Gli studenti non potranno più portarsi in mensa pasti preparati a casa. Tutti dovranno mangiare il cibo cucinato dalla mensa scolastica. Lo hanno stabilito le sezioni unite della Cassazione. È la fine di una lunga battaglia legale che con questa sentenza, sulla base di un ricorso presentato dal ministero dell’Istruzione e del Comune di Torino, riporta la situazione indietro nel tempo, al 2017, quando fu il tribunale di Torino a decidere che i genitori potevano scegliere se dare la schiscetta ai propri figli o iscriverli a mensa. Si aprì una querelle che coinvolse poi anche il resto d’Italia. Ieri la parola fine. La Cassazione ha riconosciuto che la mensa non è «un diritto soggettivo» e ha annullato la sentenza di appello che aveva dato ragione al Comitato Caro Mensa. «Un diritto soggettivo perfetto e incondizionato all’autorefezione individuale, nell’orario della mensa e nei locali scolastici, non è configurabile», si legge nella sentenza depositata ieri.
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