Lettera da

Le zone povere di alberi, sono… povere

In America, le zone verdi distinguono le zone ricche delle cittá. Le aree piú povere non possono essere distinte semplicemente osservando gli edifici perché, ad esempio, nel Bronx a New York ci sono molti palazzi con belle architetture d’epoca; ma basta notare la scarsitá di alberi ai lati delle loro strade per rendersi conto che la zona é poco affluente.

Cosa completamente diversa dai lati est ed ovest di “upper” Manhattan, dotate di alberi di tutti i tipi: dai platani londinesi ai tigli e aceri norvegesi. Infatti sui lati delle strade di New York City ci sono ben 234 specie di alberi catalogate ed indicate sul sito della cartina NYC’s Street Tree Map.

Si é calcolato che a Los Angeles, ad esempio, il 19% degli alberi si trova in zone dove vive solamente l’1% della popolazione. A livello nazionale, negli Usa le aree povere hanno il 33% in meno di alberi delle zone affluenti.

Avere strade ricche di alberi non é solamente una questione di classe, ma di salute, infatti sono noti i benefici che apportano, come l’abbassamento dell’inquinamento, la riduzione di rumore e calore (fino a 10 gradi in meno), risparmio di energia elettrica e drenaggio.

Ed ecco perché alcuni politici americani stanno facendo pressione sull’amministrazione del presidente Joe Biden affinché riconosca la ri-vegetazione delle zone urbane povere alla pari di altri progetti per l’ammodernamento delle infrastrutture.

Negli Usa “Alberi come infrastrutture” ha sviluppato un movimento molto attivo sui social con numerosi siti web (Tree as infrastructures).

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Dom Serafini

Domenico (Dom) Serafini, di Giulianova risiede a New York City ed è
il fondatore, editore e direttore del mensile “VideoAge” e del quotidiano fieristico VideoAge Daily", rivolti ai principali mercati televisivi e cinematografici internazionali. Dopo il diploma di perito industriale, a 18 anni va a continuare gli studi negli Usa e, per finanziarsi, dal 1968 al ’78 ha lavorato come freelance per una decina di riviste in Italia e negli Usa; ottenuta la licenza Fcc di operatore radio, lavora come dj per tre stazioni radio e produce programmi televisivi nel Long Island, NY. Nel 1979 viene nominato direttore della rivista “Television/Radio Age International” di New York City e nell’81 fonda il mensile “VideoAge”. Negli anni successivi crea altre riviste in Spagna, Francia e Italia. Dal ’94 e per 10 anni scrive di televisione su “Il Sole 24 Ore”, poi su “Il Corriere Adriatico” e riviste di settore come “Pubblicità Italia”, “Cinema &Video” e “Millecanali”. Attualmente collabora con “Il Messaggero” di Roma, con “L’Italo-Americano” di Los Angeles”, “Il Cittadino Canadese” di Montreal ed é opinionista del quotidiano “AmericaOggi” di New York. Ha pubblicato numerosi volumi principalmente sui temi dei media e delle comunicazioni, tra cui “La Televisione via Internet” nel 1999. Dal 2002 al 2005, è stato consulente del Ministro delle Comunicazioni italiano nel settore audiovisivo e televisivo internazionale.

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