di Gabinetto). e) Ministero dell’ambiente dal 1986 al 1987 (Capo di Gabinetto) f) Ministero delle aree urbane dal 1987 al 1993 (Capo di Gabinetto). 3 – Attività svolte in organismi internazionali e altri organismi interni: a) Membro del Comitato per i Pubblici Appalti della allora CEE a Bruxelles dal 1973 al 1975. b) Membro del Comitato Giuridico dell’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO-OACI) a Montreal dal 1983 al 1985. c) Membro del Comitato per gli Affari Urbani dell’OCSE a Parigi dal 1987 al 1993. d) Membro della delegazione della Cassa per il Mezzogiorno dal 1973 al 1975. e) Membro del Consiglio Superiore delle Forze Armate dal 1981 al 2002. f) Membro del Consiglio di Amministrazione dei Monopoli di Stato. g) Giudice della Commissione Tributaria Centrale dal 1992 al 2002. 4 – Attività ulteriori: a) Presidente o Membro di Commissioni di studio istituite dalla Pubblica Amministrazione (Commissione Giannini per il riordino delle forze armate, Commissione per la rilocalizzazione dei Ministeri in Roma Capitale ed altre). b) Presidente o Membro di commissioni di esame (Avvocatura dello Stato, INPS ed altre). c) Autore di saggi ed articoli su riviste giuridiche (Rassegna dell’Avvocatura dello Stato e numerose altre) e su riviste di studi politici e di cultura (“Specchio Economico”, “Politica e Mezzogiorno” “Minerva” ed altre). d) E’ iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti (Ordine interregionale del Lazio e del Molise) dal 1992. 5 – Onorificenze: a) Cavaliere di Gran Croce – Ordine al Merito della Repubblica Italiana – data di conferimento 28 gennaio 2002 b) Cavaliere di Gran Croce al Merito dell’Ordine Sovrano Militare di Malta c) Accademico dell’Accademia Filarmonica Romana. d) Salernitano illustre – Camera di Commercio di Salerno e) Cittadino Onorario di Eboli - Amministrazione Comunale f) Insignito del Premio Capalbio “per lo stile nel Governo” 6 – Autore di libri: A) SAGGI SOCIO-POLITICI 1. "Cinquanta proposte di buon governo” - Marsilio Editore - 1992; 2. “L’irresistibile vento dell’ovest” - Menzione speciale al Premio Internazionale di saggistica “Salvatore Valitutti”; Minerva Editrice - 2001; 3. “Recondite armonie di riforme diverse” - Premio Presidente Provincia Salerno al premio internazionale di saggistica “Salvatore Valitutti” - Maggioli Editore - 2004; 4. “Le utopie possibili. Bel Paese e Buon Governo” - Premio alla carriera al Premio internazionale di saggistica “Salvatore Valitutti” 2005 - Maggioli Editore - 2005; 5. “Le probabilità ragionevoli” - 2006; 6. “La passione della ragione” - Avagliano Editore - 2008; 7. “Dall’impegno al distacco” - Avagliano Editore - 2007; 8. “Casta Italia” - Avagliano Editore - 2009; 9. “Nessun dorma” - Avagliano Editore - 2010; 10. “Le luci spente dell’illuminismo” - Avagliano Editore - 2010; 11. “La forza e la frode” –Avagliano Editore 2012 12. “Il dispotismo indulgente” – Avagliano Editore - 2013 13. “EUROCRASH – Cinquanta ipotesi d’incerto futuro” – Curcio Editore 2014 14. “Debole di costituzione” – Editore Mondadori 2014 15. “Europa mia, benché il parlar sia indarno” Avagliano Editore, 2017 16. " Il decennio nero degli Italiani – Dal Porcellum al Rosatellum – Avagliano 2018 17. "Elogio del pensiero libero – Genesi Editrice 2019 B) SAGGI CINEMATOGRAFICI 18. “Il bello nel cinema” - Saggi di estetica cinematografica - Seam Editrice - 2000; 19. “Il Leone e gli Oscar” - Saggi di estetica cinematografica - Eagle Pictures editrice - 2001; 20, “Fermo immagine” - Saggi di estetica cinematografica- Premio al Festival Cinematografico di Salerno - Minerva editrice - 2001; 21. “Il cinema tra irrisione e riflessione” – critiche cinematografiche -Avagliano Editore, 2011. 22. “Voce fuori campo” – critiche cinematografiche – Avagliano Editore 2014. 23. “L’Orso e la Palma” – Istituto culturale del Mezzogiorno. 217 24. “50 film da rivedere” – Istituto Culturale del Mezzogiorno - 2018 25. "Federico Fellini- realista e visionario – Ist.Cult.Mezzogiorno 2019 C) NARRATIVA E POESIA 26. “Un gioco malandrino di finestre e balconi” - Romanzo - Premio Speciale Grinzane Cavour Cesare Pavese - Avagliano Editore - 2006; 27. “Il Chiodo nella sabbia” - Romanzo – Menzione speciale al Premio Roma - Avagliano Editore - 2008; 28. “La baia del dubbio” - Romanzo – Premio per la narrativa del Centro di psicologia Salvatore Valitutti di Salerno - Avagliano Editore - 2009; 29. “La verità dietro l’angolo – Romanzo – Premio speciale Capri 2011 - Avagliano Editore - 2011 30. “I pazzi e le smorfie” – Versi e Aforismi – 3 Edizione - Genesi Editrice 2011 31. “La Grimpeuse – Confessioni di una rampante” – Genesi editrice - 2013 32. “Grigio senza sfumature” – Romanzo – Avagliano Editore 2014 33. “ In fuga dall’intimità” – Romanzo – Avagliano Editore 2015. 34. “Canzoniere satirico” – Versi e Aforismi – Genesi Editrice 2015. 35. “Vissi d’arte” – Romanzo – Avagliano Editore 2018 36. “Fake-off” – Romanzo – Avagliano Editore 2919 37. “Tutti promossi a fine-anno” 38. “L’albero dell’ignoranza” Romanzo (in prep.)

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