Idea-Azione

Le Nuove Vie della Seta

La visita italiana ed europea del Presidente Xi Jinping ha avuto sicuramente un merito, a prescindere dalle opinioni discordanti e di quali saranno i risvolti, da oggi un numero maggiore di persone sanno cos’è la Via della Seta, e già questo per chi è appassionata come me è un progresso, significa non dover spiegare l’importanza e l’attualità di quell’insieme di Vie che hanno messo in comunicazione l’Occidente con l’Oriente da sempre.

Bukhara Uzbekistan

Non si parla d’altro, magari senza approfondire, e non può che essere un bene riscoprire l’antica e la nuova Via della Seta e l’importanza che da sempre riveste. Noi siamo eredi di Marco Polo, veneziano intraprendente e coraggioso che partì per un lungo e periglioso viaggio, di cui scrisse ne “ Il Milione”. Siamo eredi anche di viaggiatori come il religioso Oderico da Pordenone, il grande gesuita Matteo Ricci, il famoso Pietro Della Valle e non un ultimo il missionario Matteo Ripa. Dalla nostra Italia, terra di esploratori curiosi, partirono molte missioni per solcare le diverse vie che nel 1877 il geografo tedesco Ferdinand von Richthofen chiamò” Die Seidenstrassen”.

Peter Frankopan dopo il successo del suo primo libro “ Via della Seta” del 2015 ha pubblicato una nuova opera dal titolo “Le Nuove Vie della Seta”, come ammette, nella sua introduzione che varrebbe da sola molti articoli, lo ha fatto stupito dal grande successo di pubblico riscosso con il suo primo libro e convinto che in pochi anni il quadro sia già molto cambiato. L’idea di Richthofen era geografica, ma un po’ vaga, mentre in effetti il Prof. Frankopan lo spiega con chiarezza:” l’espressione “ Vie della Seta” serve a descrivere le modalità con cui persone, culture e continenti erano intrecciati, e così facendo aiuta a comprendere meglio come lingue e religioni si sono diffuse in passato, mostrando al contempo come certe idee su cibo, moda e arte si sono propagate, sono entrate in competizione e si sono influenzate a vicenda.” Un modo per comprendere il passato ed interpretarlo, non come periodi e regioni isolati e ben distinti, ma come la storia di un mondo collegato, in maniera inclusiva, in territori che hanno dato vita nel corso del tempo a diversi grandi imperi.

Bukhara Uzbekistan

La consapevolezza e tante risposte sull’area immensamente vasta delle Vie della Seta, sono state fornite dalla tecnologia che ci ha permesso di risalire attraverso mappe topografiche, immagini satellitari, droni militari, analisi spaziali, di delineare un quadro dettagliato delle reti di irrigazione, delle collocazioni dei caravanserragli, delle strutture delle costruzioni, degli insediamenti. La grande importanza delle popolazioni nomadi, nella diffusione della cultura e delle lingue, trasformando le Vie in cosiddetti “corridoi genetici” per gli esseri umani, la flora e la fauna.

E così dal passato e dallo studio di quello che furono territori che ancora oggi sono al centro dello scacchiere mondiale, il docente dell’Università di Oxford, ci porta ai risvolti commerciali di questo improvviso interesse, dando un senso anche al termine Nuove Vie della Seta. Tra le curiosità la nuova scarpa Nike creata per il cestista statunitense Kobe Bryant , a cui hanno dedicato un modello che si chiama Kobe X “Silk”. Hermès che ha creato un profumo “Poivre Samarcande” ispirato ad una delle città crocevia delle Vie come Samarcanda. E tra i pionieri ad individuare il potenziale del brand Via della Seta, Donald Trump, all’epoca non ancora Presidente, che registrò il suo marchio Trump in Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan etc. per produrre vodka. Sempre lui, progetta di realizzare dei casino e hotel con il marchio Silk Road Group nei paesi di quest’area. Non si contano i centri commerciali, le agenzie turistiche, le banche che usano Silk Road, One Belt One Road etc. I paesi di questa vasta area sono ricchi di diversi tipi di risorse, dal gas al petrolio, dal grano al silicio, dal riso al terbio, come la storia insegna le risorse hanno sempre avuto un ruolo centrale nel cambiare il mondo e questo rende necessario controllare le Vie della Seta.

