Il Pensiero Libero

La profezia di Henry Kissinger

Henry Kissinger ha detto che “ quando la pandemia Covid19 sarà finita, le istituzioni di molti Paesi verranno percepite come fallite”.
E’ facile prevedere che cosa succederà dopo per rimetterle in corsa: probabilmente vi sarà una sorta di “cura ricostituente” a base di nuove norme e si cambieranno i loro vertici usurati dai mesi di gestione del morbo e dai loro interventi sbagliati.

Questa previsione non può riguardare, però,  l’Italia che  non ha avuto bisogno del Coronavirus per percepire il fallimento eclatante e totale delle proprie istituzioni. Anzi. Sono state proprio le sue istituzioni già miseramente crollate sin dal cosiddetto “decennio nero” degli Italiani a rendere più tragici che altrove gli effetti dannosi della  pandemia.
 
1) Era già in crisi e si è spappolato definitivamente il sistema dei rapporti tra lo Stato e le Regioni. E’ stato il crollo del Federalismo e delle profezie di Carlo Cattaneo  e Gianfranco Miglio. Esponenti del Governo nazionale e Governatori, Assessori Regionali si sono beccati come galli in un pollaio e a fare il tifo intorno a loro c’erano giornalisti orientati pedissequamente al sostegno delle forze politiche in campo al governo centrale o  a quello regionale. Sono state invocate violazioni della Costituzione da una parte e dall’altra e le grida di entrambe le parti erano gracchianti, scomposte e prive di effetti immediati; apparivano chiaramente preparatorie di uno ipotizzabile scontro elettorale sempre di più vera “Araba Fenice” (che vi sia ciascun lo dice quando  sia nessun lo sa!, secondo il noto aforisma di Pietro Metastasio) della nostra vita politica. V’è da dire che anche subito andare alle elezioni con l’attuale sistema elettorale e con con “la scelta-non scelta” dei rappresentanti popolari indicati da Di Maio, Salvini, Renzi, Meloni, Berlusconi e Zingaretti non servirebbe assolutamente a nulla per il “tutto da rifare” (di cui parlava Gino Bartali).

E il “ tutto” è veramente “tutto”! L’idea di un’Assemblea Costituente da cui siano tenuti lontani i partiti, eletta con un sistema maggioritario uninominale, con il ritorno in campo di vere personalità politiche in luogo degli attuali burattini, potrebbe rispondere allo scopo, con tutte le riserve di rito per ciò che da due millenni avviene nel Paese dei Vili e dei Furbi. 
 
2) In questi giorni di tragedia, gli Italiani hanno scoperto di non avere un Parlamento. C’era qualche ottimista incallito  che riteneva di averne uno sia pure nella forma accroccata prevista dal Rosatellum(con eletti non scelti dal popolo votante ma dai Capi partiti più insulsi e scadenti di tutta la storia repubblicana) ma ha dovuto rendersi conto del suo errore. La sua assenza era fisica e materiale. Le Camere legislative semplicemente non c’erano o comunque non si occupavano dei gravi problemi del Paese in un momento grave e delicato. Ciò che appariva anche peggio era che non si accorgevano (o non volevano accorgersi) della sua “latitanza” neppure le altre massime istituzioni dello Stato. Il Presidente del Consiglio faceva tutto da solo e nessuno aveva nulla da obiettare, salvo l’opposizione che correva, però, il rischio di essere oggetto di strali violenti nelle ripetute conferenze-stampa del capo del governo; e di non poter replicare con lo stesso mezzo. L’ “esercito” di nominati, raccattati tra venditori di birre e di noccioline e giovanotti “disoccupati di pessima speranza”, “ a tutto chiamati e a nulla eletti”, non conosceva neppure i propri diritti e i propri doveri e sedeva alle distanze imposte dall’Esecutivo sui banchi di Montecitorio e del Senato con mascherine, trovate sulla riscoperta “via della Seta” e pagate a caro prezzo (in relazione al costo).

