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La Bce lascia invariati i tassi e pensa di nuovo al Qe

La Banca centrale europea ha rinviato l’aumento dei tassi di interesse di almeno sei mesi. L’economia è troppo debole e serve una politica espansiva. Il presidente Mario Draghi ha fatto sapere che la Bce «è pronta ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello da noi perseguito (il 2% – ndr). In Consiglio si è discusso di nuovi tagli dei tassi e di ripresa del Qe», il massiccio programma di acquisto titoli lanciato dalla Bce dopo la crisi e terminato lo scorso anno.

A pesare sulla situazione le «persistenti incertezze connesse a fattori geopolitici, alla minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti». Le proiezioni degli esperti parlano di una crescita annua del Pil dell’1,2 per cento nel 2019, dell’1,4 per cento nel 2020 e dell’1,4 per cento nel 2021, stime riviste al rialzo dello 0,1 per cento per il 2019 e al ribasso per rispettivamente di 2 e 1 decimo per il 2020 e il 2021. La Bce ha annunciato ance il lancio di un nuovo maxi-prestito alle banche, il Tltro-III.

La Bce lascia invariati i tassi e pensa di nuovo al Qe (pixabay.com)

Si legge in una nota: «Gli istituti di credito che concederanno prestiti netti superiori a un valore di riferimento beneficeranno di un tasso d’interesse ribassato fino a raggiungere un livello pari al tasso medio applicato ai depositi presso la banca centrale per la durata dell’operazione, con l’aggiunto di 10 punti base». Attualmente il tasso sui depositi è -0,40 per cento, quindi si potrà arrivare fino a -0,30 per cento.
«I minibot? O sono soldi, quindi una cosa illegale, o sono altro debito e quindi lo stock sale» (così Draghi a proposito dell’ipotesi di emettere minibot per rimborsare i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, approvata all’unanimità in una mozione alla Camera in Italia).

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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