Come ben argomenta Frankopan, viviamo già nel “secolo asiatico”, citando come fonte una pubblicazione dell’Asian Development Bank “l’Asia riconquisterà la posizione economica dominante che deteneva circa 300 anni fa, prima della Rivoluzione industriale”.

Khiva Uzbekistan

Il Presidente Xi Jinping ha iniziato nel 2013 a pianificare una politica economica e estera, consapevole del valore strategico delle Vie della Seta, che investa sulla “One Belt One Road” in Cina e in tutti i paesi confinanti e di collegamento. La Cina, non è priva di problemi e deve affrontare diverse sfide, tra cui non ultima la “bancarotta delle nascite” così definita da George Magnus famoso economista della Yale University, legata a una popolazione che invecchia senza che ci sia un vero ricambio. La creazione della BRI (Belt Road Iniziative) potrebbe essere una soluzione anche per la Cina.

“Le Vie della Seta da sempre rappresentano il sistema nervoso centrale del mondo- scrive Frankopan-, nell’era della Brexit, della crisi dell’Europa, della nuova politica degli USA con la presidenza Trump, sono i paesi della Via della Seta a contare nel XXI secolo”. Tra gli intenti di Frankopan, dimostrare al lettore che il passato del mondo è stato modellato da ciò che accadeva su queste Vie e così sarà anche per il futuro. Le decisioni che contano e conteranno non verranno prese a Parigi, Berlino, Roma e Londra, come accadeva cento anni fa, ma a Pechino e Mosca, Teheran e Ryad, Delhi e Islamabad, Kabul e Ankara, Damasco e Gerusalemme.

Napoleone  disse nel 1816: “Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà”. All’inizio del XX secolo Rudyard Kipling parlava di un “grande gioco” che vedeva l’impero russo e britannico competere militarmente, politicamente e diplomaticamente per il primato e il dominio del cuore dell’Asia. Oggi si può parlare di una serie di “grandi giochi” per contendersi risorse, energia e posizione strategica. Cosa ci riserverà il futuro dipenderà da ciò che accadrà sulle Nuove Vie della Seta. Si potrebbe concludere con un verso della canzone che Aladin cantava alla principessa Jasmine :” It’s a crystal clear that now I’m in a whole new world with you”. E’ chiaro come il sole che io e te adesso siamo in un mondo completamente nuovo.

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Tiziana Buccico

Tiziana Buccico, napoletana verace, classe 1969, da sempre appassionata di politica, cultura e Medio Oriente. Un passato di uffici stampa tra cui l’Istituto italiano per gli Studi filosofici. Poi giornalista di pagine di cultura e società, come “moscone” per i quotidiani “La Città” e "il Corriere del Mezzogiorno”. Ha lavorato per uffici stampa politici e istituzionali (Regione Lazio e Consiglio Regionale del Lazio), organizzando eventi e campagne elettorali. Pezzi di vita vissuti tra Gottingen, Vienna e Parigi, viaggi avventurosi e curiosi. Per otto anni, sino al 2017, è stata in Iran per seguire marito e famiglia ma occupandosi a tempo pieno della Scuola Italiana “Pietro della Valle” di Teheran, come Vice Presidente . Da allora la passione per i viaggi e le culture diverse è cresciuta e si è anche trasformata in una rubrica Treccani dal titolo “Via della Seta”. Rientrata in Italia si occupa di social, politica, giornalismo ed eventi culturali mantenendo così un filo diretto con quella parte del mondo che le ha cambiato la vita. Social media manager dell’Istituto Garuzzo per le Arti Visive.

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