Quell’“esercito” era comunque e unicamente pago di avere trovato “una paga per il lesso” dopo anni di sperimentato servilismo verso un leader diventato tale non per cultura e particolare competenza ma selezionato, a sua volta, con metodi misteriosi e occulti.
Un Paese senza un Parlamento veramente consapevole del suo ruolo, che si lasciava pretermettere nelle decisioni più importanti e vitali dalle scelte di  “personaggetti” (direbbe Vincenzo De Luca) venuti dal nulla e destinati a rientrarvi quanto prima, affrontava la crisi del Coronavirus all’insegna dell’hashtag “Io resto a casa”. 
 
3) Da circa un ventennio, gli Italiani si sono accorti di potere andare avanti (si fa per dire, naturalmente) anche senza avere un Governo del Paese veramente degno di tale nome. Non potendo votare (o votando secondo leggi che lo costringono a scelte non sue) ha dovuto accontentarsi di altri “personaggetti” tirati fuori da un misterioso cilindro da consumati esperti di trucchi istituzionali, veri maghi dell’illusione democratica (sotto forma di colomba bianca) che nasconde l’arbitrarietà autoritaria (con sembianze di rettile). Anche oggi, a pandemia di Covid19 perdurante,  l’Italia non ha un vero governo che corrisponda bene o male (e la prima alternativa è stata dimenticata da lungo tempo ) alla volontà degli elettori. Esso si regge in piedi su una solida e più volte collaudata perseveranza: quella di ritardare il più possibile che la parola torni al responso delle urne.
 
4) L’unico potere che veramente (e purtroppo) esiste in Italia è quello giudiziario. E’ difficile non accorgersi della sua presenza:  si agita anche in luoghi e in circostanze imprevedibili e in momenti di grande delicatezza. Anche in tale caso, il Coronavirus,  non ha avuto nulla da insegnarci. Il fallimento della giustizia italiana è stato molto precedente alla profezia di Kissinger. E’ dall’immediato secondo dopoguerra mondiale che il destino degli Italiani è affidato a giovanotti laureati di fresco in giurisprudenza che in possesso di poche nozioni apprese sui banchi dell’università diventano magistrati e si scambiano i ruoli di pubblici accusatori e di giudici in un’aberrante promiscuità di funzioni. A sottolineare la poca importanza della “pretesa” selezione concorsuale ci pensò, in quegli anni lontani, lo stesso Ministro della Giustizia dell’epoca, il “compagno” Palmiro Togliatti che fece un’immisione nei ruoli della magistratura di semplici neo-laureati tesserati dal PCI.

E’ sempre per merito della “Costituzione più bella del mondo”(nel giudizio di cattolici e comunisti) che i pubblici accusatori, oberati di lavoro, scelgono di perseguire i reati che a loro piacciano di più o per inclinazioni sessuofobiche (soprattutto nei tempi in cui mostrare le spalle nude in un ristorante poteva provocare altolocati risentimenti) o per finalità politiche (in tempi più vicini a noi). C’è chi ritiene che le une e le altre motivazioni sarebbero del tutto incondizionabili, perché nascenti da emozioni passionali, non sempre illuminate dalla ragione.

L’uso politico della giustizia che attraverso avvisi di garanzia (che spesso finiscono in bolle di sapone ma con il supporto mass-mediatico, valgono a distruggere persone che potrebbero utilmente servire il Paese) per allontanare persone affermatesi nella vita civile (nessuno mette a rischio la sua onorabilità per un provvedimento giudiziario, che poi, magari, si rivela erroneo e dare spazio per l’attività politica solo a chi non ha niente da perdere) è certamente più recente (se si eccettua il caso Montesi, che colpì duramente Piccioni e De Gasperi)  ma non ha fatto (e non fa) minor danno (a tacer d’altro, l’aumento della corruzione è stato evidente e incontrovertibile). Nemici dell’attuale ordinamento della giustizia in Italia lamentano pure la sostanziale irresponsabilità dei magistrati perché, in effetti, non rispondono mai di niente e a nessuno e il loro autogoverno corporativo, degno di una società medioevale e primitiva e non evoluta e moderna. Se a tutto ciò si aggiunge la loro pervasiva penetrazione in altri poteri dello Stato (legislativo ed esecutivo) e in altre strutture istituzionali (corte costituzionale, consiglio superiore della magistratura, gabinetti ministeriali e così via) si può concludere che il ritorno a Montesquieu con i tre poteri allineati su posizioni di eguaglianza e con l’obbligo per tutti i  poteri di rispondere sempre e comunque allo Stato-collettività (o comunità che dir si voglia), fonte unica del potere era divenuto impellente in Italia, prima della pandemia e della profezia di Kissinger.

