La storia ci insegna che Roma, la città Eterna, nacque nella leggenda e fu l’impero più vasto dell’antichità. Ma ci dice anche che ebbe protagonisti del suo potere soltanto figure maschili ad iniziare dai suoi fondatori, Romolo e Remo.
Eppure di quella storia sono state protagoniste grandi donne che l’hanno vissuta e raccontata contribuendo alla sua grandezza. A sostegno di ciò nasce il progetto La città (è) delle donne con l’obiettivo di raccontare la città eterna cambiando prospettiva e scegliendo un punto di vista inedito e inconsueto, quello femminile.
“La città (è) delle donne” è un progetto promosso da Oltre le parole onlus-Teatro Civile e Dire Fare Cambiare, realizzato con il contributo della Regione Lazio nell’ambito del progetto “Si ripArte”.
Del programma della manifestazione e delle sue finalità abbiamo parlato con Giulia Morello, fondatrice di Dire Fare Cambiare.
“La città (è) delle donne” è un progetto promosso da Oltre le parole onlus-Teatro Civile e Dire Fare Cambiare di cui ne sei fondatrice, insieme ad altre donne. Come nasce Dire Fare Cambiare e in che cosa si differenzia un progetto creato e gestito da sole donne?
La nostra Associazione è fondata da donne ma in realtà è aperta a tutti coloro si riconoscano nei principi. A mio avviso il “quid” in più è la visione di genere, occasione per promuovere la parità di genere. Le donne rappresentano il 50% del genere umano eppure in nessun paese è stata ancora raggiunta la parità di genere.
Perché nasce il progetto “La città (è) delle donne” ?
Il progetto nasce in realtà da un uomo che è anche un amico che si chiama Pascal La Delfa, Presidente di Oltre le Parole Onlus, che ci ha coinvolto. L’intento è di offrire una nuova narrazione del rapporto tra Roma e le donne. La storia di Roma è sempre stata raccontata al maschile ed è proprio questo il motivo per cui nasce “La città (è) delle donne. Abbiamo provato a raccontare la storia di una città tramite le celebri donne che l’hanno vissuta, attraversata e raccontata.
Il primo appuntamento è previsto per il 5 settembre alle ore 18.30 alla Casa del Cinema di Roma. Angela Iantosca, giornalista e scrittrice, condurrà un incontro speciale con la celebre e pluripremiata scrittrice Dacia Maraini, dal titolo “Roma, città delle donne”. Il 6 settembre alle ore 21,00 sempre alla Casa del Cinema di Roma sarà la volta della performance teatrale “Roma, Singolare Femminile” – regia di Pascal La Delfa – 6 attrici per 12 personaggi raccontano la storia della Capitale, da Agrippina ad Anna Magnani.
Qual è il racconto di queste due serate ?
Credo che l’intento di tutti e tutte le protagoniste sia offrire una nuova visione della storia e della città. Permettimi anche di citare e ringraziare tutte le attrici dello spettacolo teatrale “Roma, Singolare Femminile”: Emanuela Panatta, M.Flora Giammarioli, Emanuela Vittori, Paola Borgia, Rosella Petrucci, Gilberta Crispino. Saranno loro a prenderci per mano per portarci a spasso per una Roma diversa e inedita.
Giulia, parliamo un po’ di te: per quale motivo la tematica sociale, ambientale e culturale è sempre stata al centro dei tuoi lavori?
Perché credo fortemente che la cultura sia un meraviglioso strumento per cambiare le cose che non ci piacciono, di riscrivere il nostro futuro ripensando al nostro presente.
Ho sempre pensato che alla cultura come a una radice profonda, la premessa per una società all’altezza di tutte e tutti.
Oltre ad essere regista, consulente e direttrice artistica, docente di comunicazione visiva, reportage audiovisivo, storytelling, organizzatrice di grandi eventi, eventi no profit ed eventi a impatto zero, sei anche l’autrice di due libri di successo editoriale dal titolo “Sono innamorata di Pippa Bacca. Chiedimi perché” edito Castelvecchi e “Schiena contro Schiena” edito Le lettere. Cosa ti ha indotta a trattare argomenti delicati come i reati minorili?
Ho lavorato per 6 anni presso il C.P.A. di Roma, luogo in cui finiscono i/le minorenni arrestati per 96 ore al massimo in attesa di convalida da parte del G.I.P.
Lavoravo al Cpa femminile e ho avuto modo di incontrare tantissime storie, volti, errori e possibilità. Da qui è nata l’idea del romanzo “Schiena contro Schiena”, per raccontare una delle esperienze formative più importanti della mia vita e uno dei luoghi meno conosciuti della nostra società.
I centri di prima accoglienza penali minorili sono luoghi di cui nessuno (o quasi) parla eppure ogni anno ospitano migliaia di ragazzi e ragazze.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
In realtà sono alla ricerca di storie da raccontare…vi terrò informati!
Grazie mille per questa graditissima intervista.
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