Nuvole e un po’ di pioggia sul Centro-Nord e sulla Sardegna. Sole e qualche nuvola sul Centro-Sud • Firma dell’accordo relativo alla Brexit • Salvini-Meloni-Berlusconi concludono insieme la campagna elettorale emiliana in piazza del Popolo a Ravenna • Altri scioperi in Francia contro la riforma delle pensioni • Mike Pence a Roma • Giornata internazionale dell’istruzione • Sentenza di primo grado nel processo a Claudio Scajola • Convegno su Bartali alla Camera • Roberto Bolle alla Scala • Leonardo al Castello Sforzesco di Milano • Arte Fiera a Bologna • A Roma Joe Bastianich non cucina, ma suona • il Vangelo di oggi: Gesù chiama a sé i Dodici Apostoli.
È almeno un decennio che nei giornali ci interroghiamo su quale sia la formula del successo nell’era digitale. È una partita complicata almeno da due fattori: il primo è che il mercato della pubblicità online è in gran parte appannaggio di Facebook e Google, che lasciano a tutti gli altri risorse insufficienti a sostenere i costi; il secondo è la lunga crisi, forse non inarrestabile sotto una certa soglia, delle copie cartacee. L’impressione è che si proceda a tentoni, per tentativi, in cerca della soluzione. Ma non si può dire che si proceda in ordine sparso. Il minimo comun denominatore, anzi, il punto di partenza, sembra essere il contenimento dei costi. La riduzione dei giornalisti. Accompagnata da un aumento della produttività, misurata soltanto in termini di articoli pubblicati. Con le nuove tecnologie, è il ragionamento diffuso, una persona può confezionare molti più articoli di prima. Più articoli, più clic, più utenti unici e più guadagni. Sembra sensato, anche se finora nessuno può dire di essersi salvato in questo modo. Oppure lo ha fatto a detrimento della qualità.
In questo scenario, oggettivamente complicato e che non riguarda solo il giornalismo ma anche la democrazia che, come è noto, vive solo se i cittadini sono informati, il 20 gennaio il direttore di Le Monde Luc Bronner ha fatto un tweet che sembra autorizzare un capovolgimento di schema, che sembra dirci non solo che per salvare il giornalismo un’altra strada è possibile, ma addirittura che quella che pensavamo fosse l’unica soluzione potrebbe rivelarsi una condanna. Scrive Luc Bronner che fra il 2018 e il 2019 Le Monde ha ridotto del 14 per cento il numero degli articoli (addirittura del 25 per cento nei due anni); e che nel frattempo i giornalisti sono aumentati, oggi sono più di 500 e hanno più tempo per fare inchieste. Il risultato che è il numero di utenti sul web e sulla carta è aumentato dell’11 per cento in ciascun settore. Più giornalisti meno articoli uguale più lettori. Sembra una formula senza senso, se non quello di garantire più occupazione: una sorta di “lavorare meno lavorare tutti”. Ma non è questo il punto. Si tratta di una formula controintuitiva perché c’è una variabile nascosta che la rende comprensibile: la qualità del giornalismo. Più giornalisti, meno articoli uguale più qualità e quindi più lettori.
Il caso di Le Monde (che non è isolato ma è emblematico per il prestigio del quotidiano francese), sembra dirci che con il web affollato di notizie postate in fretta, scritte in maniera scadente, sciatta, e a volte volutamente fasulle, c’è un pubblico disposto a pagare per un prodotto unico, di qualità, con una forte identità e affidabilità. In fondo, milioni di persone pagano ogni mese l’abbonamento a Netflix o a Spotify: nessuno pagherebbe per vedere i video di TikTok e non paghiamo per quelli di YouTube (Riccardo Luna – LaRepubblica).
Clamoroso
C’era chi aveva la villa e chi la Ferrari, chi era titolare di un’impresa ma si era dimenticato di fare la dichiarazione dei redditi e chi era in galera perché mafioso. Sono i 237 furbetti della Locride, Reggio Calabria, che tra aprile e dicembre 2019 hanno chiesto e ottenuto indebitamente il reddito di cittadinanza, intascando in totale 870 mila euro. Sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’indagine nata da una precedente inchiesta su falsi braccianti agricoli. Questo perché in Calabria le liste del collocamento sono piene di gente che sulla carta ha lavorato nei campi un periodo sufficiente per godere di sussidi di disoccupazione o maternità, ma in realtà non ha mai messo piede neanche in un orto.
In prima pagina
• Coronavirus altre tre città sono in quarantena e Pechino ha cancellato i festeggiamenti per il capodanno. Per gli esperti il virus è arrivato all’uomo attraverso pipistrelli e serpenti
• La Corte di Cassazione ha ammesso il referendum contro il taglio dei parlamentari
• Per la Commissione Antimafia sono tre gli «impresentabili» nelle liste per il voto in Emilia Romagna e Calabria. Tutti e tre del centrodestra
• Nella Locride, in Calabria, 237 persone sono state denunciate per aver ricevuto indebitamente il reddito di cittadinanza: avevano Ferrari e ville, alcuni erano in carcere per mafia
• Secondo Dagospia Roberto Benigni prenderà 300 mila euro di cachet per partecipare a Sanremo. Polemiche
• Il libro-scandalo sul celibato dei preti esce in Italia con la firma di Benedetto XVI
• Papa Francesco ha sostituito uno dei principali vescovi conservatori negli Stati Uniti
• Michele Bravi ha chiesto di patteggiare 18 mesi per omicidio stradale. L’associazione familiari delle vittime: «Vergognoso»
• Trovata, secondo La Stampa, la testa di Plinio il vecchio
• Grom preferisce i supermercati e chiude le gelaterie su strada: dopo Torino, serrande abbassate anche a Udine e Treviso
• In due anni i Comuni italiani hanno raccolto appena 113 mila biotestamenti
• Oltre quaranta capi di Stato si sono riuniti a Gerusalemme per il 75esimo anniversario della liberazione di Auschwitz
• Allarme smog, a gennaio cinque città hanno sforato per 18 volte i limiti di polveri sottili nell’aria. Nel 2019 la peggiore è stata Torino
• È stata ripristinata la scorta al Capitano Ultimo
• Agli Australian Open va avanti Camila Giorgi, esce Andreas Seppi
• L’operaio della Bassa Padovana che, dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento, s’è impiccato
• Un aereo con tre vigili del fuoco è precipitato a Canberra, in Australia, mentre gettava liquido per spegnere gli incendi.
Al Teatro alla Scala di Milano «Serata van Manen – Petit», con Roberto Bolle insieme al Corpo di Ballo del Teatro alla Scala (ore 20). All’Auditorium Toscanini di Torino la Sinfonia n. 2 in do minore di Gustav Mahler eseguita dall’Orchestra sinfonica nazionale della Rai diretta da James Conlon (ore 20). Al Blue Note di Milano due concerti consecutivi di Fabio Concato (ore 21 e 23.30). Al Largo Venue di Roma concerto di Joe Bastianich (ore 20). Altri concerti: Niccolò Fabi è al Teatro delle Muse di Ancona, Dodi Battaglia al Teatro della Concordia di Venaria Reale (Torino), Mario Lavezzi al Teatro Duse di Bologna, Gegè Telesforo all’Auditorium Gazzoli di Terni, Flavio Giurato al Campo Teatrale di Milano, Joe Bastianich al Largo Venue di Roma; i Massimo Volume sono alla Santeria Toscana 31 di Milano, Nino D’Angelo e Gigi D’Alessio al Palazzo dello Sport di Roma.
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