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Luigi Mazzella

- Vice Presidente emerito della Corte Costituzionale - Ex Ministro per la Funzione Pubblica - Avvocato Generale dello Stato emerito - Scrittore e giornalista ATTIVITA’ SVOLTE: 1 – Direzione di pubbliche istituzioni nazionali e regionali svolta in modo autonomo: a) Commissario Straordinario alla Gestione Autonoma dei Concerti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dal 1974 al 1978 (nominato dal Ministro dello Spettacolo On. Adolfo SARTI). b) Commissario Governativo dell’Accademia Nazionale d’Arte drammatica “Silvio d’Amico” dal 1979 al 1986 (nominato dal Ministro della Pubblica Istruzione Sen. Giovanni SPADOLINI). c) Commissario Straordinario dell’IDISU (poi ADISU) Università di Tor Vergata di Roma, dal 1993 al 1997, nominato dalla Regione Lazio. d) Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione della Banca Nazionale del Lavoro – Sezione Autonoma di Credito Cinematografico (SACC) dal 1984 al 1990. e) Vice Presidente del Consiglio Direttivo dell’Accademia Filarmonica Romana, plurisecolare istituzione musicale di rilevanza nazionale. f) Membro del Consiglio Direttivo dell’Ente Autonomo “La Biennale di Venezia” per due mandati consecutivi. 2 – Incarichi direttivi in Gabinetti Ministeriali: a) Vice Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 1970 al 1973 (Vice Capo di Gabinetto). b) Ministero dei lavori pubblici dal 1973 al 1975 (Capo dell’Ufficio Legislativo). c) Ministero della difesa dal 1979 al 1983 (Consigliere Giuridico del Ministro). d) Ministero per il turismo e lo spettacolo dal 1983 al 1985 (Capo di Gabinetto). e) Ministero dell’ambiente dal 1986 al 1987 (Capo di Gabinetto) f) Ministero delle aree urbane dal 1987 al 1993 (Capo di Gabinetto). 3 – Attività svolte in organismi internazionali e altri organismi interni: a) Membro del Comitato per i Pubblici Appalti della allora CEE a Bruxelles dal 1973 al 1975. b) Membro del Comitato Giuridico dell’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO-OACI) a Montreal dal 1983 al 1985. c) Membro del Comitato per gli Affari Urbani dell’OCSE a Parigi dal 1987 al 1993. d) Membro della delegazione della Cassa per il Mezzogiorno dal 1973 al 1975. e) Membro del Consiglio Superiore delle Forze Armate dal 1981 al 2002. f) Membro del Consiglio di Amministrazione dei Monopoli di Stato. g) Giudice della Commissione Tributaria Centrale dal 1992 al 2002. 4 – Attività ulteriori: a) Presidente o Membro di Commissioni di studio istituite dalla Pubblica Amministrazione (Commissione Giannini per il riordino delle forze armate, Commissione per la rilocalizzazione dei Ministeri in Roma Capitale ed altre). b) Presidente o Membro di commissioni di esame (Avvocatura dello Stato, INPS ed altre). c) Autore di saggi ed articoli su riviste giuridiche (Rassegna dell’Avvocatura dello Stato e numerose altre) e su riviste di studi politici e di cultura (“Specchio Economico”, “Politica e Mezzogiorno” “Minerva” ed altre). d) E’ iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti (Ordine interregionale del Lazio e del Molise) dal 1992. 