La Sfinge piccina picciò è l’enigmistica che si rivolge ai bambini raccontata a volte con sorprendente delicatezza: tre indovinelli del 1922 di Bruno Ferroni, attraverso la forma di fiaba, nascondono soggetti facilmente individuabili, ma che sono gli stessi dei tre giochi del già riportati nella puntata precedente.
PRIMA FIABA
Bello, lucente, biondo, / c’era una volta un Re
che governava il mondo / proprio da capo a pie’.
Levatosi, al mattino, senza valletti e dame,
girava pian pianino / per tutto il suo reame!
Tornava solo a sera / nel vecchio appartamento:
tra i sudditi non v’era / chi fosse malcontento;
però, col ciel coperto / o, peggio!, se pioveva,
ciascun sapea di certo / che il Re non si vedeva.
SECONDA FIABA
Esile, un po’ gobbina, / avea una figlia il Re,
chiamata Biancolina, / non saprei dir perché!…
Molto sentimentale, / usciva sol di notte
ed era l’ideale / d’innamorati a frotte.
Crescendo, rotondetta / si era già fatta e piena,
quando curvar in fretta / si vide ancor la schiena:
temendo qualche scorno, / fu allor che per più sere,
se pure andava attorno, / non si facea vedere…
TERZA FIABA
In quella vecchia Corte, / nel gran salone blu,
c’era un brillante e forte / stuolo di servitù;
eran dame tutt’occhi, / più grandi o più piccine,
sole o riunite a crocchi, / lontane o più vicine.
Alcune assai cadenti, / sapevano filare:
altre, più appariscenti, / restavano a guardare.
Alla Principessina / facevan compagnia,
ma il Re, sulla mattina, / le rimandava via.
Si tratta, naturalmente, de il sole, la luna, le stelle.
La Sfinge dei piccoli è il titolo di un simpatico volumetto di enigmi edito a Brescia nel 1960 (Ed. “La Scuola”) contenente versi di Aldo Fulizio, un insegnante veneto che fu anche apprezzatissimo traduttore di classici stranieri.
La raccolta non comprende soltanto indovinelli, ma anche giochi a schema, proprio come quelli per i grandi di cui capiterà di dire nel séguito; in questi due che seguono i primi due versi nascondono la prima parte, gli altri due celano la seconda. I numeri in parentesi, naturalmente riferiscono circa il numero delle lettere della prima e della seconda parola.
Falso diminutivo (5 / 8)
UN BEL CORAGGIO
Si lascia sempre metter sotto i piedi,
facendosi poi battere da un vile;
però in gran superbia tu lo vedi
girar tutto sdegnoso nel cortile.
Scarto di vocale (7 / 6)
UN BEONE
Sta lì per gioco, rigido, impalato,
ma al prim’urto traballa e cade giù;
tanto buon vino limpido ha trincato
che ride e scherza e non ragiona più.
Per i lettori ancora più piccini vi sono indovinelli composti quasi sempre in ottonari e tutti veramente facilissimi da spiegare:
UN BEL MATTO
Sù, da bravi, indovinate,
chi quel tizio mai sarà
che vestito è ben d’estate
e d’inverno nudo sta?
DUE CURIOSE BARCHETTE
Quali son le due barchette,
un po’ strette e piccolette,
che non sogliono sul mare
ma per terra navigare.
Hanno entrambe un passeggero
che si portan sul sentiero,
che si portano pel mondo
senz’andare mai a fondo.
Si sorpassano a vicenda
e son sempre in gran faccenda,
finché a sera, finalmente,
si riposano contente.
Pian piano l’autore pare portare per mano i fanciulli verso l’enigmistica più sostanziosa, con esempi nei quali anche la metrica deve adeguarsi:
PIGRI, MA SPACCONI
Bisogna dir che sono proprio lenti:
davanti agli occhi stan senza far niente
e le cose anche poco appariscenti
sanno ingrandire esageratamente.
Si riportano qui le soluzioni nell’ordine: tacco/tacchino; birillo/brillo; l’albero; le scarpe; gli occhiali.
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