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Londra: La guerra dei vaccini

Da tempo immemore non si sentivano i toni di questi giorni.
Eu bullies, i bulletti dell’Europa Unita, Eu borders, i controlli ai confini e così via.
La scarsità dei vaccini assegnati all’Europa, vera, scatena sui Media britannici una guerra, meno vera, di toni e parole che non si vedeva dai tempi della campagna sulla Brexit.

E nessuno fra Europa ed Inghilterra ci fa una bella figura.
La questione è ovviamente sui vaccini, sulle scorte, sugli ordini. Ed è una battaglia che stranamente non raggiunge le sponde nostrane.
Perché l’Inghilterra ha ordinato prima di tutti i vaccini Pfizer, tre mesi prima di tutti. Ed ha già anche scorte prenotate per 300 milioni di dosi di vaccino AstraZeneca. Ma ha anche comperato Moderna e Novavax, che qui da noi ancora aspettano il via libera definitivo.

Mentre gli Europei gridano al “diritto che non vale” il first serve first come basis, ma spingono per una cosiddetta obbligatorietà morale (sic), gli inglesi si beffano dei burocrati europei e della loro lentezza.
La questione è insita negli stabilimenti di produzione. Alcuni in Europa. E l’Europa non vuol o anzi non vorrebbe lasciare che le dosi prodotte sul proprio territorio, 3,5milioni solo questo mese, andassero alla perfida Albione. Anche se e va detto son state correttamente ordinate.

Ora, è difficile capire chi ha ragione.
Il contratto fra la Eu e i produttori di vaccini è stato secretato. Chissà perché. E solo pochi deputati europei ne hanno visto il contenuto.
La parte più a sinistra dei politici europei si chiede perché questo avvenga e perché si debba rispettare un contratto, e non prevalga la solidarietà umana, quando lo sviluppo dei vaccini stessi è stato fatto con soldi pubblici. Ma dimenticano che è stato fatto da aziende private.

Hanno un po’ ragione tutti, hanno un po’ torto tutti.

La cosa preoccupante sono i toni al di là della manica, e il silenzio complice al di qua.
Sembra di essere tornati indietro alla guerra fredda, ai fronti contrapposti mentre si pensava che il mondo finalmente si stesse unendo.
E  la battaglia è sulla pelle della gente!

Ed appare ovvio che la mancanza vera, qui da noi è organizzativa e di pianificazione, oltre che di execution di piani vaccinali. Mentre l’Inghilterra vaccina 300/400 mila persone.. al giorno.
Come se l’intera Europa fosse un’italietta qualunque.

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Carlo Arturo Garuzzo

Carlo è fondatore e Presidente del Gruppo Energetico flyRen Energy Group, multinazionale tascabile dedita allo sviluppo, investimento e asset management nel campo delle energie rinnovabili. www.flyren.eu flyRen sviluppa, investe e fornisce consulenze a diverse Utilities italiane e straniere e a fondi Istituzionali che operano nel settore fotovoltaico. flyRen è attiva in Italia, Moldavia, Turchia e Regno Unito. Carlo Garuzzo ha un BA (Hins) in Studi Internazionali di Business conseguito alla European Business School in London ed ha conseguito presso la London Business School, il Corporate Finance Modular Program and Financial Seminar for Senior Managers. Dal 2019 è Console Onorario per la Repubblica di Moldavia per Torino e Piemonte, e si fregia di essere il Presidente del Club Torino of London, club che riunisce le imprenditorialità e professioni torinesi che vivono a Londra. Carlo è un socio del Club degli Investitori dedito a supportare start up Italiane ed è un mentor per giovani imprenditori in Techitalia Lab a Londra. Sposato, due figli, Carlo divide la sua vita fra Londra e Torino e parla correntemente Italiano, Francese e Inglese, con conoscenze avanzate di Spagnolo e Tedesco. Carlo, insieme ai suoi genitori Rosalba e Giorgio, sono mecenati che hanno creato oramai quindici anni fa l’organizzazione senza scopo di lucro “Istituto Garuzzo per le Arti Visive” (IGAV) www.igav-art.org , attivo in tutto il mondo per supportare i giovani artisti contemporanei Italiani.

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