5 – Onorificenze: a) Cavaliere di Gran Croce – Ordine al Merito della Repubblica Italiana – data di conferimento 28 gennaio 2002 b) Cavaliere di Gran Croce al Merito dell’Ordine Sovrano Militare di Malta c) Accademico dell’Accademia Filarmonica Romana. d) Salernitano illustre – Camera di Commercio di Salerno e) Cittadino Onorario di Eboli - Amministrazione Comunale f) Insignito del Premio Capalbio “per lo stile nel Governo” 6 – Autore di libri: A) SAGGI SOCIO-POLITICI 1. "Cinquanta proposte di buon governo” - Marsilio Editore - 1992; 2. “L’irresistibile vento dell’ovest” - Menzione speciale al Premio Internazionale di saggistica “Salvatore Valitutti”; Minerva Editrice - 2001; 3. “Recondite armonie di riforme diverse” - Premio Presidente Provincia Salerno al premio internazionale di saggistica “Salvatore Valitutti” - Maggioli Editore - 2004; 4. “Le utopie possibili. Bel Paese e Buon Governo” - Premio alla carriera al Premio internazionale di saggistica “Salvatore Valitutti” 2005 - Maggioli Editore - 2005; 5. “Le probabilità ragionevoli” - 2006; 6. “La passione della ragione” - Avagliano Editore - 2008; 7. “Dall’impegno al distacco” - Avagliano Editore - 2007; 8. “Casta Italia” - Avagliano Editore - 2009; 9. “Nessun dorma” - Avagliano Editore - 2010; 10. “Le luci spente dell’illuminismo” - Avagliano Editore - 2010; 11. “La forza e la frode” –Avagliano Editore 2012 12. “Il dispotismo indulgente” – Avagliano Editore - 2013 13. “EUROCRASH – Cinquanta ipotesi d’incerto futuro” – Curcio Editore 2014 14. “Debole di costituzione” – Editore Mondadori 2014 15. “Europa mia, benché il parlar sia indarno” Avagliano Editore, 2017 16. " Il decennio nero degli Italiani – Dal Porcellum al Rosatellum – Avagliano 2018 17. "Elogio del pensiero libero – Genesi Editrice 2019 B) SAGGI CINEMATOGRAFICI 18. “Il bello nel cinema” - Saggi di estetica cinematografica - Seam Editrice - 2000; 19. “Il Leone e gli Oscar” - Saggi di estetica cinematografica - Eagle Pictures editrice - 2001; 20, “Fermo immagine” - Saggi di estetica cinematografica- Premio al Festival Cinematografico di Salerno - Minerva editrice - 2001; 21. “Il cinema tra irrisione e riflessione” – critiche cinematografiche -Avagliano Editore, 2011. 22. “Voce fuori campo” – critiche cinematografiche – Avagliano Editore 2014. 23. “L’Orso e la Palma” – Istituto culturale del Mezzogiorno. 217 24. “50 film da rivedere” – Istituto Culturale del Mezzogiorno - 2018 25. "Federico Fellini- realista e visionario – Ist.Cult.Mezzogiorno 2019 C) NARRATIVA E POESIA 26. “Un gioco malandrino di finestre e balconi” - Romanzo - Premio Speciale Grinzane Cavour Cesare Pavese - Avagliano Editore - 2006; 27. “Il Chiodo nella sabbia” - Romanzo – Menzione speciale al Premio Roma - Avagliano Editore - 2008; 28. “La baia del dubbio” - Romanzo – Premio per la narrativa del Centro di psicologia Salvatore Valitutti di Salerno - Avagliano Editore - 2009; 29. “La verità dietro l’angolo – Romanzo – Premio speciale Capri 2011 - Avagliano Editore - 2011 30. “I pazzi e le smorfie” – Versi e Aforismi – 3 Edizione - Genesi Editrice 2011 31. “La Grimpeuse – Confessioni di una rampante” – Genesi editrice - 2013 32. “Grigio senza sfumature” – Romanzo – Avagliano Editore 2014 33. “ In fuga dall’intimità” – Romanzo – Avagliano Editore 2015. 34. “Canzoniere satirico” – Versi e Aforismi – Genesi Editrice 2015. 35. “Vissi d’arte” – Romanzo – Avagliano Editore 2018 36. “Fake-off” – Romanzo – Avagliano Editore 2919 37. “Tutti promossi a fine-anno” 38. “L’albero dell’ignoranza” Romanzo (in prep.)

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