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L’inconcepibile difesa a Putin

É inconcepibile, ma vero, come tanti intellettuali italiani abbiano accettato la narrativa del presidente russo Vladimir Putin pur sapendo –– ci si immagina –– che sia un dittatore, che abbia imposto al Paese una dura censura, che i soldati Russi sotto la sua guida stanno commettendo crimini di guerra in Ucraina (come giá successo in Cecenia, Georgia e Siria), e che stia manipolando informazioni (non verificate da osservatori indipendenti) a scopo di propaganda.

Le giustificazioni date da questi intellettuali sono svariate: che la colpa dell’invasione russa in Ucraina é degli Usa, della Nato, della convenienza energetica europea, ma questi dimenticano sempre il fatto che Putin ha invaso un paese confinante, (come fece Hitler con la Polonia nel 1939, dando inizio alla Seconda Guerra Mondiale), e sta commettendo un genocidio.

Una volta capiti questi due semplici concetti essenziali, tutto il resto della narrativa russa dovrebbe essere ridimensionata, almeno dalle menti meno influenzabili.

Poi ci sono i dettagli, come l’impiego di spietati mercenari del Wagner Group (gruppo privato), dei mercenari ceceni (battaglione “Vestok) e quelli siriani.

Da sottolineare é anche come questi intellettuali servano a Putin per alimentare la sua propaganda, che viene poi rafforzata dalla disinformazione. É di recente la manipolazione di una notizia fasulla attribuita alla BBC e subito screditata dalla rete TV britannica.

Essi non sono sono unici né rari, ed atteggiamenti simili erano comuni durante il fascismo ed il nazismo.

Rimane inconcepibile come questi intellettuali difendano la dittatura contro la democrazia. Per tutti i difetti che ha, quest’ultima dovrebbe essere sempre difesa davanti ai pericoli della dittatura, almeno per le persone di buon senso.

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Dom Serafini

Domenico (Dom) Serafini, di Giulianova risiede a New York City ed è
il fondatore, editore e direttore del mensile “VideoAge” e del quotidiano fieristico VideoAge Daily", rivolti ai principali mercati televisivi e cinematografici internazionali. Dopo il diploma di perito industriale, a 18 anni va a continuare gli studi negli Usa e, per finanziarsi, dal 1968 al ’78 ha lavorato come freelance per una decina di riviste in Italia e negli Usa; ottenuta la licenza Fcc di operatore radio, lavora come dj per tre stazioni radio e produce programmi televisivi nel Long Island, NY. Nel 1979 viene nominato direttore della rivista “Television/Radio Age International” di New York City e nell’81 fonda il mensile “VideoAge”. Negli anni successivi crea altre riviste in Spagna, Francia e Italia. Dal ’94 e per 10 anni scrive di televisione su “Il Sole 24 Ore”, poi su “Il Corriere Adriatico” e riviste di settore come “Pubblicità Italia”, “Cinema &Video” e “Millecanali”. Attualmente collabora con “Il Messaggero” di Roma, con “L’Italo-Americano” di Los Angeles”, “Il Cittadino Canadese” di Montreal ed é opinionista del quotidiano “AmericaOggi” di New York. Ha pubblicato numerosi volumi principalmente sui temi dei media e delle comunicazioni, tra cui “La Televisione via Internet” nel 1999. Dal 2002 al 2005, è stato consulente del Ministro delle Comunicazioni italiano nel settore audiovisivo e televisivo internazionale.

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