di Assunta Del Duca
Il clima è mite, la primavera sta per arrivare ed io non riesco a smettere di osservare il cielo, è così azzurro che mi ricorda il mare.
Quei pochi istanti alla finestra, in questo momento così difficile, per me rappresentano la vita,
vita sospesa, tra l’inizio di questo quarantena e la sua fine.
L’unica cosa in movimento è la natura, non si ferma, continua a germogliare nonostante tutto.
Leopardi aveva ragione: la natura segue il suo corso disinteressata alla sorte dell’umanità.
In questo periodo, però, in cui la sorte dell’uomo bazzica, noto con felicità che è proprio grazie a lei che riesco ad emozionarmi.
Adesso è notte, apro la mia finestra e non c’è più il sole a riscaldarmi ma riesco a vedere le stelle. In questo periodo così brutto della mia vita riscopro la primavera che è in me e capisco che anche nel buio c’è luce.
Dalla rubrica “Diario di una quarantena”:
Apollo e Dafne (Ovidio, Metamorfosi, libro I). “Fer pater… opem… qua nimium placui mutando figuram!”.…
Il LinkedIn Top Post di oggi è di Marco Loguercio che ci introduce al tema…
L’autore ci svela il suo segreto, non è stata la conoscenza a portarlo in alto,…
Negli ultimi anni è cresciuto un sentimento contrario alla produttività sempre più diffuso tra i…
Si conclude domani a Roma, alle ore 10.30, presso l'Archivio di Stato, Sala Alessandrina -…
Avete mai immaginato un'interazione con l'AI ancora più intuitiva e creativa? ChatGPT 4o, ora nella…