Oggi iI Made in ltaly è percepito nel mondo come un vero status symbol, e ciò ha assunto particolare rilievo nel settore dell’agroalimentare fino al punto che la nostra “dieta mediterranea” è stata definita un patrimonio dell’umanità. Ma questo non significa che l’UNESCO abbia voluto riconoscere un merito alle ricette della cucina italiana. Dieta mediterranea inquanto cultura, uno stile di vita che ha nell’artigianalità l’espressione più autentica: l’artigiano secondo l’etimologia della parola (dal latino ars, arte) è l’artista una persona che elabora le materie prime in base a regole che appartengono alla tradizione e alla cultura del territorio in cui vive, interpreta quelle regole in base alla sua sensibilità, al suo estro, alla sua abilità personale, e giunge infine a un risultato che è il prodotto della sua creatività. Nella Firenze del 1200 le corporazioni in cui si riunivano gli artigiani erano ben ventuno nelle arti maggiori e quattordici in quelle minori. Caratteristica della corporazione era di avere regole precise di produzione che rappresentavano insieme un disciplinare di produzione e un codice etico.
Lorenzo De’ Medici definiva gli artigiani “i fratelli dei grandi artisti”. Parlare di antichi mestieri, oggi, non significa solo cercare di ricostituire una tradizione artigianale che rischia di andare perduta, ma anche realizzare una sintesi contemporanea dell’esperienza, dell’ingegno e del lavoro che hanno reso lo stile di vita italiano celebre in tutto il mondo.
E’ necessaria una nuova legislazione a salvaguardia del cibo italiano, ma dobbiamo puntare su produzioni di alta qualità che valorizzino biodiversità e tipicità, il legame con il territorio e il rispetto dell’ambiente e, soprattutto garantiscano la salute dei consumatori. Malgrado tutti gli sforzi fatti finora, per giungere alla tutela dell’autentico cibo italiano rimane un vuoto da colmare, c’è una sorta di salto nella filiera: dalle materie prime si passa al prodotto finito senza alcun riguardo al processo di produzione e alla professionalità dell’artigiano.
L’albo professionale dei mastri oleari istituito con legge dalla Regione Puglia è la prima pietra, il primo passo per eliminare quel salto e permettere ai consumatori di essere informati su chi è il vero produttore dell’olio d’oliva che acquista.
Dobbiamo tutelare e valorizzare questo primo passo che va nella direzione di una normativa più stringente sulla qualità del prodotto alimentare. Dobbiamo rivendicare il valore del cibo, denunciare le mistificazioni, rivendicare una riforma radicale e profonda del mercato.È necessario costruire un’alleanza tra produttori e distributori per dare ai consumatori la concreta possibilità di scegliere, un mercato di specialità diverso e distinto dal mercato commodity.
Sembrerebbe l’uovo di Colombo: “il prodotto cattivo scaccia quello buono”, dice la legge di Gresham (banchiere del Cinquecento che si riferiva alla moneta, n.d.r.). E se questo è vero nel mondo finanziario lo è ancor di più in quello del consumo alimentare, dove la sopravvivenza di molti prodotti di qualità è legata alla loro capacità di costruirsi una nicchia all’interno del mercato competitivo, correndo sempre il rischio d i rimanerci in trappolati. Basta guardare un qualsiasi scaffale di supermercato e i fatturati delle piccole e medie imprese. C’è una sola alternativa creare un mercato parallelo, diverso e distinto: il mercato delle specialità artigiane. Ma l’identità dell’impresa artigiana del cibo, che già oggi costituisce il tessuto produttivo dell’agroalimentare made in ltaly, oltre ad avere un suo mercato di riferimento deve essere riconosciuta dalla legislazione nazionale e comunitaria. Agli artigiani tocca il compito di ricostruire un proprio ruolo nella società e di valorizzare l’identità unica del proprio prodotto.
Il premio speciale “MASTRO D’ORO” promosso dall’Associazione dei mastri oleari va in questa direzione. Ha cioè l’obbiettivo principale di valorizzare la funzione produttiva a cui assolvono le imprese artigiane che producono l’olio dalle olive. Inoltre il Premio vuole promuovere un mercato dell’olio garantito dalla trasparenza e tracciabilità della filiera produttiva e valorizzare l’Albo professionale dei Mastri Oleari.
Il Premio 2019 è stato conferito al Mastro Oleario Piero Gonnelli che negli anni si è distinto per la produzione di oli di alta qualità, per la difesa della biodiversità e della tipicità, per la valorizzazione del territorio e il rispetto dell’ambiente, per l’impegno nella innovazione e nella ricerca, per la difesa del diritto dei consumatori ad un cibo buono, sano e nutriente. Il Premio è una scultura originale in esemplare unico in bronzo patinata in oro dell’artista Alessandro Romano.
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